Nel pomeriggio di giovedì 2 marzo, il Lions Club Valenza Adamas ha ospitato, presso l’Hotel Villa Ariotto di Terruggia, il Prof. Silvio Garattini, relatore di eccellenza della conferenza: ”Invecchiamento cerebrale e patologie legate alla degenerazione del Sistema Nervoso Centrale”.
Farmacologo di fama internazionale, fondatore dell’”Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri” di Milano, simboleggia da sempre la figura dello scienziato che, sin dagli anni Sessanta, ha rappresentato l’Italia con l’autorevolezza di chi alla ricerca ha dedicato tutta la propria vita.
Delle vicende che hanno portato alla fondazione dell’Istituto Mario Negri, il Prof. Garattini parla come di una “bella fiaba”, iniziata quando, nei primi anni Sessanta, incontrò il gioielliere milanese Mario Negri, che, colpito da tumore maligno, prima di morire destinò un’ingente somma di denaro affinché il Professore fondasse un istituto di ricerca farmacologica d’avanguardia. Come unica condizione pose che la direzione dell’Istituto fosse affidata, per sempre, a Silvio Garattini stesso. E così fu.
Il soggetto della relazione proposta è quanto di più attuale in tema di ricerca farmacologica. Partendo dai più recenti dati sull’invecchiamento della popolazione, il Prof. Garattini ha descritto le condizioni fisiologiche e degenerative del nostro cervello. Rappresentando il funzionamento dei neuroni cerebrali e illustrando il meccanismo di propagazione degli impulsi nervosi che avviene a livello delle giunzioni sinaptiche, è stato evidenziato il ruolo patologico delle Placche Amiloidi e dei Grovigli Neurofibrillari. Proiettando immagini ottenute tramite PET (Tomografia a Emissione di Positroni) unita all’utilizzo di sostanze traccianti, si sono viste con chiarezza le modificazioni a carico della struttura cerebrale. Modificazioni che si concretano in una irreparabile perdita di capacità cognitive e peso del cervello, conseguenze degli irreversibili danni a carico dei neuroni. Le esperienze di laboratorio su “Topi Alzheimer”, evidenziano in modo inconfutabile la progressiva atrofia che segue inesorabilmente il progredire della patologia, nel topo come nell’uomo. Chiare e scientificamente provate, le cause che possono favorire o, al contrario, prevenire l’insorgenza della Demenza. Come ormai ampiamente provato, l’attività fisica, l’alimentazione e una continua attività di esercizio cerebrale sono fattori preventivi di primaria importanza.
Sul fronte delle terapie, il Professor Garattini ha illustrato le più recenti esperienze volte a testare un nuovo farmaco ammesso alla sperimentazione: l’Aducanumab. Anticorpo monoclonale umano ricombinante, Aducanumab ha dimostrato, negli animali da laboratorio, di essere in grado di ridurre l’entità delle placche Amiloidi. Attualmente in Fase III di sperimentazione, è il principio attivo che potrebbe, grazie alla maggiore selettività di azione rispetto agli altri farmaci attualmente in terapia, rappresentare la nuova arma contro la Demenza. Tuttavia, molti sono ancora i dubbi circa l’attività farmacologica e la tossicità sull’uomo.