La scorsa settimana si è tenuto alla Scuola di Polizia di Alessandria il Convegno Nazionale della Stampa Studentesca, a cui hanno partecipato circa cinquecento studenti provenienti da ventisette province italiane. I temi trattati da 16 diversi tavoli in cui si sono confrontati i ragazzi spaziavano dalla scuola, alla storia del giornalismo, al futuro di questa professione, alla stampa scolastica che era al centro del convegno.
Marco Caramagna, consigliere dell’Ordine nazionale dei Giornalisti, direttore de “La Voce alessandrina” e del trimestrale “a+”, nonché corrispondente de “L’Osservatore Romano”, ha messo a disposizione la sua esperienza di giornalista ai giovani studenti che hanno preso parte al convegno.
Il tavolo che ha guidato si è concentrato sulla storia dell’Italia repubblicana e l’evoluzione del giornalismo dal 1946 al 2016. Il moderatore ha notato la scarsa preparazione dei ragazzi sulla storia recente, che va imputata ai lunghissimi programmi ministeriali che a scuola non vengono mai terminati.
“L’argomento è molto vasto, ma mettendo in luce gli eventi più importanti si è riuscito a raggiungere l’obiettivo” di far conoscere gli ultimi 70 anni della storia nazionale.
Oggi a differenza del passato “c’è una libertà di stampa sicuramente maggiore, ma come diceva Indro Montanelli ‘i giornalisti si autocensurano, perché hanno la censura dentro’, un difetto dell’intera categoria”. Caramagna evidenzia l’importanza del convegno che “mette a confronto molti studenti, provenienti da diverse regioni italiane, su temi di estrema attualità, dando l’opportunità di conoscersi e scambiare esperienze ed impressioni.”
Il tema di fondo è la stampa studentesca e il suo futuro, che per il giornalista “dovrebbe avere incentivi ministeriali per avere maggiore diffusione, ed essere sempre più radicata negli istituti per far conoscere le proprie opinioni e quelle altrui”.
Un consiglio per gli aspiranti giornalisti è “formarsi attraverso un master post-laurea organizzati dall’Ordine dei Giornalisti in collaborazione con gli istituti universitari, nelle città capoluogo di regione”. Chi supera la selezione ed esce da queste scuole trova facilmente occupazione perché sono preparati e fanno esperienza sul campo in diverse redazioni.
“L’informazione non morirà perché è fondamentale per la vita democratica e sociale” del Paese. I giovani dovrebbero fare più attenzione alle notizie sui social, su cui sono molto attenti e che sfruttano per la facile accessibilità, non limitandosi a leggere i titoli, ma approfondendo l’informazione, tuttavia “sicuramente non sono attirati dalla stampa cartacea”, che è calata drasticamente negli ultimi dieci anni. Un evento come questo è molto istruttivo e quindi importante perché “loro sono la speranza del futuro”.