In merito all’ordigno, risalente alla Seconda Guerra Mondiale, rinvenuto il 6 gennaio in un’isola di ghiaia del Fiume Po, nella zona cittadina compresa tra Piazza Venezia e Nuova Casale, l’assessore con delega alla Protezione Civile di Casale Monferrato Sandro Teruggi comunica che, in seguito alle analisi tecniche compiute dall’Esercito, il Comitato Tecnico di Coordinamento, composto Prefettura, Questura, Esercito, Carabinieri, Protezione Civile Provinciale, Provincia di Alessandria e Comune di Casale Monferrato, ha deciso che il brillamento «verrà di effettuato altrove per una serie di circostanze legate alla vicinanza del luogo di attuale collocazione dell’ordigno alla conduttura dell’acquedotto».
Al momento non è ancora stata fissata la data per l’operazione di trasporto in altro luogo del residuato che, tuttavia, avverrà certamente entro il mese di febbraio nella giornata di una domenica per arrecare minori disagi possibili alla popolazione, agli studenti delle scuole e ai pendolari. «Non abbiamo una data certa perché è necessario il rientro di mezzi e materiali dell’esercito attualmente impiegati in Centro Italia per le emergenze legate al sisma e al maltempo» continua Teruggi.
Le operazioni richiederanno l’evacuazione per poche ore della popolazione nel raggio di 500 metri dal luogo in cui verrà prelevato il residuato e la contestuale interdizione all’accesso dei civili della stessa area.
Tra le ulteriori precauzioni che verranno prese ci sarà anche la chiusura del ponte stradale, benché più lontano del raggio interessato dall’evacuazione, per consentire il transito dei mezzi d’opera dell’Esercito.
Un’apposita ordinanza del sindaco Titti Palazzetti, emanata e resa pubblica con diversi giorni di anticipo, permetterà alla popolazione di essere debitamente informata sui dettagli dell’operazione.
Durante la chiusura dell’area di 500 metri attorno all’ordigno le forze dell’ordine garantiranno la sicurezza della zona contro atti di sciacallaggio.
«La popolazione non ha di che preoccuparsi, l’ordigno già da diversi giorni è isolato con un bunker di sicurezza e vigilato dalle forze dell’ordine, inoltre dal 10 di gennaio è attiva un’ordinanza di divieto di accesso all’area attigua» conclude Teruggi.