Prima alcune note sulla partita di semifinale vinta dai Grigi mercoledì sera sulla Reggiana per 2 – 1, poi andiamo a vedere in casa Parma per cercare di capirci qualcosa della finale che si giocherà al Franchi sabato pomeriggio alle ore 18 (!!!) e prevedere che partita può venir fuori.
Intanto direi che, rispetto alla presentazione che avevamo fatto in queste colonne ad inizio settimana di Alessandria-Reggiana, alcuni particolari li avevamo previsti e sono arrivate pure certe risposte ai nostri interrogativi. Primo fra tutti quello relativo alla stima modesta che Menichini, mister reggiano, gode nell’universo pallonaro italiano, nonostante una carriera onorevole, se snocciolata dal Panini. Basta infatti guardarsi il primo gol segnato da Gonzalez, togliersi per un attimo dagli occhi il gesto tecnico atletico sublime dell’argentino e prima del Boca, e chiedersi come sia possibile che una squadra arrivata dove è arrivata si faccia aprire come una lattina di tonno dall’apriscatole con facilità così irrisoria senza neppure avere l’alibi della stanchezza accumulata durante l’incontro, visto che eravamo appena al 4’ di gioco.
Quando poi, per una frazione del primo tempo e buona parte di ripresa, la Reggiana ha preso campo (e i Grigi si sono rintanati) avete forse visto una trama di gioco granata che non fosse la ricerca ossessiva di Cesarini da una parte e le sfuriate di Carlini dall’altra, previa una ragnatela di passaggi banali nella propria metà campo? E quelle sarebbero le idee di gioco e l’organizzazione difensiva che quel mister sarebbe riuscito ad ottenere in mesi e mesi di lavoro su un collettivo che, al suo interno, detiene comunque giocatori di valore assoluto? E le dichiarazioni del dopopartita, nelle quali Menichini ringrazia i suoi giocatori per aver dato il massimo? Se crede sul serio a quello che ha affermato dovrebbe dimettersi all’istante, se le sue sono parole invece di mera cortesia è davvero un bel paraculo, confermando quello che parecchi addetti ai lavori sussurrano da tempo.
E i Grigi? Al netto dei gol, di cui il primo pesantissimo in chiave tattica e delle occasioni create da Rambo Cartero, ha dimostrato pecche preoccupanti nella tenuta difensiva di entrambi i terzini e la solita innata predisposizione a “ballare la rumba“ quando i ritmi altrui si alzano. Quanto a quest’ultimo particolare, viste le condizioni atmosferiche previste per sabato prossimo a Firenze dalle 18 in poi e le caratteristiche tecniche ed atletiche del Parma, oserei direi che difficilmente stavolta saliremo sul palcoscenico di “Ballando con le Stelle”, come ci è successo invece contro il Lecce al Mocca nel ritorno dei Quarti di Finale e per almeno mezz’ora di gioco contro la, tutto sommato modesta, Reggiana, perché il Parma è squadra compassata (non cinica, compassata!) come la nostra.
Ma i Ducali quindi che razza di squadra sono? Partiamo dicendo che la scelta estiva da parte della proprietà di affidarsi a una serie di monumenti storici della loro “età dell’oro“ (Scala ed Apolloni in particolare) riservandogli ruoli che, evidentemente, non competono loro ha fatto disastri post atomici, grattugiando (visto che parliamo del Parma mi pare il verbo perfetto) una quantità di risorse economiche ed umane senza pari. A dicembre è partita la “controriforma” e quella normalizzazione ha portato un padrone a fare il padrone, un nuovo DS (Faggiano) a fare il Ds ed un allenatore vero (D’Aversa e non un simulacro) in panchina.
Le attese iniziali comunque non sono mai state esaudite e la seconda piazza nel girone è arrivata … perché era impossibile che non arrivarci.
Il Venezia invece, meglio condotto a livello di proprietà e direzione sportiva, ha sbagliato poco e a metà campionato ha salutato la compagnia lasciando gli altri nel guano. Il 4-3-3 che propone il mister emiliano è di quelli che non entusiasmano certo i puristi affezionati a quel modulo: mai tre punte vere in campo tutte assieme, a meno che non ci sia da recuperare il risultato.
Sabato prossimo i gialloblu dovranno rinunciare agli squalificati Scaglia (forse il miglior elemento della squadra) e Corapi ammoniti in semifinale: nel caso certi patetici furboni autoctoni dovrebbero smetterla di sostenere che il Parma goda di trattamenti arbitrali di favore perché, così facendo, fanno solo il male dei Grigi e, in un momento cruciale come l’attuale, non mi sembra una grande idea. Mazzocchi ( il terzino destro) e Scozzarella (anima e cuore del centrocampo) potrebbero dare forfait per infortunio quindi, potrebbe essere della partita Lucarelli, antico difensore dei bei tempi andati, e se giocherà lui spero che ci dimostrerà perché l’anno passato ha fatto “l’eroe” seguendo il Parma in serie D. In realtà c’è chi sostiene che il regalo non l’ha fatto il giocatore in questione alla società bensì il contrario in quanto il difensore sarebbe un ex giocatore da almeno tre stagioni.
La debolezza di premiare “i giocatori che sono stati“ e non “quelli che potrebbero diventare giocatori veri “ci starebbe una curiosa analogia fra l’Alessandria e il Parma, o no?