Giovedì 29 giugno alle ore 21.30, al circolo La Familiare di Alessandria (viale Massobrio, ingresso libero), ultimo appuntamento con il talk show “Il Salotto del Mandrogno”.
A guidare la serata sarà ovviamente l’immarcescibile mattatore Massimo Brusasco, con la collaborazione di Gianni Naclerio, Franco Rangone, Ugo Boccassi e Gianni Pasino.
Tra gli ospiti della serata ci sarà anche il nuovo sindaco di Alessandria, Gianfranco Cuttica di Revigliasco. Abbiamo chiesto a Massimo di farci un commento “dei suoi” a quanto è accaduto in queste ultime settimane assai calde per la politica alessandrina. Il risultato? Tutto da leggere!
Massimo, un tuo commento sulle elezioni comunali…
Rita Rossa ha subito il vento del centrodestra, che ha spazzato un po’ tutti, non solo lei. L’accordo con la Trifoglio, probabilmente, è stato un boomerang e, certamente, le ripetute venute di Salvini in città, soprattutto l’ultima, sono state un bel traino per Cuttica. Al quale, comunque, vanno indubbiamente meriti.
Quali?
Ha condotto una campagna senza scontri, si è presentato come una sintesi del centrodestra, stavolta (quasi) unito. E’ riuscito a figurare come un personaggio sostanzialmente nuovo, anche se non lo è, invitando sempre a guardare avanti. Non era facile in un centrodestra che avrebbe certamente preferito Antonio Maconi. Cuttica è stato umile e intelligente.
Secondo te adesso il nuovo sindaco che cosa dovrebbe fare, nei suoi primi 100 giorni di mandato, per “convincere” gli alessandrini della bontà della loro scelta?
Continuare, almeno, nella “manutenzione” che l’amministrazione di Rita Rossa ha avviato negli ultimi mesi. La gente chiede pulizia: niente rifiuti, niente erbacce, asfalto senza buche. Se riuscisse anche a ridare dignità ai giardini della stazione non sarebbe male. E poi, attenzione alle nomine: mi auguro che scelga persone entusiaste di fare per la città, non di occupare un posto.
E sul fronte accoglienza immigrati? Cuttica e Rossa sembrano avere idee diverse…
Quello è un problema che bisogna risolvere a livello nazionale. Fossi in Cuttica, nel giro di una settimana, farei il giro delle cooperative e dei centri che si occupano di immigrati (ad esempio la Caritas) per avere almeno la fotografia della situazione. Anche la Casa di quartiere dovrebbe essere un luogo da visitare, per non ragionare con lo “spannometro” ma avere numeri abbastanza precisi.
Puoi consigliargli qualche nome “buono” per gli assessorati?
Credo che siano già troppi quelli che gli danno consigli in fatto di nomi. Purtroppo ci sono due problemi: la necessità di rispettare il “genere” (se le donne sono brave si mettono, che te lo dica o no la legge) e il fatto che potenziali assessori rinunciano perché hanno un lavoro che rende loro molto di più.
Se ti venisse offerta l’opportunità, in quale assessorato ti vedresti meglio?
Manifestazioni. Ma, per il momento, ti manifesto solo il mio desiderio di non fare l’assessore, cosa che comunque non mi verrà chiesta mai.
Tutti sappiamo che sei un fubinese doc. Ma se tu fossi stato residente ad Alessandria, chi avresti votato al ballottaggio?
Ma ti pare che ti possa rispondere a una domanda del genere?
Be’, uno ci prova… Allora, fatti una domanda e datti una risposta. Rimanendo sempre in tema di elezioni comunali, però!
Mi chiedo: il ballottaggio è una cosa opportuna? Mi do la risposta: No. Un turno solo, chi vince vince, senza inciuci né trabocchetti. Ah, ancora una cosa: le alleanze si stabiliscono prima.
Andrea Antonuccio