“Più lavoro, meno tasse per le imprese che portano occupazione e sviluppo, e un’Alessandria che torni ad essere bella e accogliente come la ricordiamo in tanti: e per arrivarci scommetto sui giovani, che sono la nostra grande risorsa”.
E’ un Cesare Miraglia pimpante quello che si presenta agli alessandrini all’inizio di questa campagna elettorale, forte di un suo nuovo marchio (Lista Civica per Miraglia), e per il momento di due liste di appoggio: “una tutta di ragazzi e ragazze tra i 18 e i 22 anni, che sono il nostro futuro. L’altra di persone comunque nuove per la politica, e con età media intorno ai trent’anni”.
L’ex leader dei Moderati (che ha fondato in provincia di Alessandria, dopo aver esordito in politica nel 2002 con l’eclatante successo della lista civica Mara per la nostra città) ci tiene a ribadire la sua dimensione civica (“non ho mai avuto in tasca tessere di partito: faccio politica da 15 anni come comune cittadino”), e la qualità di uno staff estremamente professionale, formato da 5 professionisti guidati da Barbara Rizzi (“tutti appassionati volontari, risorse ne abbiamo poche”), attento tanto ai contenuti del programma (“che costruiremo insieme, e presenteremo via via agli alessandrini nelle prossime settimane”) quanto alla forma del messaggio (“tanti incontri con la gente, ma anche un profilo facebook interattivo e sempre aggiornato, che lanceremo nei prossimi giorni”). Al fianco di Miraglia, alla presentazione ufficiale della sua candidatura a sindaco di Alessandria, ci sono due ragazzi di vent’anni, Enrico Moscatiello e Biagio Delle Donne, in rappresentanza di un gruppo di giovani che si annuncia nutrito e motivato (“sono loro la ‘spina dorsale’ di Alessandria e dell’Italia dei prossimi anni: vogliamo provare a coinvolgerli davvero o no?”), e che in effetti, in un panorama politico locale piuttosto ‘agè’ potrebbe rappresentare una carta vincente. Anche perché i ragazzi hanno sempre alle spalle genitori e nonni che certamente non faranno mancare il loro apporto.
Miraglia ha le idee chiare: “Alessandria e gli alessandrini non meritano di galleggiare in questa situazione. Ogni tanto vedo su facebook le foto della nostra città negli anni Sessanta e Settanta, pubblicate da Antonio Maconi, e mi viene il magone: non mi voglio rassegnare al declino, e non è vero che il sindaco e il comune non possono farci nulla: bisogna averne voglia però, ed essere capaci”.
Miraglia uomo del fare dunque: evita polemiche eccessive con l’attuale amministrazione (“non sono capace di essere contro qualcuno, mai. E ho cercato di essere coerente e leale con la coalizione del 2012, anche se, a partire dalla dichiarazione di dissesto in poi, in questi anni avrei fatto scelte diverse: purtroppo è mancato completamente il dialogo, sia all’interno del centro sinistra che con gli alessandrini”), e guarda all’appuntamento di primavera come ad un momento di vera ripartenza.
Ma come? Con quali priorità? “Prima di tutto serve un ‘ente Comune’ efficiente, che valorizzi davvero le professionalità che sono al suo interno, spesso demotivate. E una multiutility che non dimentichi la sua vocazione pubblica: la mission del Gruppo Amag non è produrre utili, ma avere bilanci sani e in pareggio, erogando servizi di qualità. Si sta imboccando una strada pericolosa, che porta ad una privatizzazione dai contorni poco definiti. La multiutility deve rimanere sotto il controllo dei cittadini di Alessandria, ed essere guidata da manager alessandrini, non da figure che di questa città non sanno assolutamente nulla”.
Poi c’è il tema, enorme, del rilancio della città: “Il centro deve rinascere, Corso Roma, la piazzetta e tutte le vie limitrofe sono il cuore di un progetto da estendere poi a tutta la città, e alle frazioni: dobbiamo puntare sul ritorno alla piccola distribuzione, al commercio di vicinato e alle strette di mano, parlandoci, e aiutandoci a vicenda. Senza commercio e senza artigiano non c’è vita di comunità, né qualità urbana, e neppure sicurezza. Poi c’è la questione periferie e sobborghi: torneremo spesso, in questa campagna elettorale, sul tema della rappresentanza, che può e deve esserci anche a costo zero. Abbiamo un progetto preciso, che presenteremo presto, e che consentirà di tornare ad avere almeno un rappresentante dei cittadini, gratuito e volontario, in ogni paese”.
Ma davvero Cesare Miraglia pensa di poter sfidare le ‘corazzate’ (al momento non troppo agguerrite, per la verità) del centro sinistra e del centro destra da solo, per non dire del ‘fenomeno’ 5 Stelle? Nessuna alleanza, neppure ad esempio con il nascente e ‘trasversale’ quarto polo? “Si dialoga con tutti, ci mancherebbe – sorride il consigliere comunale -, ma noi un progetto lo abbiamo, e un’organizzazione già in pista anche. Se altri vogliono confrontarsi con noi, ci siamo”.
E il rapporto con la sua vecchia ‘creatura’, I Moderati? “Oggi cominciamo una nuova avventura, con persone completamente diverse, e motivate. L’orgoglio di aver creato da zero un movimento c’è, e l’affetto rimane. Ma si volta pagina, e si guarda al futuro. Naturalmente il sottoscritto rimane un moderato: lontano da estremismi ideologici, e con voglia di costruire, mai di distruggere. Gli alessandrini ci stanno già dimostrando un forte interesse, e non è vero che la gente se ne frega della politica: gli elettori però vogliono contare davvero, e con noi potranno partecipare in prima persona, ed essere determinanti nella proposta, e nelle decisioni”. La nave del candidato sindaco Miraglia è uscita dal porto insomma: “nei prossimi tre mesi ne vedremo delle belle”.
E. G.