“Sono stato eletto segretario nazionale della Lega Piemont, un anno fa, con il 55% dei voti degli iscritti. Oggi da noi la ricandidatura di Salvini a segretario federale in Piemonte è sostenuta dal 94%. Un segnale importante: oggi più che mai di Lega ce n’è una sola, forte e compatta verso i prossimi traguardi elettorali amministrativi, e poi politici. Con l’obiettivo di cambiare davvero le cose, perché così non si può andare avanti”.
L’alessandrino Riccardo Molinari non nasconde la propria soddisfazione: nonostante il sostegno di figure di rilievo come l’ex governatore del Piemonte Roberto Cota, e l’attuale consigliere regionale Gianna Gancia (moglie dell’ex ministro Calderoli), la candidatura dell’outsider di Salvini (Gianni Fava, assessore regionale della Lega in Lombardia, e già parlamentare) sotto la Mole e nelle province piemontesi ha avuto nella fase della raccolta firme riscontri modesti (6%), anche inferiori alla media nazionale del 13%.
Tutto quindi lascia pensare che domenica sera Matteo Salvini sarà riconfermato segretario federale, per poi guidare il Carroccio nella battaglia elettorale amministrativa di giugno: guardando naturalmente a quel che succederà nel frattempo a Roma. “Domenica avremo un seggio aperto in ogni provincia: ad Alessandria si voterà nella nostra sede in via Faà di Bruno, dalle 9 alle 18. Sappiamo bene di chiedere ai militanti che vivono su tutto il territorio provinciale un piccolo sforzo, ma ne vale la pena”. Possono votare soltanto gli iscritti al partito da almeno un anno. Poi, la domenica successiva, si terrà il Congresso Federale, durante il quale i delegati eleggeranno il nuovo consiglio, e che sarà anche un’occasione per ribadire la linea politica della Lega Nord, e i suoi obiettivi”.
Molinari intanto è impegnato a ‘tirare le fila’ della campagna elettorale amministrativa in Piemonte: “Oltre a Gianfranco Cuttica di Revigliasco ad Alessandria, abbiamo candidati sindaco della Lega a Omegna, Caselle Torinese, e nei comuni della Val Sesia. In tutta la regione, a parte pochissime eccezioni legate a logiche locali, la scelta è stata quella di puntare su una forte coalizione di centro destra, per offrire ai piemontesi una prospettiva concreta di governo, da completare poi ovviamente con il voto delle Regionali del 2019, con cui i piemontesi dichiareranno conclusa l’infelice esperienza di Chiamparino”.
E. G.