Ancora una volta il Dr Garavelli butta la palla dalla mia parte e penso sia opportuno fornire qualche elemento di valutazione.
Permettetemi, però, di ricordare la vergognosa campagna di calunnie (ed ”iniziative”) contro la mia persona su cui francamente lascerei continuare a lavorare i legali dell’ associazione e quelli miei personali per le logiche conseguenze penali e civilistiche che tali comportamenti inevitabilmente comportano per singoli individui o gruppi.
Nota personale, certo, ma che può gettare una luce utile a comprendere la situazione che si è venuta a creare su di un problema così grave come i tumori d’ amianto che si sta mortificando in un clima da “bega di cortile” tanto ricorrente quando il nostro pease da’ il peggio di se’.
Non mi appassiona ingaggiare una gara di titoli con chicchessia anche perche’ sarebbe un confronto tra persone impegnate in ambiti troppo eterogenei per avere una qualche credibilità.
Mi limito a fornire alcune informazioni. Come, ad esempio, quella del prof Garattini che solo alcuni anni fa dichiarava l’ inutilità della ricerca sui tumori da amianto e di come questa posizione venne giustamente contestata a livello locale.
Vi prego di accedere alle dichiarazioni attraverso questo link
Peraltro questa afffermazione di mancato interessse ben si rispecchia nella totale assenza di attività di ricerca su questi tumori condotta dal professore nella sua seppur lunghissima carriera.
Ogni ripensamento è gradito anche se non voglio commentare ( o, meglio, lascio ad ognuno la propria interpretazione) il perche’ dall’enclave alessandrina siano state chiamate persone con questo profilo e la ragione per cui la proposta sia stata accettata in assenza di alcun background specifico sulla ricerca mesothelioma se non la convinzione che “non serva”.
Altri fatti facilmente riscontrabili, dimostrano altresi’ che altri in Italia hanno dedicato tutta la propria atttività clinica e di ricerca ai pazienti con mesotelioma (accedere ad internet è facile…) e ricoprono incarichi importanti nelle principali associazioni scientifiche al mondo che studiano questa malattia (MARF, IMIG, IASLC, ERS) senza dimenticare l’attivita’ a livello nazionale (GIMe)
Ora leggo di un progetto proposto da parte di un organizzazione chiamata UFIM “…che ha come obiettivo identificare nuovi farmaci e combinazioni di farmaci utilizzando una grande varietà di modelli sperimentali preclinici col fine ultimo di realizzare una sperimentazione clinica su strati di popolazione caratterizzati dal punto di vista genetico che renda massima la probabilità di successo poiché guidata da una caratterizzazione biologica e farmacologica.
Mi par di capire che tale progetto coinvolga alcune persone che a livello locale si e’ deciso di definire esperti di mesothelioma e, certo, stranamante assona con uno dei nostri progetti (seppur integrati all’ interno di un programma assai + ampio e sulla base di molti risultati preliminari che lo giustificano) apparso sul sito web dell’associazione GIMe : “Migliorare la stratificazione dei pazienti, al fine di definire quale terapia sia più appropriata caso per caso. Sarà possibile definire una precisa caratterizzazione individuale del paziente, che permetterà di scegliere la cura chemioterapica più adatta, migliorando le possibilità di cura e sopravvivenza al mesotelioma. I risultati potranno quindi fornire un modello predittivo di chemiosensibilità basato sul profilo genetico del singolo paziente.
I dettagli di questo programma (che includono anche il progetto “assonante”) sono protetti da un accordo di confidenzialità sancito dai partecipanti e depositato presso legali.
Purtroppo si è già verificato un episodio di violazione della confidenzialità che ci ha visto costretti a ritirare il progetto dall’Italia e condurlo quasi esclusivamante in Inghilterra con la partecipazione dei maggiori esperti britannici di questa malattia.
Ora, chiaramente, questa assonanza “alessandrina” non ci lascia tranquilli. Ancora una volta i nostri legali (che ringrazio per l’ impegno civile dimostrato che supera di molto il mero mandato professionale) chiederanno dettagli per capire che sia successo.
Voglio, però, pensare positivamante e chiedo: visto che in Inghilterra il progetto di modello di stratificazione genetica è praticamente terminato (in collaborazine con l’Università di Harvard) e si pensa di sottometterlo ad una grossa rivista entro Marzo mentre il resto della stratificazione è in pieno svolgimento, perchè non metter insieme i due progetti?
Alessandria non potrà mai contare su una popolazione di pazienti davvero utile a validare I risultati e lo sforzo locale migliorerebbe di molto potendo contare su una task force con ampia e riconosciuta competenza specifica nonche’ di fondi autonomi.
Saremmo, infine, assai interessati a conoscere I risultati che siano derivati dal primo progetto di ricerca che riteniamo sia stato condotto sempre ad Alessandria sul Mesotelioma. Pare che questo abbia comportato un grosso impegno di spesa ed essere legato, come si evince da questo link con le dichiarazione dell’ Avv D’Amato, alla condizione di “una totale garanzia” del suo completo utilizzo solo per la ricerca di nuove terapie.
Potremmo dare una mano ad un suo ulteriore sviluppo.
Ringrazio finora per la collaborazione.
Cordiali saluti.
Luciano Mutti