Lontano dal Mocca, nella partita più delicata e nello stadio più caldo fra quelli che potevamo aspettarci, l’Alessandria tira fuori una prestazione all’altezza meritando ampiamente il pareggio in gara 1 dei quarti di finale play off in quel di Lecce.
Adesso dai soliti minchioni sentiremo dire queste due cose: A) che questo Lecce, in realtà, è una tigre di carta B) che la partita di ritorno domenica sera al Mocca sarà più o meno simile ad una marcia trionfale.
Naturalmente non è vera né una cosa né l’altra ma il destino di questa plaga sportiva è quella di convivere con questa sotto cultura sportiva, l’autoreferenzialità e l’approssimazione, pagandone prezzi esosi che ricadono poi su tutti gli sportivi mandrogni.
Partiamo dall’inizio: il Lecce in realtà è una signora squadra, fisicamente dotata e caratterialmente all’altezza. Mi è sembrata i una compagine alla quale manca il classico “colpo di classe”, quella dose cioè d’imprevedibilità destinata a sconcertare l’avversario, è vero. Ma un genietto in organico Rizzo lo dispone e si chiama Torromino (giocatore peraltro che qui ad Alessandria dovremmo conoscere in tanti…) ma se il mister giallorosso ha deciso domenica di non schierarlo dall’inizio e poi, quando lo ha messo in campo, lo ha piazzato a fare la punta esterna destra avrà avuto i suoi buoni motivi (della serie: ne sa più un matto a casa sua che un professore a casa d’altri).
Altra nota su cui riflettere è la persistenza di Vannucchi a tenere un atteggiamento in campo che manco il più tronfio Buffon si permette. Nell’azione del gol del pareggio leccese infatti, dopo la buona uscita fuori dall’area piccola, è rimasto per terra aspettando un ipotetico fischio dell’arbitro (peraltro appostato a due passi) che non è mai arrivato, ammesso e non concesso che dovesse arrivare. Il ragazzo si sarà mica per caso convinto che il direttore di gara sia lì principalmente per tutelare il nostro giovin portiere e poi, se gli avanza un po’ di tempo, arbitrare la partita? Così infatti mi è sembrato, almeno leggendo l’espressione dipinta sul volto di Vannucchi, un misto di incredulità ed indignazione, quando gli avversari già festeggiavano l’insperato pareggio. E, a fronte di questo seriale episodio negativo che ha visto protagonista il nostro portiere, penso che la Società debba fare una serie di serene valutazioni, senza guardare in faccia a nessuno.
Un altro aspetto che mi ha disturbato in questa partita di semifinale è stato il fatto che, pur riconoscendo che il terreno di gioco dello Stadio del Mare non fosse certo quello che si usa dire un biliardo, i nostri giocatori sono scivolati ben 7 (sette) volte durante la partita. Escludendo che mercoledì sera arrivasse nevischio dal cielo, possibile che, al contrario i calciatori del Lecce non scivolassero mai? Sembrerebbe questa una questioncina marginale in realtà, ogni volta che sbatti le terga al suolo senza intenzione, è come se il tuo avversario diretto avesse indovinato due dribbling ‘taglia fuori’.
Comunque sia la prima manche è andata, ma non pensiamo che sia più difficile passare indenni da Lecce che non battere i salentini in gara 2, perché, per arrivare in semifinale, i Grigi devono comunque vincere, magari dopo supplementari e rigori, ma vincere.
In realtà chi temeva questo incontro, magari pensando soprattutto alla difficile situazione ambientale che avremmo trovato a Lecce, si è tranquillizzato ma, per lo stesso motivo, dovrà smettere di pensare che il Mocca domenica prossima, pur gremito e palpitante, possa vincere la partita da solo. Servirà invece la miglior Alessandria della stagione, perché quella partita sarà una chiamata senza un secondo appello.
Ultima nota, la multa di 5.000 Euro inflitta ai pugliesi a margine della prima partita di semifinale giocata mercoledi sera. Questo serve anche per tacitare certi nostri tifosi saccenti (e i loro giornalisti di riferimento, ancora peggio) che lasciano credere come certe batoste di multe arriverebbero solo all’Alessandria e non alle dirette concorrenti. Ma se noi siamo o vittime o pollastroni a seconda dai casi a Lecce cosa sarebbero?