“La ripresa passa dall’impresa”, diceva solo tre anni fa Susanna Cichero, attuale vice presidente del Gruppo Giovani di Confindustria Alessandria, che ha guidato dal 2007 al 2010.
Una dichiarazione d’amore per l’Italia, e per il suo mestiere di imprenditrice: ma anche un grido d’allarme, a fronte di un fisco, e di un sistema di regole e burocrazia, che la voglia di ‘fare impresa’ sembra disincentivarla in toto.
Oggi è cambiato qualcosa, in positivo o in negativo? Quella della famiglia Cichero è una bella storia di family business, come dicono gli anglosassoni: ossia un’impresa di famiglia, la Protezione Ambientale srl, fondata negli anni Novanta da Luigi Cichero (“con il contributo fondamentale di mia mamma Giuseppina, fin dall’inizio, e oggi più che mai”), e che nel tempo ha visto l’inserimento in azienda appunto di Susanna (“sono laureata in chimica, come mio papà, e all’interno dell’azienda sono la responsabile della Qualità”) e del fratello Giorgio, laurea in Economia e un approccio internazionale, che consente alla Protezione Ambientale (sede amministrativa e laboratori nella zona Industriale D3 di Alessandria) di guardare al mercato europeo, e non solo: “siamo partiti da Spagna e Portogallo, quest’anno guarderemo anche altrove”.
Proviamo a capire, dialogando con Susanna Cichero, come una giovane imprenditrice guarda al futuro del Paese, e anche di casa nostra: e scopriamo, strada facendo, una persona con molte passioni, dal giornalismo ai viaggi. Mentre la politica….
Dottoressa Cichero, tre anni dopo ‘la ripresa passa dall’impresa’ rimane un concetto fondamentale? E a che punto siamo?
Assolutamente sì, e non deve essere solo uno slogan. Noi ci crediamo fortemente, investiamo, sviluppiamo nuovi progetti. Chiaramente ci aspettiamo che da parte delle istituzioni, a tutti i livelli, si lavori seriamente per crearle, le condizioni della ripresa.
La sua azienda opera sul mercato locale?
Ci occupiamo di protezione ambientale ad ampio spettro, prestando i nostri servizi e le nostre competenze sia ad aziende private che pubbliche, e spaziando dall’analisi (delle acque ad esempio, o dei terreni) alla consulenza personalizzata, alla formazione, alla medicina del lavoro. Siamo trasversali ai diversi settori di mercato, dalla meccanica all’agroalimentare, ovunque ci sia bisogno di noi. Assistiamo il cliente in tutto il percorso, fino alla certificazione, che però non siamo noi ad erogare. Il nostro business oggi è all’80% in Piemonte, ma ci guardiamo attorno…..
Verso le regioni limitrofe, ad esempio?
Certamente, valutando anche possibili acquisizioni. Oggi siamo la struttura del nostro settore più grande della provincia di Alessandria, ma di fatto siamo una realtà intermedia: non più impresa solo famigliare, come alle origini, ma neppure un grande player. In questi casi si cerca di crescere, anche perché la passione non ci manca. Guardiamo con interesse anche al mercato internazionale, partecipando ad appuntamenti importanti del settore, che consentono di entrare in contatto con clientela qualificata.
Lavorate anche su terreni ‘delicati’, come quelli dell’amianto a Casale, o del Terzo Valico?
In questo momento no, ma certamente siamo attrezzati per operare anche su quei fronti.
Quante persone operano in azienda, e con quali profili professionali?
I dipendenti sono ormai una ventina, e si tratta ovviamente di profili molto specialistici: si va dai periti chimici, a chimici e biologi, oltre a 2 tecnici della sicurezza. Un bel team.
Dottoressa Cichero, lei è impegnata anche oggi all’interno di Confindustria, e dal 2007 al 2010 ha guidato il gruppo dei Giovani Industriali della provincia: cosa le è rimasto di quell’esperienza?
(sorride, ndr) Moltissimo, davvero. Alcune delle mie principali frequentazioni e più profonde amicizie di oggi sono nate in quel contesto. Confindustria è una grande palestra per un giovane: consente di confrontarsi da un lato con coetanei che magari operano in settori diversi, ma con problematiche in buona parte comuni, e anche di apprendere molto dai senior…
Ma non c’è un po’ una spinta al ricambio generazionale? Del tipo fatevi da parte, che vi facciamo vedere noi come si fa?
No, per quanto mi riguarda proprio no: mai stata una rottamatrice, per intenderci. Mi piace confrontarmi, capire da chi ne sa di più. Poi certo, se ho delle idee le propongo, e cerco di realizzarle: ma sempre in un’ottica di collaborazione. Su un solo fronte, a pensarci bene, non sono riuscita a coinvolgere i giovani colleghi e amici di Confindustria quanto avrei voluto…
Ossia? Ci fa incuriosire….
I viaggi! I viaggi sono la mia autentica passione, sin dai tempi del liceo scientifico, e dell’Università (all’ateneo alessandrino, ndr). Per parecchi anni mi sono anche occupata di organizzarli, per conto di un conosciuto brand del settore: mi divertivo moltissimo, ho girato tanto, e conosciuto anche persone stimolanti. Però appunto i miei colleghi di Confindustria su questo fronte sono riuscita a coinvolgerli meno di quel che avrei voluto. Ma c’è sempre tempo: anche se oggi, che sono diventata moglie e mamma, ovviamente organizzo viaggi un po’ diversi, meno movimentati. Ai tempi del liceo però mi piaceva anche molto il giornalismo: partecipai ad un progetto in cui furono coinvolti i diversi istituti superiori alessandrini, molto stimolante.
E la politica dottoressa Cichero? Ci ha mai pensato seriamente? Quest’anno ad Alessandria si vota…
(sorride, ndr) Sì, lo so bene, e non nego che in passato mi siano anche state fatte proposte che mi hanno lusingata. Non è che la politica, intesa come gestione delle questioni che interessano la collettività, e la nostra comunità, non mi interessino. Ma penso che sia davvero un mestiere quello del politico, anche se oggi va di moda affermare il contrario: servono competenze, che certo si possono acquisire, ma soprattutto ci vuole tempo, tanto tempo, se vuoi fare le cose sul serio. E per me oggi sarebbe tempo sottratto alla mia azienda, in una fase importante di crescita, che necessita di un forte impegno sia mio che di mio fratello. Senza dimenticare la famiglia, ovviamente.
Chiudiamo con un consiglio ad un neolaureato di oggi, figlio di imprenditori o anche no?
Un’esperienza all’estero, senza alcun dubbio. All’epoca io preferii entrare subito in azienda con i miei, mi sentivo molto coinvolta. Ma a posteriori un ‘passaggio’ in una realtà diversa da quella di famiglia penso che sarebbe meglio farla: e già che la si fa, meglio all’estero appunto, per esplorare un mondo del tutto diverso, non solo professionalmente. Insomma, la mia passione per i viaggi emerge sempre…
Ettore Grassano