Solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici Borsalino

La vicenda della Borsalino, la storica fabbrica alessandrina di cappelli che si è vista revocare da parte del tribunale la procedura di concordato preventivo rischiando così il fallimento e la conseguente chiusura, rischia di generare nella nostra città un’ulteriore crisi sociale e occupazionale dopo il dissesto economico che già pesantemente ha colpito i lavoratori e gli strati più deboli della società.

Paradossalmente, rischia di sparire o di venire delocalizzata una azienda che, dopo le speculazioni di imprenditori senza scrupoli che l’hanno prima spolpata e poi consegnata al fallimento, stava risalendo faticosamente la china riportando il fatturato in attivo, predisponendo un piano industriale serio che prospettava nuovi livelli occupazionali (oggi sono circa 130 i dipendenti compresi quelli dell’indotto) e riconquistando fette di mercato importanti senza piegare la propria competitività a discapito della riduzione dei salari e dei diritti dei lavoratori, come invece avviene spesso nel nostro Paese.

Fermo restando il rispetto dei Giudici, riteniamo che questo non sia accettabile per il bene di tutta la nostra collettività, a partire dai lavoratori e dalle loro famiglie alle quali va tutta la nostra solidarietà ed il nostro sostegno alla loro lotta.

Tutte le opzioni disponibili per rientrare dalla crisi vanno sperimentate, dalla riapertura di una nuova procedura di concordato preventivo, all’autofallimento richiesto dalla società, alla ristrutturazione del debito.

Troviamo giusto e necessario, come sosteniamo da tempo anche per tutte le altre situazione di crisi, che il Sindaco abbia di fatto convocato un tavolo permanente di confronto tra le istituzioni e le parti sociali a partire dal sindacato, perché da questa situazione o se ne esce tutti insieme o non ce la si può fare.

Crediamo che il sindaco debba chiedere un intervento del Parlamento e del Governo se necessario, affinché questa anomalia, non nella procedura, ma nel fatto che ad uscirne penalizzata sia una delle poche imprese che concretamente prova a salvaguardare se stessa ed i lavoratori insieme, venga sanata.

Il Comune di Alessandria si ponga come una sorte di “garante” nei confronti del Tribunale e nel complesso dell’istanza giuridica a tutela del patrimonio produttivo territoriale.

Per quanto ci riguarda, siamo a fianco dei lavoratori e garantiamo il mio contributo affinché si superi questa assurda vicenda.

 

Partito Comunista Italiano – Sezione di Alessandria