Molinari: “Primarie ad Alessandria per il centro destra? Prima quelle fra Salvini e Berlusconi”. A gennaio la Lega proporrà il suo candidato?

Molinari 03“Primarie del centro destra per le comunali? Quando Berlusconi accetterà lo strumento anche per confrontarsi con Salvini per la leadership del centro destra ne potremo certamente parlare. Nel frattempo però il tempo stringe, e se gli altri partiti a gennaio non si daranno una mossa, ad Alessandria in particolare, la Lega si muoverà per prima: non possiamo certo abbandonare la nostra città ancora nelle mani della Rossa, o dei 5 Stelle”.

Conversare tre quarti d’ora di fila con Riccardo Molinari non è facile: per il segretario nazionale della Lega Piemont (il numero uno della Lega in Piemonte insomma, e strettissimo collaboratore del ‘capitano’ del Carroccio Matteo Salvini) anche le feste natalizie sono un incrocio di incontri, auguri, telefonate incandescenti sull’asse Alessandria Torino. Molinari però, gentilissimo e sempre ‘sul pezzo’, è un vero politico ‘multitasking’, come la sua generazione, quella dei tanto citati ‘millennials’, impone: riesce a passare da una conversazione all’altra senza mai perdere ‘il filo’, e anzi ripartendo esattamente da dove si era interrotto. Ecco allora l’occasione per fare il punto su un 2017 che sarà davvero, comunque la si pensi, decisivo sia sul fronte nazionale che locale: ci sono tanti ‘nodi’ destinati a venire al pettine, nei prossimi mesi, nel nostro paese, e certamente alla politica spetterà il compito di affrontarli, con decisioni anche radicali. “Noi siamo pronti a governare l’Italia, e naturalmente le amministrazioni locali portate allo stremo dal Pd in questi anni: a partire da Alessandria”, sintetizza Molinari. Cerchiamo di capire come, e cosa potrà davvero succedere.

 
Segretario Molinari che 2017 ci aspetta, in politica?renzi-gentiloni
Con molte incognite, ma spero anche con cambiamenti positivi, e soprattutto indispensabili. Gli italiani, con il loro voto al referendum, hanno bocciato senza appello non solo una pessima proposta di riforma, raffazzonata e peggiorativa rispetto all’esistente, ma hanno anche dato un segnale politico fortissimo: da cartellino rosso non solo per Renzi, ma per tutto il governo di centro sinistra. Che questi rispondano prendendo letteralmente in giro la gente, e riproponendo un esecutivo nella sostanza identico, sempre guidato da Renzi tramite un prestanome come Gentiloni, mi pare un atto irresponsabile, e di arroganza.

 

La Lega chiede il voto subito, e non è sola in questa richiesta: ma i numeri in parlamento dicono che Renzi e Berlusconi, se volessero, potrebbero portarci fino alla primavera del 2018…
Chi intendesse assumersi questa responsabilità, ne risponderebbe comunque poi dinanzi agli italiani: di lì non si scappa. Noi siamo stati chiari: voto subito, con la legge precedente a quella sciagurata proposta da Renzi e bocciata dagli italiani. Ossia si voti col Mattarellum, un maggioritario con quota proporzionale che comunque è già stata ampiamente utilizzata in passato. E’ evidente però che Renzi, e chi è con lui, hanno ben altre intenzioni: il governo Gentiloni è un tentativo di tirare a campare, in attesa di sciogliere i nodi interni al Pd. Ma può un paese di 60 milioni di persone, con un’economia e un sistema bancario nelle condizioni che tutti conosciamo, essere ostaggio delle beghe di potere interne al Partito Democratico? Possono essere gli equilibri interni all’Assemblea del Pd a determinare le sorti del paese?

Salvini 5Berlusconi dice che Salvini è un giovane comunista, e ora sembra propendere per un sistema elettorale proporzionale…
(sorride, ndr) Di fronte a certe battute si sorride, neanche si replica. Ma la questione della legge elettorale invece è interessante: si tratta di un passaggio dirimente, agli occhi di tutti gli elettori di centro destra. Insomma: Berlusconi dichiari una volta per tutte da che parte sta, in maniera che gli elettori possano fare le loro scelte. Vuole un proporzionale per poi fare un’alleanza con Renzi, stile prima repubblica? Non ha che da dirlo, senza sotterfugi. Lasciamo che siano gli elettori a scegliere: ma rapidamente, perché qui davvero la situazione rischia di precipitare. Peraltro ci sono tante forme di proporzionale: dipende anche dai collegi, dagli sbarramenti: dicano cosa vogliono.

L’impressione però è che Renzi sia in un cul de sac: o vota subito, o Carta Diritti Universaliaccetta di anticipare il congresso del Pd, rischiando di perdere il controllo. Senza contare la spada di Damocle dei referendum sul lavoro promossi dalla Cgil: quella rischia di essere una nuova Waterloo per il centro sinistra che l’articolo 18 lo ha cancellato….
Credo che Renzi abbia tutto l’interesse a votare prima del suo congresso: banalmente, per riempire il parlamento di persone scelte direttamente da lui. Ma questi sono francamente problemi del Partito Democratico, non certo degli italiani, che hanno altre emergenze. I referendum sono un altro passaggio fondamentale: certamente la precarizzazione strutturale del mercato del lavoro, propagandata dal renzismo come panacea di tutti i mali, non ha portato ad alcuna ripresa, tutt’altro.

 

Lei Molinari appartiene alla generazione ‘millennials’, quella dei nuovi emigranti a cui il ministro del Lavoro Poletti ha dedicato di recente riflessioni poco lusinghiere…
Poletti è un personaggio indecente, scandaloso che stia dove sta: però attenzione, la sua mentalità non è un’anomalia, ma la congrua espressione del mondo delle cooperative rosse da cui arriva. Questi sono quelli che nel 2015 (aspettiamo i dati 2016) hanno fatto arrivare in Italia 170 mila migranti, con un costo per gli italiani di circa 4 miliardi di euro. Tutte persone scarsamente qualificate, e disperate, per cui utilizzabili in filiere lavorative a bassissimo reddito. Nel frattempo, 100 mila giovani italiani, di quelli specializzati e disprezzati da Poletti, hanno fatto la valigia per trasferirsi altrove, quasi mai per scelta, ma per mancanza di opportunità. Questa è l’Italia multietnica voluta dal centrosinistra: non deve andarsene solo Poletti, deve andare a casa tutto il governo, già sfiduciato dagli italiani.

E Alessandria Molinari? Di recente anche Buzzi Langhi, capogruppo di Comune Alessandria basso altoForza Italia a Palazzo Rosso, si è detto disponibile alle primarie per individuare il candidato sindaco del centro destra. Ce la farete a trovare un accordo?
Non ho mai sopravvalutato le primarie, anche quando erano più ‘di moda’ di oggi, diciamo così. In ogni caso, per quanto ci riguarda o si utilizza lo strumento seriamente, a partire da un confronto fra Salvini e Berlusconi per la leadership del centro destra, o sarebbe senza senso ricorrervi solo in qualche contesto locale. Certamente ad Alessandria, come in altre importanti realtà del Piemonte, in primavera la Lega giocherà un ruolo da protagonista. Ci auguriamo di farlo in un percorso di coalizione con tutto il centro destra, e senza la pretesa di imporre ovunque nostri candidati: ovunque però la nostra valutazione sarà decisiva. Semplicemente perché tutti gli indicatori dicono che oggi l’elettorato di centro destra guarda alla Lega come partito trainante della coalizione. Ad Alessandria di tempo ne abbiamo già perso anche troppo, tra candidati tentennanti e altri non a tutti graditi. Gennaio sarà un mese decisivo: o ci sarà la volontà di tutti di arrivare ad una soluzione condivisa, o la Lega farà comunque la sua proposta, in termini di programma e di candidatura, e starà agli altri decidere se seguirci, o battere altre strade. Noi vogliamo correre per vincere, questo credo sia chiaro a tutti, e mi auguro che tutti gli altri partiti di centro destra condividano l’obiettivo finale: amministrare Alessandria, per darle una prospettiva di futuro che oggi manca completamente.

Urne deserteSecondo lei sarà election day, ossia abbinamento tra politiche e amministrative?
Difficile dirlo, il pallino non è in mano nostra. Dipendesse dalla Lega certamente sì: con l’ambizione di guidare fra qualche mese sia l’Italia, che le nostre città, perché o diamo un forte segnale di cambiamento, o davvero è chiaro dove e come stiamo andando a finire.

Ettore Grassano