Laura Gobbi è project manager e direttore artistico di eventi culturali e di promozione del territorio in Italia e all’estero. Ma l’elenco è ancora lungo: curatrice di mostre d’arte e firma di format (“Di Gavi in Gavi”, “Gavi light box”, “Nel Cortile” e “Vino al Vino”); autrice, giornalista, speaker radiofonica e socialite pr.
Si occupa di marketing esperienziale e comunicazione strategica con un’attenzione particolare negli ultimi anni allo sviluppo e alla valorizzazione delle Langhe, Roero e Monferrato, dedicandosi in modo trasversale alla relazione delicata tra il territorio, i suoi prodotti, l’arte, la cultura e la loro comunicazione.
Le piace indossare corone, tacchi dodici e sempre e solo rossetto rosso. Sogna di possedere i cappellini della regina d’Inghilterra, una villa sulla spiaggia di Malibù, intervistare Raffaella Carrà e fare un film con Ferzan Ozpetek. Nel frattempo fa incetta di strass, lustrini e paillettes. Inconcepibile la sua vita senza amici, piume, glitter e una scusa per poter festeggiare.
Laura, sei stata già nostra ospite (graditissima!) su CorriereAL diverse volte, anche grazie agli eventi che hai organizzato negli ultimi anni. Adesso di che cosa ti stai occupando? Sbaglio, o ti si vede un po’ meno nelle nostre zone?
Dalle colline del Monferrato mi sono trasferita solo momentaneamente sul Lago Maggiore per un progetto con lo chef bistellato Marco Sacco. Mi occupo di marketing territoriale ed è il motivo per cui è nata la collaborazione con lui. L’obiettivo non era scrivere un progetto per lui, che ovviamente non ne ha bisogno essendo già famoso in tutto il mondo. L’obiettivo era ben diverso, creare un progetto che facesse parlare il suo territorio e la gente di lago. Così da una chiacchierata ho cominciato a tradurre la sua passione e la sua missione e ho scritto il progetto Movimento gente di lago.
Ci racconti di che cosa si tratta? Che “movimento” è?
E’ un progetto che nasce dal desiderio di Sacco di voler restituire al lago quello che gli ha dato in questi anni di carriera. A me il compito di creare il format e strutturarlo di contenuti. Ed ecco che incontro nuove realtà, un mondo nuovo ed estremamente interessante e scopro l’immensità del mondo dell’acqua dolce. Gli chef oggi hanno molta visibilità, quindi parlare di territorio attraverso la loro arte è comunque fare cultura, scoprire le nostre tradizioni e capire verso che direzione stiamo andando.
Format e contenuti… qualche esempio?
Format ne ho creati diversi, ma sinceramente non amo parlare dei miei lavori… fortunatamente sono loro e i loro risultati a parlare per me. Il Movimento gente di lago nasce sotto una buona stella, anzi due, e già ci hanno chiesto di portare il format in Svizzera e in altri laghi, come il Garda e il lago di’Iseo.
Ma almeno posso chiederti quali sono le peculiarità del Movimento gente di lago?
Credo che il pesce Pietro sia l’essenza del movimento. E’ schizzato fuori dalla mente con tanta semplicità che non poteva che essere lui la mascotte del movimento. Non è l’uomo che pesca ma è il pesce che cattura il cuore delle persone, l’anima e l’essenza. Quindi il Movimento è una questione di cuore e di passione. Esperti, veterinari, ittiologi, la gente comune come i pescatori e la “sciura Mimma” che vivono il lago, che sono il lago, raccontano la loro storia. E poi ci sono gli chef, trainati dall’entusiasmo di Marco Sacco, che raccontano il loro rapporto con l’acqua dolce attraverso il cibo. Si parla tanto di comunicazione, di fare rete… diciamo che mai come in questo caso, si userà concettualmente l’antico strumento di lavoro dei pescatori, si andrà a “fare rete” attraverso i diversi saperi, mondi e professionalità; per tessere quella rete che verrà gettata in un mondo virtuale e che, tirata su, sarà ricca di emozioni, esperienze, risultati e nuovi stimoli da perseguire.
Ad Alessandria di laghi non ne abbiamo… ma di fiumi sì! Perché non lo hai proposto anche qui?
Nemo (il pesce dei cartoon) propheta in patria… il pesce Pietro è più figo!
La nostra provincia è “difficile”, per chi fa il tuo mestiere?
In realtà credo che il nostro territorio sia un terreno fertile per chi si occupa come me di marketing territoriale e di comunicazione strategica. C’è molto da fare, e soprattutto c’è molto da comunicare. La nostra provincia è ricchissima di eccellenze e di qualità e ha un territorio talmente differente e vario che neanche noi ce ne rendiamo conto. Parlo del Gavi, dell’acquese, del tortonese e del casalese… vado spesso a correre da Rivarone a Montecastello, e quando sono all’apice della salita da una parte vedo i nostri due fiumi e la zona di Novi e Tortona, e dall’altra la Lomellina. Non riesco a stancarmi di quella bellezza, in qualsiasi sua stagione. Abbiamo il mito delle Langhe o di quello che di meglio c’è fuori. Credo sia giusto ispirarsi e osservare quello che c’è oltre il Tanaro, ma per migliorare e valorizzare quello che abbiamo in casa.
Cultura, arte ed enogastronomia: sono queste le tre leve per valorizzare un territorio?
Umiltà, coerenza e consapevolezza la ricetta per comunicare qualsiasi cosa.
Ultima domanda: hai un sogno nel cassetto?
Un giorno un importante Amministratore delegato di una delle più grandi aziende italiane, alla conclusione di un lavoro che avevo fatto per la sua azienda, mi disse: “Era quello che volevo, ma non riuscivo a farlo capire. Tu l’hai realizzato”. In realtà, vorrei continuare a realizzare i sogni degli altri.