La città di Casale Monferrato è una delle 46 candidate a diventare Capitale Italiana della Cultura 2020. Nei giorni scorsi infatti è stata presentata al Mibact la lettera di adesione e, entro settembre di quest’anno, si dovrà presentare un primo dossier con il programma culturale, incentrato sul concetto di Casale Monferrato come città resiliente, capace di resistere alle difficoltà utilizzando la cultura monferrina e le sue tantissimi peculiarità, dall’arte all’architettura fino al cibo e alla letteratura come mezzo di rinascita.
In apertura della conferenza che si è tenuta oggi, mercoledì 7 giugno, nella Sala Consiliare del Palazzo Comunale, è intervenuto il sindaco Titti Palazzetti: «Quello per diventare Capitale della Cultura sarà un percorso difficile ma abbiamo ottenuto il riconoscimento di Patrimonio Unesco, quello di European Community of Sport 2017 e proveremo ad ottenere anche questo, collaborando con tutti i paesi del Monferrato, con Asti, con le associazioni culturali, di categoria, con le forze produttive e non solo, vogliamo che Casale Monferrato diventi polo culturale con questo titolo di importanza nazionale».
Proprio il territorio del Monferrato sarà la chiave della proposta che verrà avanzata: «Non era possibile proporre formalmente una candidatura collettiva ma sarà quello che noi faremo con la pratica, coinvolgendo comuni ed associazioni» ha spiegato l’assessore alla Cultura Daria Carmi.
Anche la città di Asti figura tra le 46 candidate e tra le due realtà, quella casalese e quella astigiana, si prospetta una positiva concorrenza: «La nostra sarà una rivalità costruttiva, i reciproci dossier si completeranno l’un l’altro e si lavorerà insieme per far crescere il turismo del territorio in chiave internazionale» ha spiegato l’assessore al Turismo del Comune di Asti Andrea Cerrato.
«Crediamo in un turismo che possa fare da presidio alle tradizioni e alla cultura – ha proseguito Carmi – la candidatura ci serve per lavorare su una vocazione positiva, valorizzando il patrimonio esistente, a partire dalla rete MoMu, ma anche creando nuove proposte culturali, dai sistemi integrati ai personaggi storici».
Appoggio e sostegno al progetto di candidatura è arrivato anche dall’Associazione dei Comuni del Monferrato e dal suo presidente Fabio Olivero, oltre che dal Consorzio Mon.D.O., definito «Il braccio del territorio» dal vice presidente Dino Chierotti.
Come ideale punto di contatto tra Asti e Casale Monferrato, la città di Moncalvo, attraverso l’assessore alla Cultura Silvia Farotto, si è detta disponibile a collaborare con chiunque arrivi a ottenere il riconoscimento e, provocatoriamente, a candidarsi a sua volta per il 2021 in caso di insuccesso delle due concorrenti, per dare continuità al lavoro di promozione del territorio.
Le realtà culturali sono state invitate ad avanzare proposte, idee, a collaborare e a partecipare ai momenti di incontro e di lavoro che saranno organizzati già prima dell’estate.
Per maggiori informazioni si può contattare l’assessore Carmi alla mail dcarmi@comune.casale-monferrato.al.it.
In chiusura, lo stesso assessore ha voluto ringraziare il creativo casalese Marco De Rosa che, appena avuto notizia della candidatura, ha voluto donare una prima immagine grafica della candidatura (che trovate in allegato) con lo slogan: “Casale Monferrato Capitale Italiana della Cultura 2020 – Costruiamola insieme!”.
«È questo lo spirito del territorio che ci auguriamo possa partecipare generosamente» ha commentato Carmi.