Come ogni primavera, continua ad aumentare il numero di piccoli di capriolo raccolti da “buoni volenterosi” in giro per le campagne alessandrine: ad oggi innumerevoli sono le chiamate fatte al Servizio Vigilanza Faunistica della Provincia di Alessandria per avere informazioni in merito.
Nei mesi di maggio e giugno il capriolo partorisce da uno a due piccoli, i quali, soprattutto durante le prime settimane di vita, rimangono per molto tempo della giornata accovacciati nell’erba a poca distanza dalla madre che bruca. Questo comportamento è una strategia che permette al piccolo di rimanere nascosto dai predatori in virtù del suo perfetto mimetismo, dato dal mantello maculato e dall’assenza di odore di cui è provvisto.
In queste circostanze i giovani caprioli non sono stati abbandonati dalle madri, stanno solo attendendo che tornino da loro appena finito di alimentarsi.
I piccoli di capriolo trovati casualmente in tali circostanze NON DEVONO ESSERE SOCCORSI, NON DEVONO ESSERE TOCCATI O SPOSTATI DA DOVE SI TROVANO, pena la loro stessa futura sopravvivenza.
L’osservatore fortuito deve al contrario allontanarsi nel più breve tempo possibile per permettere alla madre, che nel frattempo lo avrà fiutato, di tornare dal proprio piccolo per portarlo al sicuro in un altro posto.
Gli animali che, purtroppo, vengono prelevati, devono essere svezzati all’interno di strutture specializzate, con le conseguenze devastanti che ne derivano: una volta raggiunta l’età adulta, infatti, non saranno più in grado di integrarsi con i loro simili.
Inoltre, fattore ancor più grave, nel caso dei piccoli di sesso maschile, questi, identificandosi con l’uomo, quando saranno adulti, nel periodo degli amori adotteranno tutti i comportamenti rituali nei suoi confronti instaurando col malcapitato dei veri e propri combattimenti, con tutti i rischi che ne conseguono.
Cosa gradita sarebbe nel caso di ritrovamento di cuccioli nati trovati al bordo strada, spostare gli stessi avvolgendoli in una coperta, (non a mani nude) a 10-20 metri dalla carreggiata, in modo tale che la madre li possa ritrovare al suo ritorno.
Si ricorda inoltre che l’articolo 21 comma 1 lettera o, della Legge 157/1992, vieta, tra l’altro, la cattura di piccoli nati di mammiferi, sanzionando amministrativamente i trasgressori, con possibilità di valutare sussistenza di illecito penale nei casi più gravi.