Che la vicenda Malerba sarebbe stata sapientemente rispolverata in campagna elettorale lo avevamo facilmente previsto già lo scorso autunno, e non ci stupisce.
La politica è sempre stata, è e sempre sarà sangue e merda, secondo l’insuperata definizione di Rino Formica. E chi cerca di ‘mettersi di traverso’, e di far saltare un intero ‘sistema’ (che peraltro affonderà da solo, basta avere ancora un po’ di pazienza), sa a cosa va incontro.
Ma, appunto, à la guerre comme à la guerre, e chi, come i Cinque Stelle, attacca a tutto campo, non può che attendersi una risposta a base di artiglieria pesante, e con armi anche non convenzionali. Personalmente sono stupito che Grillo sia ancora a piede libero, figuratevi.
Qui però (e mi rivolgo alla sempre meno dignitosa e rispettabile categoria dei giornalisti) l’arma utilizzata per entrare ‘a gamba tesa’ nella battaglia politica è una persona in condizioni di oggettiva debolezza, precarietà, difficoltà personale. Un adulto che deve affrontare le conseguenze dei suoi errori, per carità. Ma esageruma nen, per favore: non stiamo parlando di un mostro.
Vi sembra davvero che sia il caso, esimi colleghi che avete pubblicato un video assolutamente superfluo e voyeuristico (subito rilanciato dai tg nazionali, of course), e vi siete affrettati a condividerlo sui social, di accanirvi così su un debole, uno sconfitto, una persona che certamente ha già tanti motivi oggi per stare male?
Qual è il valore aggiunto che avete portato? Decine di migliaia di click ai vostri siti Internet, certamente: e considerato che parliamo di giornali e case editrici in profondo rosso, che vendono oggi meno del 50% delle copie di dieci anni fa, e sono sull’orlo del baratro, vi illudete forse che questa sia una boccata d’ossigeno. Ma è invece, credetemi, soltanto un passo in avanti, l’ennesimo, verso la barbarie, il disfacimento rapido che stiamo vivendo in presa diretta in questo povero paese.
“Dai, in fondo è il vostro mestiere che è così, lo fai anche tu quando ne hai occasione”, mi ha detto un amico con cui ho provato a confrontarmi (diciamo pure sfogarmi, e calmarmi un po’) dopo aver visto il ‘montare’ di questa vicenda di basso sciacallaggio, che definire professionale è offensivo per chi questo mestiere cerca ancora comunque di farlo, alla meno peggio.
No, caro amico: a chi scrive piace da matti stuzzicare, e magari anche far emergere con piccola cattiveria qualche maldicenza su chi comanda. Ma CorriereAl ha smesso di criticare Grassano (l’omonimo, si intende) quando dal Parlamento è passato alle patrie galere; Fabbio lo ha ‘pungolato’ (e lui sapeva incassare con eleganza, rispettoso del ruolo della stampa) nel merito quando era sindaco, ma mai ha condiviso l’approccio di chi ha cercato di farne un capro espiatorio, e con Malerba appunto mi guarderei bene dalla speculazione su una penosa traversìa personale, che già certamente ha costi pesanti per il consigliere comunale alessandrino.
Oggi è un giorno triste per l’informazione alessandrina, e nazionale: il giorno degli sciacalli.