“Chiedevo solo di esistere nel tuo mondo“ Bob Maconel
Bob Maconel è un impiegato frustrato e passivo, oppresso da una vita grigia e monotona fatta di soprusi sul posto di lavoro e solitudine nella sfera privata, depresso e incompreso, si sente vittima di un esistenza che egli pare non voler affrontare con il giusto coraggio.
Un giorno, saturo delle angherie subite dai colleghi, decide di recarsi in ufficio con una pistola carica pensando che l’unico modo per uscire dalla sua situazione e rivendicare i propri diritti sia compiere una strage. Proprio quando sta per decidersi, il suo collega Coleman ha la stessa idea che però porta avanti fino in fondo precedendo Maconel ed uccidendo diverse persone. Sdraiato sul pavimento per uno strano caso del destino ma ancora in possesso della rivoltella, Bob gli spara e diventa agli occhi delle persone un impavido eroe che merita attenzioni e stima.
Forse è arrivato il momento di mostrare agli altri la sua vera essenza, quella di un uomo che sa proporre idee innovative per l’azienda e socializzare con la gente, un individuo piacevole e carismatico capace anche di conquistare il cuore della bella ed ambita collega Vanessa, ferita gravemente dopo la spararatoria.
Eppure, qualcosa sembra suggerire che la realtà vissuta da Bob presenti degli aspetti ambigui, lacune in cui fantasie e sogni si mescolano impedendogli di capire cosa realmente sia successo quel giorno, quando era determinato ad uccidere quei colleghi che tanto detestava e che invece si ritrovò a salvare diventando di punto un bianco il paladino dell’azienda.
Scorrevole ed originale questa pellicola di Frank Cappello uscita nel 2007, che affronta con efficacia il tema della solitudine dell’uomo e del mobbing sempre più frequente nei posti di lavoro, dove molti individui si sentono inutili e derisi.
Christian Slater offre una buona performance in un ruolo impegnativo, quello di un uomo insicuro e rassegnato che inizia una nuova vita proprio quando aveva deciso di terminarla, e si ritrova a dover interpretare le vesti di un signore coraggioso che ha sfidato un uomo armato e lo ha ucciso per salvare delle persone che in cuor suo avrebbe voluto vedere morte.
Bellissima ed azzeccata per la parte Elisha Cutbert che qui impersona una giovane di ottimo aspetto e voraci ambizioni, messa fuori gioco da un terribile evento che la costringe su di una sedia a rotelle, condizione amara da lei poi sfruttata per poter riflettere sul proprio vissuto e scoprirne diversi lati mai considerati prima. Dovrà cambiare se stessa per potersi adattare alle circostanze, percorso doloroso e complesso in quanto propria natura rimane immutata anche quando in apparenza sembra evolversi in qualcosa di diverso.
Lo spettatore segue lo svolgersi dei fatti chiedendosi se ciò che gli appare sia vero o meno, cercando di identificarsi in un individuo ormai alienato dal mondo che si è chiuso profondamente in se stesso, inconsapevole del proprio valore come essere umano e vittima ‘dell’etichetta sociale’ che lo identifica come soggetto poco interessante dal punto di vista professionale ed intimo, vista la sua totale incapacità di presentare se stesso in maniera decisa e positiva.
Una storia di ordinaria disperazione ambientata in una metropoli come tante, all’interno di un ufficio in cui persino i festoni appaiono freddi e formali, specchio di una società in cui avanza solo chi non ha timore di prevaricare il prossimo, che in un momento di sconforto può decidere di scomparire.