Avevamo scritto qualche giorno fa con interrogativo di cosa l’amministrazione dicesse al basta dei poliziotti silenti della casa di reclusione di Alessandria in astensione volontaria della mensa obbligatoria di servizio dal 22 dicembre scorso e ci si chiedeva che fine avesse fatto quella loro richiesta di donare le derrate alimentari a favore della Caritas.
Oggi l’abbiamo saputo all’incontro regionale avanti il Provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria per il Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.
Abbiamo sentito infatti, e oseremo dire finalmente perché solo così riusciamo a capire tale siffatto immobilismo, che per l’amministrazione: “Alessandria non è una priorità”.
Le carenze d’organico riconosciute nei giorni scorsi sono errate!
L’istituto di “San Michele”, ci è stato detto oggi, prevede nel ruolo agenti e assistenti un organico di 189 unità e vi sono amministrate ben 173 unità con quindi un organico in sofferenza di sole 16 unità. La consorella invece, la casa circondariale di Alessandria “Cantiello e Gaeta” di piazza Don Soria, consta, nello stesso ruolo, un organico previsto di 145 unità con 145 unità amministrate e una carenza d’organico pari a 0.
Ciò vuol dire che noi nei giorni scorsi abbiamo dato i numeri, che il comandante di reparto ha dato i numeri, che la direzione ha dato i numeri, che il personale protestante da i numeri! E che quindi Alessandria, casa reclusione, veramente non è una priorità rispetto ai restanti istituti piemontesi e del distretto di appartenenza. Ma con tutte queste “cantonate” prese, non è che per caso la protesta è nata perché i poliziotti volevano fare una dieta? Che fosse per questo davvero?
Però, se ci riflettiamo, ci viene da chiederci, ma perché allora sono state promesse 3 unità dalla casa circondariale cittadina, le 10 unità distaccate fuori distretto, le 7/8 unità promesse da Alba e un impianto tecnologico di video sorveglianza automatizzata per il recupero di altre unità?
I conti ci danno un incremento di 20/21 unità da aggiungerne altre con quelle recuperate dalla tecnologia dinamica. Ma così facendo l’amministrazione regionale incrementerebbe l’istituto di 4/5 unità oltre l’organico previsto procurando un esubero di personale. Sinceramente non ci capiamo più nulla, forse perché non sappiamo o non conosciamo il gioco delle tre carte. Ci dovremmo attrezzare per questo.
Orbene, non sappiamo giocare, lo ammettiamo, sappiamo però analizzare e osservare e soprattutto denunciare quello che riteniamo ingiusto ed antisindacale.
Le trattative così non ci piacciono. Le scelte dell’amministrazione regionale non ci piacciono. Il non rispetto delle regole non ci piace. La non accettazione e la volontà manifesta a violare gli accordi non ci piacciono.
Per questo chiediamo trasparenza e legalità. Chiediamo l’immediata applicazione integrale dell’art. 5 dell’Intesa regionale sulla mobilità del 20 maggio 2010.
Voglia l’Onorevole Ministro, il Capo dipartimento, il direttore generale del personale e delle risorse accertarsi di quanto sopra denunciato riportando nella regione il rispetto delle regole e degli accordi vigenti cui l’amministrazione si è impegnata con la sottoscrizione degli stessi.
Ulteriori ingiustificati ritardi al rispetto degli impegni assunti verranno considerati come inadempienze contrattuali e pertanto degne di attenzioni giuridico-legali cui la scrivente si riserva di adire se non riceverà riscontro nei prossimi 15 giorni.
Salvatore Carbone
Segretario generale UILPA