di Enrico Sozzetti
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Alessandria, che città! Se scorri le cronache locali ufficiali, è tutto tranquillo. Negozi aperti pieni di clienti con associazioni di categoria che presentano il programma delle attività dell’anno con uno stile in Golden Globe Awards, il Comune che esegue opere mirabolanti e gestisce al meglio l’ordinaria amministrazione, senza farsi mancare un costante sguardo al ponte Meier, diventato ormai il totem del terzo millennio. I grandi progetti come il Marengo Hub che si faranno perché “i soldi dopo marzo arriveranno” (da qui all’infinito, è sempre ‘dopo marzo’). E il sindaco, Rita Rossa, che da ultima diventa prima nella classifica di gradimento perché è solo questione di prospettiva, un po’ come il bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto.
E così come una sorta di strano caravanserraglio, la politica alessandrina procede a tentoni verso la scadenza elettorale. Sempre secondo le cronache istituzionali è tutto in ordine. Il Pd e il centrodestra si riuniscono questa sera per iniziare e mettere a fuoco le candidature. Sul fronte del Partito Democratico tutti pronti, nella Direzione convocata stasera, a una ‘serena e franca’ discussione con il primo cittadino che scalda i motori (a meno che in tarda primavera non crolli tutto a Roma e si ricorra al voto anticipato: in tal caso, addio ad Alessandria e via verso la città eterna. Forse).
In ogni caso, se a qualcuno nel Pd l’ipotesi Rossa non piace, non lo dice. Però c’è chi, come Domenico Ravetti (riconfermato alla presidenza della Commissione regionale Sanità), che questa sera partecipa perché “ho un po’ di cose da dire”. Intanto non mancano riunioni carbonare fra esponenti più o meno di spicco, come quella andata in scena in un locale del quartiere Pista alcuni giorni fa.
Sul fronte del centrodestra stasera riunione intorno al capezzale di un’area politica che guardava al nome di Antonio Maconi con fiducia (e anche con il mal di pancia da parte di alcuni), ma quando gentilmente ed educatamente ha messo nero su bianco che lui, in questo momento, proprio non ci pensa a candidarsi, allora riprendono quota nomi vecchi e semi nuovi che vanno da Roberto Cava a Davide Buzzi Langhi passando per Oreste Rossi. In ogni caso, l’originalità appare un’altra cosa.
Il Movimento 5 Stelle? Dritto per conto suo verso una campagna elettorale che dovrebbe vedere incoronare il nome di Michelangelo Serra. Ma bisogna ancora attendere tutti i passaggi tecnico-informatici e telematici del movimento. Che in ogni caso, il Piemonte ha un esempio da spendere bene: il primo posto di Chiara Appendino al vertice della classifica del Sole 24 Ore come il sindaco più amato. Quanto poi a tradurre le idee in fatti, la strada, come noto, è tutta in salita.
Ma Alessandria può fare anche meglio. Tirare la volata a un ‘quarto polo’. Che se fosse nato un anno fa avrebbe forse anche potuto sbaragliare. Ma ora…
C’è infatti voluto il socialista Felice Borgoglio per mettere insieme, ieri sera alla Casa di Quartiere, una quarantina di persone (e non sono mancati assenti ‘giustificati’ dagli organizzatori: un nome fra questi, Aldo Gregori) e un parterre che ha visto, fra i tanti, intervenire e discutere diversi ospiti in modo più o meno vivace e comunque profondamente critico con l’attuale amministrazione di Palazzo Rosso. Fra i presenti, e ne citiamo solo alcuni, personaggi come Romano Anfossi, Antonio Maconi, Gianni Ivaldi, Giorgio Barberis, Mara Scagni, Pier Luigi Cavalchini, Mario Pasino, Manuela Ulandi, Fabrizio Priano, Massimo Orero, Dario Gemma. Dibattito acceso, progettualità un po’ fumosa, un nome da candidare che è pure circolato (potrebbe essere un farmacista?).
Sarà sufficiente per dare vita a qualcosa di nuovo? Il dubbio è legittimo a causa della eccessiva eterogeneità, dell’immagine non proprio nuova di alcuni e usurata di altri, dei tempi troppo stretti rispetto al voto. Anche se l’idea di fondo poteva essere buona.
Alessandria, che città!