Si vota per le Province? Ma se non esistono più! [Controvento]

Palazzo Ghilini nuova 2di Ettore Grassano

 
Nel corso di dicembre (ad Alessandria lunedì 12) si vota per eleggere i nuovi consigli delle Province, che peraltro secondo la gran parte degli italiani, brava gente, non esistono più. Gliel’hanno raccontata così, del resto, come gli stanno raccontando che non esisterà più il Senato. Tutti pezzi di kasta da far fuori, e con gran risparmio per gli italiani!

Perché poi in Italia quasi sempre le riforme della ‘macchina pubblica’ si rivelino peggiorative dell’esistente non è del tutto chiaro, ma è un fatto. E il ‘caso Province’ fa scuola, e letteratura.

Le Province avevano un sacco di difetti, scialavano denari, facevano clientela. E chi non lo sapeva? E chi non la faceva, clientela, nell’Italia col vento in poppa dei decenni scorsi? Piaceva a tutti, a partire dai clientes.

Ma rendere l’Ente Provincia più efficiente e presente sul territorio, con più e non con meno poteri, e con controllo rigoroso delle risorse, sarebbe stato impossibile? Forse sì, non si sa. Certamente oggi i costi non sono stati eliminati (a partire dai dipendenti, ‘spalmati’ un po’ a carico delle regioni, un po’ dei comuni e di altri enti locali), mentre l’inefficienza (o immobilismo) si è triplicata. Fino a rasentare l’inutilità. Andate a vedere le strade di competenza provinciale, e incrociate le dita sperando nell’effetto serra. Perchè al primo inverno serio, con gelo e neve come da protocollo stagionale, ne riparleremo, e saranno dolori. Così come facciamo gli scongiuri sul patrimonio edilizio, scolastico in primis. Ma gli scongiuri servono a poco, è chiaro.

Poi c’è questo format delle elezioni post democratiche, che ci fa impazzire. De facto è lo stesso giochino che la riforma domenica al vaglio degli italiani spera di implementare per il Senato. La post democrazia dei pochi che si votano tra loro, facendo alleanze in corridoio per spartirsi quel (poco, e per pochi appunto) che è rimasto.

“Ma non sono neppure pagati”, è il leitmotiv in questi casi. Che tra l’altro è una roba senza senso, se ci pensate. E con risparmi, sia sul fronte ‘macchina Province’ come sul fronte ‘macchina Senato’ che sono davvero poca cosa. No, guardate, qui il punto vero del ragionamento rimane un altro. La democrazia costa? Eliminiamola!