L’analisi politica di Riccardo Molinari è chiara: “In poco più di un anno abbiamo conquistato Novara, Alessandria, Asti sia pur un sindaco non leghista ma civico, e anche diversi comuni della Valsesia, e poi Omegna e tanti altri comuni piemontesi. Ci siamo riusciti grazie ad amministratori locali competenti, preparati, e in grado di dar voce alle istanze popolari, soprattutto sul fronte del sociale. Chiamparino e il Pd dal 2014 hanno sfasciato il Piemonte, ma sappiano che stiamo arrivando”.
Insommma, a meno di interruzioni anticipate di mandato alle elezioni regionali piemontesi mancano ancora quasi due anni, ma la Lega Piemont prende la rincorsa, come chi vuole fare le cose perbene, e per tempo. Così Riccardo Molinari, segretario piemontese del Carroccio, nella ‘sua’ Alessandria, che ha appena premiato alle urne un centro desta a ‘traino’ Lega, con al fianco sia il nuovo sindaco Gianfranco Cuttica di Revigliasco, sia il primo cittadino leghista di Novara Alessandro Canelli (eletto un anno fa), prova a tracciare il quadro politico ‘in divenire’ del Piemonte, alla luce delle ultime amministrative.
“La prossima tappa naturalmente sarà il voto politico di primavera – spiega Molinari – e lì sarà decisivo il confronto in corso tra Salvini e Berlusconi. Ma noi facciamo il nostro dovere, che è pensare al Piemonte, e a come dargli un futuro di sviluppo e sicurezza. Il Pd ha distrutto la sanità (e in provincia di Alessandria, con le chiusure e i ridimensionamenti degli ospedali di distretto, ne sappiamo qualcosa: anche l’ospedale di Alessandria è sotto fortissimo stress), ha penalizzato i trasporti, ha reso la provincia di Alessandria, come diverse altre, assolutamente marginale. Significativo il fatto che nei giorni scorsi quei pochi alessandrini che hanno incontrato Chiamparino durante il suo tour a sostegno di Rita Rossa lo chiamassero ancora sindaco: come governatore del Piemonte, fuori dall’area metropolitana torinese, è semplicemente non pervenuto”.
Disoccupazione, emergenza sociale, immigrazione: tutte realtà che toccano da vicino gli italiani, e che sono frutto di decisioni ben precise da parte del Governo Centrale e Regionale. “Prendiamo la questione relativa ai migranti – prosegue Molinari – non è per razzismo, che ci diciamo contrari a certe logiche. Il motivo è tutt’altro, e va nella direzione opposta: ci pare disgustoso che ci sia chi lucra sulla pelle della povera gente, facendoli entrare in una società già in crisi, con il preciso scopo di una sostituzione etnica – come dimostra il vincolo regionale voluto da Chiamparino tra il bando alla Legge 18 e lo Sprar – e provocando un’ulteriore tensione sociale, data dalla creazione di un esercito di manodopera a basso costo in concorrenza coi tanti disoccupati italiani. Del resto, poi, la Regione sembra molto più interessata all’area metropolitana che non agli altri territori, e questa assenza si ripercuote sui suoi abitanti. Il voto delle amministrative ci dimostra che i territori abbandonati dalla Regione hanno voglia di riscatto e nostro dovere, dopo aver raccolto questi risultati elettorali, è quello di costruire un’alternativa al governo regionale Chiamparino”.
Molinari dunque lancia la sua sfida per la conquista del Piemonte.
Al suo fianco i sindaci ascoltano, annuiscono, e poi arricchiscono l’analisi. “Una riflessione che abbiamo sempre fatto – dice Gianfranco Cuttica di Revigliasco – è quella di togliere Alessandria dallo stato di isolamento. Non è una frase a sé stante ma richiede delle specifiche considerazioni. Lo stato di isolamento, infatti, porta a uno stato di regressione, anche per i modelli economici, modelli di non sviluppo che, inevitabilmente diventano terreno facile per un certo tipo di economia molto avvilente. È chiaro che occorre fare un lavoro di rete, collaborare con città diverse che rappresentano elementi propulsori. La volontà di riscatto è fondamentale. Proviamo a prendere spunto dal tipo di governo della città di Novara. Proviamo a mettere in campo iniziative culturali che non siano solo di tipo culinarie, ma che possano andare oltre e rappresentare, a livello internazionale, Alessandria. Questo è un tema che la comunità si deve porre, non solo il sindaco, dobbiamo guardare velocemente a un processo di internazionalizzazione”.
“Citando, poi, il ponte Meier – prosegue – dobbiamo renderci conto che è un elemento di architettura contemporanea che può intercettare turismo ed economia per la città Altro punto focale è l’università. I processi modificativi dell’università sono molto importanti e sono legati a ciò che capita in Lombardia. Se il polo universitario viene spostato, per esempio, nella zona dell’Expo, automaticamente questa azione determinare contraccolpi sull’Università del Piemonte orientale. Questi fenomeni, quindi, o si governano e si gestiscono tra sindaci e rettori, oppure ci travolgeranno. Lo stesso discorso vale per il tema della logistica. Dobbiamo dialogare e non farci la guerra e pensare di muovere un trasporto merci su linee che non siano di alta capacità, ma normali e che coinvolga anche il nostro polo ferroviario e quello dell’asse ligure”.
“Sono stato qui diverse volte durante la campagna elettorale di Gianfranco Cuttica – sottolinea Alessandro Canelli, sindaco di Novara -, e ho rivisto per molti versi lo stesso percorso compiuto l’anno scorso nella mia città. Per questo ero certo del risultato finale. Diversi territori, simili sensazioni”. Canelli individua nella creazione di reti territoriali la soluzione più adatta per uscire dalla crisi. “Se un territorio vuole crescere – spiega – è necessario che si superi la logica della città, per aprirsi verso realtà più ampie. Tra sindaci che parlano la stessa lingua, ovviamente, è più facile, ma il dialogo, per il bene del territorio, è importante in ogni caso. Lavorare insieme, del resto, è importante, come ci ha ben dimostrato l’esempio virtuoso dell’Università del Piemonte Orientale, in cui la tripartizione si è rivelata strategica e volta al rafforzamento di legami e competenze. E poi ancora, la necessità di lavorare sulle infrastrutture, sui trasporti e la logistica, creando migliori connessioni tra Alessandria e Milano, proponendosi come punto di riferimento importante, creando opportunità per lo sviluppo locale.
A fare da guida, un coordinamento di sindaci del centrodestra, capace di dare un segno distintivo e univoco, soddisfacendo il desiderio di riscatto che, le urne parlano chiaro, la popolazione piemontese desidera”.