«Non pensavo mi odiassero così tanto»
Matteo Renzi
Che cosa farà, adesso che ha vinto il referendum, l’ex presidente del Consiglio Massimo D’Alema?
Il Cincinnato de ‘noantri, spinto unicamente dal dovere civico di difendere la Costituzione dalle grinfie della ditta Renzi&Boschi, rientrerà nell’ombra per dedicarsi alla sua illustre Fondazione Italianieuropei, benemerito think tank con esclusivi scopi culturali, o a furor di popolo tornerà in campo (cioè in politica) per continuare a difendere la Sacra Carta?
Riuscirà finalmente a occupare quel posto da Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza che, per fargli un dispettuccio alla toscana, stupidamente Matteo Renzi ha assegnato a Flavia Mogherini? Oppure Massimone punterà al Colle, unico scranno adeguato a un gigante come lui?
Non so a voi, ma a me la faccia soddisfatta del Lider Maximo dopo il referendum ha fatto venire in mente il ghigno del secchioncello cattivo, che a scuola godeva quando la maestra beccava il suo compagno di banco a copiare.
E ho anche l’impressione che con gente biliosa come D’Alema, sempre abile a schierarsi dalla parte dei vincitori, questo Paese non imparerà mai l’unica, vera cosa che lo toglierebbe un pochino dai pasticci: l’arte di vivere senza spararsi addosso tutto il santo giorno.
Costruire, si dovrebbe; non distruggere. Ma gli odiatori, sempre bravi a dimostrare l’incapacità degli altri, non ne sono proprio capaci. Anche Renzi è un odiatore, sia chiaro. E proprio per questo se l’è presa in saccoccia. Perché l’odio, a qualunque livello e intensità, produce solo odio.