La patologia tiroidea è caratterizzata da un’elevata prevalenza nella nostra regione che da sempre è considerata area di endemia gozzigena a causa della carenza di iodio. L’introduzione di tecniche diagnostiche più raffinate permette oggi di identificare disfunzioni tiroidee subcliniche o piccoli noduli che non si evidenziano con la semplice palpazione del collo e tutto questo ha determinato un notevole incremento di condizioni patologiche un tempo non diagnosticabili.
In occasione della Settimana mondiale della tiroide, dal 21 al 27 maggio, a parlare della patologia tiroidea è la Dott.ssa Egle Ansaldi, Responsabile della Struttura complessa di Endocrinologia e Malattie metaboliche dell’Azienda Ospedaliera Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria: “Non ci sono dati ufficiali sulla prevalenza della patologia tiroidea nella nostra regione. La patologia tiroidea può essere distinta in patologia nodulare ed in alterazioni funzionali della tiroide. I noduli tiroidei possono essere unici o multipli e quando sono molti e di notevoli dimensioni si parla di gozzo”. I noduli tiroidei sono nella stragrande maggioranza benigni e l’esame che permette di differenziare un nodulo benigno da un nodulo maligno e l’agoaspirato. Occorre ricordare che generalmente la prognosi dei tumori dalla tiroide è favorevole.
Le alterazioni funzionali della tiroide, poi, si distinguono in ipotiroidismi, ossia ridotta produzione di ormoni tiroidei, e ipertiroidismi, che al contrario è caratterizzata dall’aumentata produzione. La causa dell’ipotiroidismo è frequentemente un processo autoimmune a carico della tiroide e la sintomatologia conclamata consiste nell’aumento di peso, rallentamento nei movimenti, voce roca, cute secca, stipsi, bradicardia e perdita della memoria. “È però importante ricordare che questi quadri clinici si riscontrano sempre più raramente perché la diagnosi precoce permette una tempestiva terapia. La cura consiste nell’assunzione orale di ormone tiroideo: la terapia deve essere attuata per tutta la vita e occorre controllare una o due volte l’anno con un semplice esame del sangue che il dosaggio degli ormoni tiroidei sia adeguato”. L’ipertiroidismo, al contrario, è un’eccessiva produzione di ormoni tiroidei ed è causata da malattie autoimmuni, come il cosiddetto morbo di Basedow, o da una patologia nodulare, cioè un nodulo tiroideo che produce più ormoni. “Nel caso dell’ipertiroidismo la terapia può essere medica, cioè con l’uso di farmaci, chirurgica o con iodio radioattivo, dipende dalle cause dell’ipertiroidismo”. La sintomatologia dell’ipertiroidismo è caratterizzata da dimagramento, ansia, insonnia, tremori, mani sudate e tachicardia.
Da circa tre anni, inoltre, nell’Azienda Ospedaliera di Alessandria è attivo un PDTA, ossia un percorso diagnostico terapeutico aziendale che consente di integrare le attività di diagnosi e cura delle patologie tiroidee in un contesto in cui i diversi specialisti si integrano nella presa in carico del paziente.