Grazie a due interrogazioni a 5 Stelle in Piemonte e Liguria sono emersi nuovi dati forniti da ARPA Liguria che evidenziano la presenza di elevati livelli di inquinanti nelle acque superficiali, di provenienza dal sito ACNA. Dati ulteriormente confermati dopo l’alluvione del 24-25 novembre 2016 che ha anche prodotto danni alle strutture del contenimento. Sintomo di una “bonifica” che non garantisce neanche il confinamento delle sostanze tossiche.
Infatti per il sito ACNA non si può parlare di bonifica ma di messa in sicurezza delle terre altamente contaminate presenti nell’area. Tuttavia il progetto iniziale che prevedeva una sorta di “sarcofago” in cui confinare terre inquinate e rifiuti, non è stato completato lasciando sostanzialmente aperto un lato del sito.
E’ emerso un quadro desolante fatto di omissioni da parte di Syndial (ENI) che in passato ha addirittura venduto un’ampia area vicina al sito ACNA a privati, tutt’oggi oggetto di controlli e operazioni di bonifica e fuori della zona di contenimento e della quale ENI si occupa solo “per buona volontà in quanto non di sua proprietà o nelle proprie disponibilità”. E’ emerso che giace sospeso un esposto al TAR Liguria, presentato dal commissario ministeriale stesso otto anni fa, per ottenere l’attuazione della bonifica. A ciò s’aggiunge un’ordinanza della Provincia di Savona che obbliga la Syndial a procedere senza indugio alle necessarie operazioni di bonifica, impugnata presso il TAR della Toscana.
In tutti i documenti ufficiali non compare un solo ente piemontese, neppure la Regione. E’ evidente come la disinformazione giochi un ruolo fondamentale nel favorire chi vuole procrastinare all’infinito sia le opere di bonifica che il riconoscimento delle compensazioni per l’immenso danno ambientale subìto dai territori piemontesi. Il tutto dopo 28 anni di battaglie legali e centinaia di milioni spesi per la messa in sicurezza del sito ACNA.
Il Movimento 5 Stelle ha chiesto e continua a chiedere che venga istituito un tavolo di monitoraggio della bonifica che si riunisca con cadenza regolare, con i rappresentanti delle due Regioni, il Ministero, gli enti di controllo, i sindaci e tutte le parti sociali interessate. In modo da ottenere piena trasparenza sullo stato del sito e dei lavori in corso e che enti locali e nazionali possano muoversi di concerto per pretendere dal gestore le attività e le compensazioni dovute in tempi e modi certi. Per il bene di territori che da anni stanno cercando di superare gli effetti di un disastro ambientale storico con enormi sforzi di riqualificazione che meritano che si possa arrivare a mettere la parola fine alla storia dell’ACNA di Cengio.
Per molti anni, con le acque del fiume che tornavano ad avere un colore normale, abbiamo quasi dimenticato questo disastro ambientale. Ma non possiamo permettercelo: è giunto il momento di tornare a combattere perché sia garantita la sicurezza per la nostra valle.
Mauro Campo
Consigliere regionale M5S Piemonte
Paolo Mighetti
Consigliere regionale M5S Piemonte
Lorenzo Lucchini
Candidato sindaco M5S Acqui Terme (AL)