Né 700 né 2.500 partecipanti ma certamente una bella manifestazione quella del 27 maggio ad Alessandria, calorosa dalla Valle Bormida, tiepida degli alessandrini locali. La vera conta si farà l’11 giugno, anzi il 25. Riflessione. Il cavallo di battaglia della marcia è stata la non rielezione a sindaco di Rita Rossa, Premio Attila 2016.
Se sarà riconfermata dalle urne: il 27 maggio è stato un flop, i Comitati sconfitti, via libera a Tav terzo valico, discariche e Solvay? E se sarà bocciata: il nuovo sindaco sarà meglio, considerato che fra i candidati l’unica voce amica è quella del grillino? In entrambi i casi cosa faranno i Comitati: occuperanno l’anno a preparare per il prossimo maggio la terza marcia? Se ci si limita a questi eccezionali ma domestici rituali non si dura a lungo: la partecipazione popolare si scoraggia e si affievolisce, gli avversari procedono più svelti di prima.
Bisogna invece prepararsi ad una lotta di lunga durata che metta in campo tutte le forme di scontro possibili, in tutte le direzioni, aguzzando la fantasia.
Bisogna prendere esempio dalla lunga lotta in Valle Bormida che si concluse nel 1991 con la chiusura dell’Acna di Cengio, dal 1987: presìdi alla fabbrica 24 ore su 24 ore, il giornale Valle Bormida Pulita, carovane, incatenamenti all’Asl e Prefettura, ricorsi legali, blocchi del giro d’Italia e del festival di Sanremo, scontri con operai, feriti con reparti antisommossa, assemblee, presìdi a Palazzo Chigi e Legambiente, legati e imbavagliati alla stazione, marce e cortei, campane a morto, blocchi stradali e autostradali, 15mila firme al parlamento di Strasburgo, astensioni dalle elezioni, incontri con presidente della Repubblica, cinque manifestazioni a Roma, udienza in Vaticano, attentato al traliccio Enel. Tutti i riflettori nazionali erano puntati su quella lotta vincente. Io c’ero.
Bisogna prendere esempio dalla lotta della Val Susa contro il Tav: non mancano certo grandi marce locali e nazionali, ma non passa giorno che non ci sia una iniziativa politica o culturale o anche due: eventi nazionali e internazionali, assemblee locali nazionali internazionali, premiazione libri, mercatini, laboratori darte e di musica, concerti, carovane migranti, presìdi ai cantieri e ai tribunali, cene apericene merende, dibattiti giuridici letterari elettorali ma perfino sui parchi, dibattiti enogastronomici, filmfest, documentari, mostre fotografiche, banchetti per sottoscrizioni eccetera
Un’altra considerazione discende dalle precedenti. La questione delle alleanze. Le alleanze che i comitati sono capaci di costruire con associazioni ambientaliste, partiti, amministratori, sindacati, chiesa, associazioni agricoltori. Significativo è lappoggio dei sindaci in Valle Bormida, per contro l’assoluto isolamento della Valle Scrivia. L’autosufficienza, o peggio la spocchia, non portano alle vittorie. E un po’ di fantasia non guasta, cominciamo dal 2 luglio: il sindaco pubblicamente mi ha invitato (se rieletto) alla premiazione del Premio internazionale Acqui Ambiente a parlare delle lotte dei Comitati in Valle Bormida, invito obtorto collo e senza precedenti ma al quale non potrò andare da solo.
Lino Balza