Uno degli stratagemmi più utilizzati dai moderni narratori di gotico è quello di inserire un elemento storicamente autentico all’interno di vicende di genere fantastico. L’espediente tecnico, se astutamente utilizzato, è tale da mandare in crisi il famoso patto tra lettore e scrittore altrimenti detto “sospensione d’incredulità” e di farlo esitare, creando così lo spaesamento di attribuzione del genere.
Per dirla semplice, pensi di leggere un racconto fantastico dichiarato tale ma poi un accorgimento, un vero e proprio sgambetto da parte dell’autore, rimette in gioco la pertinenza dei componenti della storia, lasciando intravedere che ci sia qualcosa di vero, di “reale”, in quel che si sta sviluppando. Naturalmente non è così, anzi quell’esitazione di cui parlavamo prima, dovrebbe andare a rimodellare, ad acuire proprio l’effetto fantastico.
Uscendo dalla teoria, metto sotto la lente un mio lavoro che si chiama Croatoan Sound, un racconto che vede al centro dell’azione dei mostri assai particolari con poteri soprannaturali. La dico così per non spoilerare dato che il libro è ancora, come si suol dire, “sul mercato” e sottolineare come non ci siano dubbi sull’attribuzione di genere. Ma il testo è contornato di fattori storici con un loro bel peso specifico. Primo fra tutti l’enigma della Lost Colony di Roanoke, che oltre ad avere ispirato me, ha influenzato alla grande anche la sesta serie di American Horror Story intitolata appunto Roanoke e tutta una serie di altri riferimenti autentici di carattere geografico.
Ma l’elemento più disturbante perlomeno secondo l’autore è stato l’inserimento, come lungo spot di un certo passaggio narrativo, di un autentico fantasma (lo so bene che è un ossimoro!) proveniente dal folclore da queste parti sconosciuto della Carolina del nord: quello di una donna che si chiamava Theodosia Burr Alston e che in America è una sorta di mito. In tanti sostengono di vederla galleggiare di notte sulle acque dinanzi alle sabbie del Croatoan Sound. Un’apparizione diafana e terrorizzante che, quando ti vede, avanza verso di te. E si racconti che non ti molli sino a quando chi l’ha avvistata non raggiunge l’asfalto della strada principale.
Theodosia, malgré soi, è divenuta il simbolo della natura infida e pericolosa dei Banchi Esterni che, come le lunghe e poco visibili barriere di sabbia di Cape Cod e Sable Island, sono i diretti responsabili di più di mille naufragi a partire dalla seconda metà del 1500, da quando cioè iniziarono i commerci e i viaggi di trasporto lungo tratte marittime continentali. La distesa di mare prediletta per le sue manifestazioni spettrali è stata soprannominata “cimitero dell’Atlantico”, zona il cui fondo è costellato di navi affondate e di altri fantasmi molto meno illustri anche se altrettanto avvistati.
Theodosia nacque ad Albany, New York, nel 1783, figlia unica dell’ex vicepresidente americano Aaron Burr. Trascorse gran parte della sua infanzia sotto la stretta supervisione di suo padre, votato a trasmetterle un’ educazione superiore alla media delle coetanee. Mentre la maggior parte delle ragazze delll’epoca studiavano soltanto musica e francese, Theodosia si dedicava anche all’aritmetica, all’economia e al latino. Dopo la morte della madre, la ragazza divenne la padrona di casa ufficiale nella casa di famiglia signorile nel Greenwich Village e, a partire all’età di 14 anni, iniziò a occuparsi dell’organizzazione di cene per capi di stato, vescovi e un po’ tutta l’élite di New York. Divenuta famosa come la bambina prodigio della famiglia Burr, Theodosia sposò nel 1801 Joseph Alston, un ricco proprietario di piantagioni della Carolina e lì si trasferì dopo che il marito fu nominato governatore. Il matrimonio procurò un enorme sollievo finanziario per Aaron Burr, che stava attraversando momenti particolarmente difficili, e si rivelò un’autentica conquista sociale per Theodosia, che divenne in breve tempo un punto fermo nella alta società della regione.
Dopo qualche anno, nel 1807, Aaron Burr fine fu arrestato con l’accusa di tradimento per una complicata storia di complotti politici e dopo qualche mese di detenzione venne scarcerato a patto che lasciasse per sempre l’America. L’uomo partì per l’Europa e Theodosia divenne padrona incontrastata della tenuta di famiglia. Dopo alcuni anni sereni Theodosia ebbe un figlio che spirò dopo pochi mesi per febbre malarica e Aaron tornò a New York per incontrare e consolare la figlia.
Il 30 dicembre 1812, con il cuore e l’anima a pezzi, Theodosia s’imbarcò su una nave chiamata The Patriot diretta a New York. Ma il viaggio s’interruppe davanti a Banchi Esterni. Circolano anche diverse versioni: una tempesta che provocò l’affondamento della nave o un attacco dei pirati e, in una variante, Theodosia che sopravvive al naufragio solo per morire poche ore dopo tra le braccia di un indiano Karankawa. Il relitto non venne mai trovato, così pure come il corpo di Theodosia, ma un suo ritratto, che si trovava a bordo della nave, venne poi rinvenuto tra le sabbie davanti ai Banchi Esterni, un evento misterioso che di sicuro alimentò il mito del fantasma.