“Si scrive Trifoglio, si legge Borgoglio”, è l’unica mezza cattiveria che si riesce a cogliere tra le righe (“ma è una battuta”) del discorso di Rita Rossa, che giovedì mattina ha scelto il bar Alba, nel più ‘profondo’ Cristo, per dare il via alla campagna elettorale, annunciando ufficialmente la propria ricandidatura a sindaco di Alessandria.
C’è davvero poco sprint però, nelle parole del primo cittadino del capoluogo, attorno a cui pare francamente lontano l’entusiasmo del 2012, con le fiaccolate, gli slogan all’insegna della partecipazione e del ‘nessuno resterà indietro”. Passi da gambero, nel frattempo, li ha fatti invece, eccome, tutta la comunità alessandrina: a cominciare dal tessuto economico e sociale locale. E se è pur vero che questa è situazione ampiamente diffusa su scala nazionale, è evidente che ognuno deve fare i conti a casa propria, e chi guida la macchina ne risponde.
Rita Rossa fa con puntiglio l’elenco dei propri meriti e di quelli della squadra (“ma è presto per dire chi sarà riconfermato”): il risanamento dopo l’inevitabile dissesto, il Meier, Piazza Santa Maria di Castello, Borgo Rovereto, le risorse per la Cittadella, il teleriscaldamento (questione in verità piuttosto controversa, eppure il sindaco giura che la cittadinanza non aspetta altro!), le strade asfaltate (??), la riapertura del teatro comunale (???) il prossimo ritorno del porta al porta in Fraschetta, ecc ecc.
In prima fila fra i sostenitori del sindaco al bar (e regista della sua campagna elettorale) c’è Paolo Filippi, per 10 anni presidente della Provincia, oggi coordinatore del Pd casalese. Poi, in ordine sparso, il segretario cittadino Daniele Coloris, gli assessori Mauro Cattaneo, Gotta e Oneto, i consiglieri comunali Di Salvo, Barone e Procopio. Defilato in un angolo, come si addice ad una ‘eminenza grigia’, l’inossidabile Agostino Gatti.
“Ma un errore, una scelta che non rifarebbe?“, osa un giornalista. La risposta è quella classica di chi pensa di non aver sbagliato nulla: “Probabilmente avremmo dovuto prestare più attenzione alla comunicazione: abbiamo sottovalutato certi passaggi, avremmo dovuto essere più espiciti”.
Tra gli avversari, è il nome di Oria Trifoglio che fa scattare Rita Rossa all’attacco: “E’ stata capolista della lista civica che mi ha sostenuta, e vice sindaco: magari se alcune delle proposte che avanza oggi le avesse formulate allora…”. E poi: “con lei ci sono due politici di lungo corso, e di mestiere, come Carla Nespolo e Felice Borgoglio. La battuta viene facile: si scrive Trifoglio, si legge Borgoglio”. Ma in caso di ballottaggio, porta se non aperta quantomeno socchiusa: “Con lei, come con Gianni Ivaldi che ho rivisto di recente, la stima c’è, e molti valori comuni anche: vedremo”.
Anche perchè al ballottaggio prima bisogna arrivarci, e nulla oggi è scontato. Se non che a cercare di riconfermare Rita Rossa al piano nobile di Palazzo Rosso ci saranno quattro liste: Pd, lista civica, Moderati, Sinistra Italiana/Articolo 1 Democratici e Progressisti (i seguaci di Penna e Fornaro alleati, insomma). Per l’elenco di tutti i candidati occorrerà però aspettare la fine di questo mese, più o meno.
Prossimo appuntamento pubblico con gli alessandrini giovedì 20 aprile in Fraschetta, al cineteatro Macallè di Castelceriolo: “di nuovo in periferia, perchè è da qui che vogliamo ripartire, dalla nostra storia e dalle nostre radici popolari”. Basterà?