Ogni tanto alla mia figura professionale vengono ascritti fenomenali poteri soprannaturali, tra cui leggere nel pensiero, saper risolvere ogni sorta di problema ed essere immuni da emozioni particolarmente intense e negative, come l’ansia.
Vi confido, però, che anche noi psicologi andiamo in ansia… Come mai?
Perché l’ansia è un’emozione e come tale caratterizza tutti gli esseri umani! Il problema nasce dal fatto che tendiamo a dividere le emozioni in positive e negative, quando in realtà sono semplicemente delle informazioni su di noi, su come stiamo con gli altri e con ciò che ci circonda in un dato momento; in quest’ottica appare chiaro come togliere l’ansia non sia solo impossibile, ma anche dannoso, perché perderemmo un utile strumento per orientarci nel mondo.
Devo ammettere, però, che talvolta è davvero spiacevole, soprattutto quando ci fa venire il fiato corto, la tachicardia, il sudore freddo, ci blocca la digestione e ci raffredda le estremità del corpo. Tutto ciò accade perché l’ansia ci viene quando abbiamo paura di qualcosa, reale o immaginato che sia; dal punto di vista evolutivo, quando si ha paura abbiamo davanti a noi la scelta tra due strategie di successo: scappare o attaccare. In entrambi i casi abbiamo bisogno che il cuore pompi più sangue ai muscoli, che venga immesso più ossigeno nel corpo, che venga messa in stand-by la digestione dello spezzatino della nonna e che il sangue vada a irrorare i grandi muscoli, non di certo le dita delle mani e dei piedi! Una volta affrontata la minaccia, il sistema dovrebbe disattivarsi e tutto dovrebbe tornare a uno stato di quiete.
Ed è qui che casca l’asino! Spesso non riusciamo a calmarci perché non riconosciamo la “minaccia” che provoca la nostra agitazione, che sembra colpirci come un fulmine a ciel sereno, e soprattutto perché molti di questi “pericoli” sono costituiti da pensieri che iniziamo a fare su cose successe nel passato o che potrebbero accadere nel futuro che non possiamo affrontare e da cui non possiamo scappare (i pensieri sono sempre con noi!). Ma tra passato e futuro ci dimentichiamo sempre un tempo, il PRESENTE, l’unico momento in cui stiamo realmente vivendo e che spesso passa in secondo piano: pensate a quante volte vi è capitato di trovarvi in cucina e non avere idea del motivo per cui foste li perché stavate pensando a mille altre cose e non al fatto che stavate camminando dentro casa!
Il primo passo per imparare a gestire (e non eliminare!) l’ansia è quello di affrontare i problemi uno per volta, per come si presentano nel momento presente, lasciando andare quelli che appartengono al passato e non preoccupandosi di quelli che ancora non sono accaduti (e forse non accadranno mai!).
L’ansia, come tutte le altre emozioni, non arriva dal nulla e non parte da 100, ma ha un’origine e un decorso che dobbiamo imparare a riconoscere per non esserne travolti. Quando mi è capitato di sentirmi così?, cosa stavo facendo?, con chi ero?, come mi comportavo con quella emozione? quando mi è passata? sono buone domande che ci possiamo porre per vedere come nascono, crescono e si esauriscono le nostre emozioni e per scoprire quali utili informazioni ci possano dare su noi stessi!
Auguro a tutti voi un sereno Natale e ricordatevi che se avete curiosità o domande a cui vorreste risposta potete scrivermi a poggio_sara@libero.it e i vostri quesiti saranno i protagonisti di “Psicologia in pillole”!
Dr.ssa Sara Poggio-Psicologa, Psicoterapeuta Cognitiva
In Forma Mentis-Studio di Psicologia e Chinesiologia, Acqui Terme
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