Meglio anziani che gay. I figli di un pregiudizio minore [Psicologia in pillole]

sara-poggiodi Sara Poggio

 
In questi giorni si parla molto della vicenda della coppia del casalese la cui figlia è stata dichiarata adottabile apparentemente solo per un pregiudizio legato all’età dei coniugi. Per quanto abbia cercato di documentarmi, le reali motivazioni per cui è stato preso questo provvedimento appaiono nebulose e quindi, non essendo nemmeno ferrata in materia giuridica, mi astengo dal valutare l’operato della Corte di Cassazione.

Quello che mi sento di commentare, invece, è il paragone che molte persone fanno tra il togliere una bambina ai genitori solo perché anziani e dare dei bambini in adozione a coppie omosessuali. Sia i vecchi che i gay non possono avere figli naturalmente, ma sembra che, dovendo scegliere il male minore, sia meglio essere anziani!

Appare chiaro fin da subito che il benessere dei bambini passa in secondo piano rispetto alla nostre convinzioni personali su cosa sia giusto o sbagliato in termini etici e non di capacità genitoriali. Ma se analizziamo i fatti, vediamo come la coppia del casalese abbia concepito grazie alla fecondazione eterologa, effettuata all’estero perché in Italia proibita fino al 2015, esattamente come fanno single o omosessuali.
Mentre sembra che questa pratica venga perdonata agli eterosessuali, viene invece vista come strumento di manipolazione genetica per i gay.

Qual è la differenza? La differenza ce la spiega la definizione stessa di pregiudizio: Meglio anziani che gay. I figli di un pregiudizio minore [Psicologia in pillole] CorriereAl“opinione preconcetta, capace di fare assumere atteggiamenti ingiusti, specialmente nell’ambito del giudizio o dei rapporti sociali”. Gli atteggiamenti in questo caso sono ingiusti, a mio parere, per due ordini di motivi: per prima cosa si parla senza nemmeno dare un’occhiata alle ricerche scientifiche che da anni ormai si occupano di appurare se l’omogenitorialità possa avere ripercussioni sulla crescita fisica, emotiva e cognitiva di un bambino; in secondo luogo, come accennato prima, la nostra ideologia sembra prevalere sulle necessità dei figli.

Gli studi fin ora effettuati hanno dimostrato in modo unanime che l’orientamento sessuale non è una variabile interveniente sul processo di sviluppo del bambino. Le lesbiche non sono per forza meno materne delle altre mamme e i gay non sono per forza pedofili, non hanno necessariamente relazioni più promiscue e i loro figli non diventano più facilmente omosessuali. Semplicemente, hanno la stessa possibilità di essere bravi genitori del resto della popolazione! Sapete cos’è che fa davvero la differenza nella promozione dello sviluppo ottimale di un figlio? Un attaccamento sicuro ai propri genitori, che li amano incondizionatamente e li educano. Il benessere dei bambini è influenzato dal senso di sicurezza e competenza dei genitori e dalla presenza di un sostegno sociale ed economico alle famiglie.

E questa frase vale per tutti coloro che sono discriminati esclusivamente in base a caratteristiche personali che non risultano intervenire direttamente nel ruolo genitoriale. Si adatta anche alla coppia casalese? Per i giudici no e probabilmente solo la storia ci dirà se questa sentenza è frutto di pregiudizio o di comprovata incapacità.

Se avete curiosità o domande a cui vorreste risposta potete scrivermi a
poggio_sara@libero.it e i vostri quesiti saranno i protagonisti di “Psicologia in pillole”!

 


Dr.ssa Sara Poggio
Psicologa Psicoterapeuta Cognitiva

In Forma Mentis
Studio di Psicologia e Chinesiologia, Acqui Terme

poggio_sara@libero.it