All’Outlet di Serravalle Susanna Camusso arriva intorno alle 19, prima della chiusura dei negozi, per una visita ‘a sorpresa’. Trova ad attenderla sindacalisti e giornalisti: non il management della struttura, a cui del resto non era stato richiesto nessun incontro.
Un rapido ‘giro’ tra le ‘griffes’ del centro commerciale, e dichiarazioni piuttosto bellicose: “Tutto molto bello, sembra Disneyland: ma il mondo del lavoro non è una fiaba, e dai diritti dei lavoratori non si può prescindere, mai”. E ancora: “Tutti noi facciamo acquisti nei centri commerciali, ma non si può spacciare per cultura quello che succede qui dentro. La cultura è un’altra cosa”. E sui lavoratori (circa 2.000, di cui circa 500 nuove assunzioni solo pochi mesi, in occasione dell’ampiamento della struttura) impiegati nei circa 240 negozi dell’Outlet Camusso è chiara: “Per loro chiediamo maggiori tutele: ci sono troppe difformità, troppa precarietà”.
Il ‘filo rosso’ è quello dei diritti: “Anche gli ospedali sono sempre aperti, anche le acciaierie: ma con una assoluta trasparenza in termini di garanzie e tipologie contrattuali, e con adeguate integrazioni in caso di lavoro festivo: che deve rimanere una scelta, non un obbligo”.
La cena con i ‘fedelissimi’ della Camera del Lavoro di Alessandria, capitanati dal segretario confederale della Cgil Tonino Paparatto, da Fabio Favola, della Filcams Cgil, e da Pier Massimo Pozzi, segretario della Cgil Piemonte (anche lui alessandrino) è rapida, in una pizzeria dello stesso Outlet: per la segretaria Camusso pizza margherita, birra e riflessioni sul mercato del lavoro con i commensali.
Poi tutti in auto, verso il Centro Dolci Terre della limitrofa Novi Ligure. Lì, al Museo dei Campionissimi, sono tutti in fibrillazione da un po’: circa 350 persone, forse più, tanto sindacato confederale (sul palco parleranno lo stesso Favola, Sergio Didier per la Cisl, Maura Settimo della Uil). Non molti i politici presenti: tra questi il senatore Federico Fornaro, e il sindaco di Novi Rocchino Muliere.
Nel mirino del relatori finiscono anche le liberalizzazioni di Bersani: “la questione va posta a livello nazionale, di sistema”, sottolinea Fabio Favola.
Poi la parola passa ai rappresentanti dei lavoratori dell’Outlet: “siamo qui per ascoltare loro, e per capire come cercare di migliorare le loro condizioni professionali”.
Le parole d’ordine che ritornano, nelle diverse storie personali, sono sostanzialmente due: famiglia, e libertà di scelta. Lavorare nei festivi può essere solo un’opzione volontaria, non un obbligo: le lamentele maggiori che emergono, ascoltando le persone che prendono la parola, ma anche le tante disposte a raccontarsi in privato, sono proprio legate all’impossibilità di costruire relazioni famigliari stabili. Una tematica che travalica senz’altro, oggi, i confini dell’Outlet di Serravalle, ma che in questa serata trova sicuramente modo di emergere.
Quando prende la parola Susanna Camusso sono le 22,30, più o meno: le persone in sala solo almeno 350, compresi molti lavoratori di ipermercati e supermercati dell’area di Serravalle, esterni al centro McArthurGlen: ma con problemi sostanzialmente analoghi.
Il discorso di Susanna Camusso è vibrante, appassionato. La leader Cgil tocca le corde dei sentimenti, e punta al cuore del problema:. “Siamo venuti qui per ascoltare, i diritti, la rappresentanza resa complicata da una ‘selva oscura’ di contratti diversissimi tra loro prima di tutto. Non siamo di fronte ad una crisi aziendale, tutt’altro: ci dobbiamo confrontare con una realtà in piena crescita, in cui però si pone un problema di qualità dei diritti dei lavoratori. Lavorare nei festivi non può essere un obbligo, una costrizione”. E sulle modalità della protesta: “Siate uniti, non abbiate timore nel rivendicare i vostri diritti, il sindacato è e sarà sempre al vostro fianco”.
Dal canto suo, L’Outlet nei giorni scorsi ha chiarito che la gran parte dei centri commerciali in Piemonte è aperta anche a Pasqua, e che gli stessi centri targati McArthurGlen in tutta Italia decidono le modalità di apertura festiva durante l’anno “in base a valutazioni di carattere commerciale”. Sull’apertura di Pasqua e Pasquetta per la ‘città della moda’ di Serravalle, dunque, improbabile che ci possano essere passi indietro.
A questo punto, rimane sullo sfondo la domanda fondamentale: il sabato e/o la domenica di Pasqua i sindacati confermeranno o no lo sciopero dei lavoratori dell’Outlet, con annessa manifestazione?
Da oggi, conclusa la frase dei proclami e dello scontro ‘a mezzo stampa’, è probabile che si apra tra i sindacati e il Serravalle Designer Outlet la fase del confronto diretto: “c’è un rapporto tutto da costruire”, conclude Susanna Camusso. Con quali primi risultati concreti lo scopriremo nelle prossime settimane.