Caro Chiamparino, l’ente pubblico non è una fabbrica

Chiamparino nuovaSiamo esterrefatti di fronte all’ennesima provocazione da parte del Presidente Chiamparino che ieri, in un convegno pubblico, ha affermato che negli uffici pubblici ci vogliono le stesse regole della fabbrica.
Non si può paragonare la fabbrica all’ente pubblico: la prima produce oggetti, i dipendenti pubblici hanno il contatto quotidiano con le persone a cui erogano servizi essenziali e costituzionalmente garantiti quali salute, istruzione, sicurezza.
Innanzitutto vogliamo ricordare al Presidente Chiamparino come lui ha voluto definirsi al Convegno di ieri “ex sindacalista” che i colleghi di tutto il P.I. e quindi anche della Regione Piemonte da 8 anni non hanno il rinnovo contrattuale
Il Presidente Chiamparino, inoltre, dovrebbe sapere che il lavoro privato e quello pubblico sono svolti sulla base di regole diverse. Il sindacato per anni si è battuto affinché il rapporto di lavoro nella PA non fosse più regolato legislativamente ma attraverso accordi pattizi tra le parti (come accade nel privato). Eravamo andati avanti su questo percorso poi, improvvisamente, la politica, non noi, ha deciso di tornare indietro, disciplinando nuovamente il settore. Forse qualcuno ai piani alti temeva di perdere potere e, quindi, fette di consenso?

Il Presidente Chiamparino parla di incentivi. Non ci siamo mai sottratti al confronto per far si che il merito e l’impegno fossero adeguatamente riconosciuti ma, a proposito di regole diverse, perché nel privato questi emolumenti sono soggetti a benefici fiscali e nel pubblico no?
Come si nota, Presidente Chiamparino, è diverso operare in una fabbrica o operare in un ufficio.

Arrivando all’Ente che il Presidente Chiamparino governa gli ricordiamo che, da circa un anno e mezzo, c’è stata una forte riorganizzazione che ha ottenuto molti risparmi grazie anche al contributo che gli stessi dipendenti hanno dato.
Lo stesso Ente, inoltre, ha assorbito in questo stesso periodo circa 700 lavoratori provenienti dagli Enti Provincia e dalla Città metropolitana di Torino che ancora oggi, sicuramente non per negligenza o insipienza dei dipendenti, non sono in grado di aver riconosciuta la produttività o le indennità individuali. Quindi, certamente, lui ha ragione su un punto: che forse è la politica che dovrebbe adeguarsi al cambiamento.

Il sindacato si è impegnato, con l’accordo del 30 novembre scorso per l’avvio della trattativa sul rinnovo dei contratti pubblici, a migliorare l’efficienza della prestazione lavorativa e quindi l’efficacia dell’azione amministrativa. Starà a noi, ma non soltanto a noi, trovare un’intesa che permetta di lavorare meglio e di soddisfare le esigenze dei cittadini e degli utenti.
Noi ci proveremo.

FP CGIL, CISL FP, UIL FPL