ARAL coinvolta in indagine nazionale sulla gestione illecita di rifiuti: arrestato un capo impianto

rifiuti-1Giuseppe Esposito, capo impianto di ARAL Spa, la società che gestisce lo smaltimento dei rifiuti per il comune di Alessandria e per numerosi altri comuni dell’alessandrino, è stato arrestato martedì mattina nell’ambito di un’indagine svolta dai Carabinieri del N.O.E. di Milano e coordinata dalla Procura della Repubblica di Brescia/D.D.A., mentre non si esclude che altri esponenti della stessa Aral possano essere tra gli indagati nell’ambito della stessa inchiesta.

L’accusa sarebbe quella di traffico illecito di rifiuti provenienti da Napoli.

Nessuna dichiarazione per il momento da parte dell’azienda e della politica locale.

Di seguito la nota stampa del NOE sull’operazione.

Arrestati con l’accusa di traffico illecito di rifiuti P. B., 46enne Amministratore Unico delle società “B&B s.r.l.” di Torre Pallavicina (BG) e della “B.P.S. s.r.l.” di Abbadia Lariana (LC), e G. E., 60enne capo impianto della società “ARAL s.p.a” di Castelceriolo (partecipata al 100% dalla Provincia di Alessandria).

Dalle prime ore di martedì mattina, a conclusione di una articolata e complessa attività d’indagine svolta dai Carabinieri del N.O.E. di Milano e coordinata dalla Procura della Repubblica di Brescia/D.D.A., i Carabinieri del Gruppo per la Tutela dell’Ambiente di Milano, in Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Lazio e Campania, in collaborazione con i Comandi Provinciali Carabinieri territorialmente competenti, hanno dato esecuzione a n. 2 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari ed una misura interdittiva, oltre a numerose perquisizioni e sequestro di beni, emesse dal G.I.P. di Brescia a carico di appartenenti a strutturata organizzazione criminale frutto di una joint venture tra aziende private e pubbliche, che di fatto hanno invertito il senso della rotta illegale dei rifiuti, portando a smaltimento in Lombardia e Piemonte circa 100.000 tonnellate di ecoballe provenienti dalla Campania.

Arrestati con l’accusa di traffico illecito di rifiuti P.B., 46enne Amministratore Unico delle società “B&B s.r.l.” di Torre Pallavicina (BG) e della “B.P.S. s.r.l.” di Abbadia Lariana (LC), e G.E., 60enne capo impianto della società “ARAL s.p.a” di Castelceriolo (partecipata al 100% dalla Provincia di Alessandria), mentre D.S., 63enne broker della società “ECOSAVONA s.p.a” è stato colpito dalla misura interdittiva del divieto di temporaneo totale di esercitare uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese per 12 mesi.

Complessivamente sono 26 le persone che risultano coinvolte nell’inchiesta ed indagate a vario titolo.

L’indagine ha avuto avvio nell’ottobre del 2014 in seguito all’incendio sviluppatosi all’interno del capannone della società “TRAILER spa” di Rezzato (BS): l’intervento dei Carabinieri dei N.O.E. di Brescia e Milano – impegnati nel costante monitoraggio del delicato fenomeno degli incendi a danno delle aziende che a vario titolo si occupano della gestione dei rifiuti – e l’analisi delle prime risultanze investigative, infatti, avevano fin da subito fatto emergere come, all’interno dell’impianto andato a fuoco, fossero state illecitamente messe in riserva oltre 1000 tonnellate di rifiuti solidi urbani provenienti da impianti campani in totale difformità con l’autorizzazione posseduta.
I successivi accertamenti delegati dalla Procura di Brescia e sviluppati dai militari del N.O.E. di Milano, anche con l’ausilio tecnico delle intercettazioni telefoniche e di videoriprese sugli impianti di trattamento, hanno evidenziato successivamente l’esistenza di una struttura organizzata e ormai ben rodata, costituita da più soggetti operanti nel settore dei rifiuti che, sfruttando le proprie potenzialità imprenditoriali, erano dediti allo smaltimento illecito di ingenti quantitativi di rifiuti speciali provenienti principalmente (ma non esclusivamente) dagli Stabilimenti di Tritovagliatura e Imballaggio Rifiuti urbani (in breve STIR) di Giugliano in Campania e Tufino, gestiti dalla società “S.A.P.NA spa” (Sistema Ambiente Provincia di Napoli).

Il modus operandi utilizzato si era era ben consolidato nel corso del tempo ed era tanto semplice quanto efficace:
-in difformità alle prescrizioni di cui all’autorizzazione rilasciata ed ai contratti d’appalto sottoscritti, gli indagati ritiravano ingenti quantità di rifiuti speciali non pericolosi prodotti dal trattamento meccanico (definiti Frazione Secca ed Umida Tritovagliata ed Imballata) provenienti dagli stabilimenti “SAPNA spa” di Napoli, “CO.LA.RI spa” di Roma, “ACAM spa” di La Spezia;
-attraverso fittizie operazioni di recupero e trattamento (consistenti nella mancata tritovagliatura della frazione secca e nella omessa stabilizzazione – per 21 giorni – della frazione umida) i rifiuti venivano successivamente portati a smaltimento, con la complicità di alcuni soggetti interni alle aziende stesse, presso i termoutilizzatori delle società “A2A AMBIENTE spa” di Brescia, “LOMELLINA ENERGIA srl” di Parona Lomellina (PV), “ARAL spa” di Castelceriolo (AL) ed “ECOSAVONA srl” di Vado Ligure (SV);
-il trasferimento dei rifiuti avveniva su autotreni intestati a 3 società di trasporto conniventi (“RESSIA AUTOTRASPORTI & C.” di Alessandria, “AUTOTRASPORTI LUTEROTTI s.r.l.” di Brescia ed “EUROIMPRESA s.r.l.” di Novi Ligure), colpite dal provvedimento di sequestro preventivo emesso dall’A.G..

Di fatto, dunque, gli effetti delle azioni criminose poste in essere hanno avuto conseguenze sia in termini di inquinamento vero e proprio – poiché negli impianti di smaltimento sono giunti rifiuti non trattati a norma di legge – che di inquinamento dei circuiti economici legali, visto che le economizzazioni derivanti dal mancato trattamento dei rifiuti hanno consentito, in sede di gara d’appalto, di avanzare offerte con ribassi d’asta difficilmente sostenibili per le aziende “sane”. Le condotte illecite sopra descritte, infatti, hanno consentito agli odierni indagati di realizzare un ingiusto profitto quantificabile in circa 10.000.000 euro.

In ottemperanza ai provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria, in fase esecutiva si è proceduto inoltre al sequestro del capitale sociale delle società di trattamento rifiuti “B&B srl” di Torre Pallavicina (BG), “BPS srl di Abbadia Lariana” (LC) e “CRYSTAL AMBIENTE srl” di Brescia e di circa 80 automezzi utilizzati per il trasporto e movimentazione dei rifiuti, per un valore stimato superiore ai 6.000.000 di euro.

E’ stata data contestuale esecuzione a n.20 decreti di perquisizione locale che hanno consentito il rinvenimento di copioso materiale documentale, ora al vaglio per il prosieguo delle indagini.

Gli arrestati, al termine delle formalità di rito, sono stati tradotti presso le proprie abitazioni a disposizione dell’A.G. mandante, con il divieto di comunicare con l’esterno.

 

A2A Ambiente e Provincia di Alessandria precisano:
A2A Ambiente:
Brescia, 11 luglio 2017 – Oggi 11 luglio 2017 i Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Torino su incarico della Procura della Repubblica di Brescia hanno notificato un decreto di perquisizione ad un dipendente di A2A Ambiente Spa, nell’ambito di una indagine che riguarda anche altri soggetti (persone fisiche e giuridiche). Il reato ipotizzato riguarderebbe la gestione abusiva di rifiuti speciali non pericolosi provenienti da impianti terzi di trattamento meccanico e smaltiti anche presso il termoutilizzatore di A2A Ambiente in Brescia.
A2A Ambiente Spa certa di aver sempre agito nel rispetto di tutte le disposizioni di legge e prescrizioni autorizzative, ha offerto la massima disponibilità alla magistratura, confidando che la propria estraneità ai reati ipotizzati venga quanto prima possibile riconosciuta.

Ufficio Stampa A2A
Provincia di Alessandria:

In merito ad articoli usciti in data odierna su argomento ARAL spa(Azienda rifiuti alessandrina ) si rende noto che l’azienda in argomento (consorzio di Comuni) nulla ha a che vedere con le azioni della Provincia di Alessandria.