“ Io sono il creatore…di uno show televisivo che dà speranza, gioia ed esalta milioni di persone” Cristof
Vi succede mai di sentirvi osservati? Di vivervi come se foste un punto cardine per un qualcosa di indecifrabile?E quante volte si desidera partire verso mete sconosciute lasciandosi ogni cosa alle spalle?
Truman Burbank, impiegato trentenne sposato con una donna piacente ed algida, prova queste sensazioni sempre più spesso. L’uomo, che ha vissuto sin dalla nascita a Seaheaven, isolotta sperduta dove non succede mai nulla, si sente come rinchiuso in una prigione confortevole e monotona dalla quale vorrebbe evadere. Ogni tanto si confida con Marlon, suo amico dai tempi delle scuole, ma nonostante il supporto del coetaneo, si trova comunque in uno stato di insoddisfazione e disagio.
Fin qui non ci sarebbe nulla di così sconvolgente: ma quello che Truman non sa è che la realtà in cui vive da sempre è solo un gigantesco set cinematografico, in cui ogni cosa è fittizia, dai tiepidi baci della consorte al sole che sorge in base alle esigenze del copione.
Truman è infatti la star inconsapevole di una trasmissione televisiva creata dal cinico Cristof, eccentrico autore televisivo che manda in onda la vita del giovane in tutto il mondo a sua completa insaputa sin dalla sua nascita.
Più passa il tempo e più Truman avverte un profondo senso di smarrimento e disagio, nonostante la sua esistenza sembri procedere in maniera discreta, a parte un grande trauma del passato creato ad hoc dalla troupe per bloccare la sua voglia di allonarsi dall’isola. L’uomo si vive in maniera smarrita ed incompleta, ed è sempre più scosso da diversi episodi che lo spingono a dubitare fortemente del contesto in cui si trova. Dovrà armarsi di coraggio per trarre conclusioni efficaci e ritrovare la libertà, senza rifugiarsi nelle certezze fornite dagli altri, ma solo fidandosi delle proprie impressioni e di ciò che gli suggerisce l’istinto, lo stesso che anni prima lo avrebbe portato a stare con la donna dei suoi sogni, una comparsa poi rimpiazzata dalla fredda Meryl, da lui sposata poco dopo solo come ripiego.
Uscì nelle sale nel 1998 e fu candidato a tre premi Oscar questo film di Peter Weir, che ci appare tremendamente attuale, vista la mole di realty show che sembrano proliferare ogni giorno per saziare quel voyerismo a cui l’essere umano sembra proprio non voler rinunciare. Una vicenda che a primo impatto può risultare irreale e grottesca quella narrata in questa pellicola, ma che in verità fornisce al pubblico un messaggio molto più profondo e sentito, affrontando il problema della perenne condizione umana legata alla responsabilità di dover scegliere quale sia la strada più giusta da dover percorrere, talvolta trovandosi a preferire una realtà amara ma genuina ad una vita fatta di bugie ed ipocrisia.
Eccellente anche la scelta del cast, a cominciare dal valido Ed Harris che impersona in modo egregio uno spietato regista pronto a tutto pur di soddisfare le proprie aspettative mostruosamente ambiziose, apparendo come un demiurgo senza scrupoli custode di un assoluto e tirannico potere nei confronti di un essere umano completamente nelle sue mani, mosso a suo piacimento senza pentimento alcuno.
Cristof si sente quasi vicino ad un Dio, capace letteramente di fare il buono ed il cattivo tempo nei confronti dell’ignaro Burbank, decidendo persino quando deve sorgere il sole nella tranquilla cittadina di Seahevan, una rappresentazione moderna di un paradiso illusorio con tanto di tramonto che pare dipinto da mano celeste. Anche la scelta del suo nome suggerisce un parallelismo con un’entità soprannaturale: Cristof potrebbe anche stare ad indicare la non presenza effettiva di una reale figura che proviene dal regno dei cieli (Crist-of).
Dopo aver recitato ne “Il rompiscatole” un ruolo decisamente impegnativo, Jim Carrey prova di nuovo a togliere “la maschera” di comico dalla faccia di gomma con cui molti lo ricordano, e veste qui con talento i panni di un giovane che scopre di essere al centro di un piccolo universo creato per lui; un individuo ‘medio’ seguito morbosamente dal mondo a causa della sua posizione davanti ai riflettori, volta a porre la normalità dell’uomo come conforto per i telespettatori sorridenti e ipnotizzati davanti alle sue debolezze quotidiane spietatamente ingigantite dal potere mediatico, divenendo anch’essi complici silenziosi del diabolico complotto.
Laura Linney è invece la stereotipata e sorridente Meryl, che non poteva non chiamarsi come una celebre attrice ovvero Meryl Streep, altro elemento che suggerisce quanto sia studiato e finto il sentimento che ella prova verso Truman, avendolo sposato appunto solo ed esclusivamente per esigenze di copione e non certo per amore. Anche Noah Emmerick da vita ad un personaggio significativo, il migliore amico dal fare un po’ spaccone che “copia” il nome di un altro grande attore ovvero Marlon proprio come la leggenda del cinema Marlon Brando.
Il mare dell’isola si muove in una finta calma, quasi a ricordare le accoglienti acque di un grembo materno, salvo poi scoppiare in una tempesta con tanto di fulmini e saette che ci conduce in un’atmosfera allegorica, ricordando il mito di Prometeo, colpevole agli occhi degli dei di aver donato il fuoco della conoscenza agli umani, o rifacendosi alla parabola di Adamo ed Eva, prigionieri di un paradiso in cui l’unico obbligo era costituito dal non poter mangiare la mela proibita. Il che riporta l’essere umano al dolore terreno, ma anche a quella consapevolezza senza la quale ogni vita apparirebbe sbiadita.