Ve ne siete accorti anche voi, o è solo una mia impressione? E’ bastato che orologi e calendari si ‘tarassero’ sul 2017, e ad Alessandria è partita, apparentemente improvvisa, la ‘febbre delle elezioni’.
E’ ancora ‘fibrillazione’ da addetti ai lavori e da appassionati, intendiamoci. Ma l’impressione di chi tiene ‘le antenne dritte’ è che (si vedano anche i dati di affluenza del recente referendum) stia di nuovo crescendo in giro la voglia di esserci, di partecipare e contare, e perchè anche di ‘castigare’, sia pur democraticamente: perchè quando ci vuole ci vuole.
Leggetevi l’intervista di oggi con Giorgio Barberis (che per gli alessandrini, e per i lettori di CorriereAl in particolare, non ha bisogno di presentazioni) e capirete che c’è un’area laica e di sinistra che di Rita Rossa, o meglio del’Pd renziano’ che lei incarna pienamente, non ne vuole proprio sapere.
Cercano un candidato (Gianni Ivaldi? Lo stesso Barberis, che pure fa capire di voler avere un altro ruolo? O magari una ‘femme fatale’ capace di canalizzare forze ed entusiasmi anche differenti, e post ideologici?) e certamente lo/la troveranno, da qui a marzo. Bisognerà però capire quanto quest’area saprà amalgare istanze, progetti e anche generazioni diverse, e se saprà diventare movimento di massa. Altro dubbio: che fare ad un eventuale secondo turno, se non si arriva al ballottaggio. E’ l’ipotesi Rossa versus grillini che potrebbe spaccare davvero l’area laica: c’è chi sarebbe comunque tentato da un accordo ‘classico’, all’insegna delle comuni radici, ma soprattutto della realpolitik. E chi invece propenderebbe per il ‘tanto peggio, tanto meglio’: via libera ai 5 Stelle, tabula rasa e poi si vedrà.
Già, i 5 Stelle: in questo momento sono in una ‘botte di ferro’. Più li attaccano, più si rafforzano. Grillo, che è un grande comunicatore, sa anche alzare i toni apparentemente ‘a sproposito’, ed è sufficiente che la solita compagnia di giro (‘grandi’ giornalisti in primis) lo attacchi a testa bassa per rafforzare il Movimento: del resto gli altri sono talmente screditati da passare dalla parte del torto sempre, persino quando potrebbero avere ragione. Perchè conta la predica, ma oggi pesa spesso di più il pulpito.
Ad Alessandria aspettiamo candidato (l’architetto Michelangelo Serra?) e la lista dei 32 aspiranti consiglieri per fine gennaio: per i tecnici c’è tempo. La vera sfida per i 5 Stelle, del resto, anche ad Alessandria sarebbe ‘in sedicesimo’ quella di Roma: ‘scansare’ il più possibile i Marra mandrogni, sapendo bene che la soluzione ottimale, la ‘tabula rasa’, si può fare in un’azienda privata (state seguendo le vicende del Sole 24 Ore? Caso interessante), mentre in un ente locale è un po’ più complicato. Anche se non impossibile.
Il centro destra invece? E’ nell’acqua alta ci pare, o nella palude. Fate voi. In questi mesi chiunque abbia tirato fuori la testa (o sia stato indotto a farlo) ha finito col bruciarsi, in un gioco al massacro di cui si fa un po’ fatica a comprendere il senso ultimo.
I nomi in ordine sparso li abbiamo letti, raccontati nelle interviste, evocati. Quelli dentro il consiglio comunale (Locci, Barosini, Buzzi Langhi) e quelli fuori (Maconi, Cava, Tino Rossi, Borasio, e l’elenco potrebbe continuare). Il candidato ufficiale ancora non c’è, e l’insofferenza cresce. Pare che sia sondaggi di verifica che primarie (strumento in verità rischiosissimo) non siano graditi ai più, anche se non manca chi (Locci, Barosini, ultimamente anche lo stesso Buzzi Langhi) li ha chiesti a più riprese.
A questo punto, dicono i beni informati, il primo a sfilarsi dalla bella compagnia potrebbe essere Gianni Barosini. Consigliere comunale e provinciale, ma anche segretario regionale Udc, presidente di commissione in Anci e presidente della Fand (“pressochè tutte cariche gratuite, un lavoro ce l’ho e vivo di quello”), Barosini scalpita, e chi lo conosce bene riferisce che non rimarrà ancora a lungo ‘a bagnomaria’. Lui non conferma e non smentisce, ma i 3.500 voti presi alle comunali del 2012 ne fanno un player comunque interessante e di peso, corteggiato anche dal centro sinistra. Come finirà?
“Qui ci vorrebbe un Trump alessandrino, capace di far saltare tutto gli schemi”, ci ha detto sorridendo un amico che la sa lunga. E se fosse Cesare Miraglia, il nostro Trump? Simpatia, determinazione e voglia di fare non gli mancano: pare stia lavorando ad un nuovo progetto civico, pieno zeppo di giovani in gamba. Teniamolo d’occhio.
Abbiamo lasciato fuori dal gioco dei se e dei chissà la sindaca uscente, non a caso. La ricandidatura di Rita Rossa ad oggi è l’unica ragionevole certezza (a meno di improbabili elezioni politiche anticipate, si intende), anche perchè di sondaggi e primarie nel centro sinistra non si parla più. Ma qualche problema pare esserci pure lì, soprattutto sul fronte liste di appoggio, che alle comunali contano, eccome. Ad oggi sarebbero due soltanto, quella del Pd e quella dei Moderati (il cui peso, orfani del vulcanico fondatore locale Miraglia, è francamente tutto da testare). Un po’ poco, in effetti.
Rita contro tutti insomma. E tutti contro Rita. Ma al voto mancano più o meno quattro mesi: la strada è ancora lunga.