Rossa: “Sono costretta a ritirare l’ordinanza di stop sull’utilizzo della cava Clara e Buona”. Gli ambientalisti: “l’ordinanza va mantenuta”

M5S: "Prescrizioni cava Clara e Buona: chi verifica che siano rispettate?" CorriereAl“Dopo i pronunciamenti della Regione, i vari pareri tecnici, le verifiche dell’ARPA, e alla luce dell’incontro di mercoledì pomeriggio in Prefettura, è evidente che i profili dell’ordinanza emessa il 29 novembre scorso sono ormai giuridicamente insostenibili, come sottolineato anche dal Prefetto, per cui sono costretta a revocarla prima che il TAR ne dichiari l’illegittimità, con il rischio di far subire all’Amministrazione comunale pesanti conseguenze in termini di risarcimento dei danni”.

Queste le conclusioni del Sindaco Maria Rita Rossa, dopo l’incontro sulla vicenda della cava Clara e Buona, avvenuto oggi, presenti il Prefetto, Romilda Tafuri, il presidente della Giunta Regionale, Sergio Chiamparino, gli assessori, Alberto Valmaggia e Giuseppina de Sanctis, il commissario straordinario per il Terzo Valico, Iolanda Romano, l’assessore comunale Claudio Lombardi, il consigliere provinciale, Enrico Mazzoni.

“L’ordinanza – ha dichiarato il presidente Chiamparino – è comunque servita a dareChiamparino Sergioun segnale di maggiore attenzione, in un momento di emergenza come l’evento alluvionale che ha interessato la cava Clara e Buona, mettendo in moto un meccanismo di controlli approfonditi da parte di tutti gli enti. Ovviamente siamo qui per garantire il massimo dell’attenzione e le maggiori garanzie per il conferimento di materiali di scavo, che non sono classificati tra i rifiuti speciali. Il ritiro dell’ordinanza del sindaco è dovuto al fatto che sono decaduti i motivi di preoccupazione, dopo l’effettuazione di tutti i controlli. E’ chiaro che siamo ispirati al massimo di precauzione a tutela della salute della popolazione”.

Classifica IPR Marketing-Sole 24 Ore: Rita Rossa ancora maglia nera nel gradimento dei cittadini. Appendino miglior sindaco d'Italia CorriereAl“I chiarimenti tecnici richiesti sono arrivati tutti – ha dichiarato il sindaco – nonostante permanga la preoccupazione per l’assenza di un commissariamento straordinario del COCIV e dell’Osservatorio Ambientale ad Alessandria che abbiamo richiesto. Il sindaco non può tutto: mi trovo costretta rimuovere un’ordinanza che comunque sarebbe stata revocata tra pochi giorni. Non vengo meno però al mio dovere di trasparenza (pubblicando sul sito del Comune di Alessandria tutti gli atti relativi alla vicenda) e alla richiesta di rafforzare i controlli di cui anche il Prefetto potrà essere garante. Non intendo fermarmi rispetto alla forte richiesta di veloce commissariamento del COCIV e di posizionamento in Alessandria dell’Osservatorio Ambientale. Il conferimento, se deve riprendere, riprenda anche avvalendosi di ulteriori misure di garanzia costante. Abbiamo richiesto centraline per il controllo delle eventuali fibre aerodisperse e l’installazione di un display per la verifica immediata da parte della popolazione della loro quantità”.

Si comunica che sul sito internet del Comune di Alessandria sono stati pubblicati tutti i documenti relativi alla sospensione dei conferimenti di materiale di scavo alla cava Clara e Buona a seguito degli eventi alluvionali del 27 novembre scorso.
La documentazione è consultabile al seguente link:
http://www.comune.alessandria.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/13101
Immediata arriva la replica delle associazioni ambientaliste: “La Sindaca di Alessandria mantenga l’ordinanza e si discuta subito la proposta di deliberazione sostenuta da 2000 cittadini”.

Per Legambiente Ovadese, Legambiente Val Lemme, Pro Natura Alessandria e Alessandria No Amianto dal Terzo Valico non ci sono dubbi: lo smarino di quest’opera non deve arrivare nel territorio di Alessandria né altrove.
Come già avvenuto per il Comune di Tortona, dove il movimento NO TAV tre anni fa ha proposto un provvedimento analogo, è urgente che il Consiglio Comunale discuta ed approvi la proposta di deliberazione sostenuta da oltre 2000 cittadini che prevede che il materiale di scavo del Terzo Valico non transiti neppure per Alessandria e contestualmente dichiari la contrarietà all’opera per il forte impatto ambientale e sociale, come pure per manifesta antieconomicità.

E la decisione deve essere presa indipendentemente da un auspicabile M5S: "Prescrizioni cava Clara e Buona: chi verifica che siano rispettate?" CorriereAl 1commissariamento del Cociv.

Si fa presente che lo scorso 23 dicembre Legambiente ha depositato un esposto presso la Procura con cui si chiede un pronunciamento sulla regolarità dei conferimenti con smarino additivato avvenuti prima dell’alluvione e che verosimilmente potrebbero aver creato un inquinamento ambientale nelle zone a valle. Inquinamento probabilmente difficile da rilevare oggi, in quanto è stato “democraticamente” distribuito dalla Bormida chissà fino a dove!

Ciò che dovrebbe preoccupare, tuttavia, non sono tanto gli effetti generati dalla piena recente quanto la stessa scelta di riempire un lago di cava situato a monte del campo pozzi dell’acquedotto della città. Nelle sue osservazioni dell’aprile 2015, l’ufficio Arpa di Alessandria riteneva che tale tombamento rappresentasse “certamente un elemento di notevole attenzione in termini di salute pubblica rispetto al potenziale rischio di rilascio di sostanze indesiderate in falda”. Come mai oggi Arpa Piemonte ha ignorato quanto affermato da Arpa Alessandria? Siamo certi che gli elementi attualmente disponibili sulle falde alessandrine possano scongiurare pericoli futuri? Non sarebbe il caso di applicare una politica di condotta cautelativa secondo il principio di precauzione?

Se siamo qui a disquisire sulla necessità o meno di conferire smarino in quel sito è proprio perché non c’è stato il confronto politico che la Sindaca di Alessandria tanto auspica: purtroppo ora non è più tempo. Non si può chiedere un confronto ad opera già iniziata, quando nessuno vuole prendere in considerazione l’opzione zero. Questa grande opera è stata progettata e condotta in modo pessimo: bastava fare l’analisi costi- benefici per capire che faceva acqua (letteralmente in questo caso) da tutte le parti. E nei costi dell’opera bisognava contemplare anche il rischio amianto, il rischio di inquinamento delle falde acquifere, l’inquinamento dell’aria e la messa in sicurezza nonché della manutenzione ad opera ultimata dei siti conferimento dello smarino. Tutti rischi che noi cittadini avremmo evitato se il Terzo Valico non si fosse fatto: la ristrutturazione e l’ammodernamento delle linee esistenti sarebbero stati sicuramente meno pericolosi nonché meno costosi…e forse proprio questo era il problema.

Ma voi politici non avete voluto ascoltare e ora ci troviamo a gestire enormi problemi di salute e di incolumità pubblica. Ricordiamo alla Sindaca che è responsabile per mandato della salute dei suoi cittadini: nel caso in cui la Procura accertasse che i conferimenti sono stati illegittimamente effettuati, dovrebbe essere lei a chiedere a Rfi e Cociv di risarcire i danni presenti e futuri per l’abbancamento! E il risarcimento secondo il codice è illimitato, indipendentemente dagli accordi contrattuali tra le parti.

Il Consiglio comunale e la Giunta trovino dunque il modo per fermare tutto ciò! E contro l’arroganza e lo strapotere di Cociv chiedano al Governo di togliergli l’affidamento e di annullare l’opera che, oltre a devastare ed inquinare il territorio, è inutile e molto costosa.

Se un sindaco non può fermare il Terzo Valico, ha però il dovere istituzionale di metter in atto ogni possibile azione per difendere la salute della comunità e l’obbligo politico di fermare lo sperpero di denaro pubblico.

 

Legambiente Val Lemme
legambiente.vallemme@tiscali.it

Legambiente Ovadese e Valle Stura
info@ambienteal.it

Alessandria No Amianto dal Terzo Valico
Alnoamiantodalterzovalico@gmail.com

Pro Natura Alessandria
pronaturaal@alice.it