Il 1° dicembre Zonta Club Alessandria, nell’ambito della campagna Zonta Says NO, sarà promotore del workshop “PUTTING AN END TO INFIBULATION” alle Nazioni Unite di Ginevra (Svizzera) per favorire la testimonianza dell’Associazione Stella Bianca Laura Garavelli sul dramma delle donne somale costrette da ataviche tradizioni alla mutilazione genitale.
L’Associazione Stella Bianca raggiungerà le Nazioni Unite con una Staffetta che partirà da Alessandria il 29 novembre con tappa ad Aosta, dove si terrà un incontro con la popolazione promosso da Zonta Club Aosta, Regione Valle d’Aosta e Città di Aosta.
Sabato 26 novembre Associazione Stella Bianca e Zonta Club Alessandria organizzano un momento di sensibilizzazione della popolazione locale sull’azione di advocacy per fermare l’infibulazione, pratica che coinvolge il 98% delle donne Somale, forma di violenza tra le più aberranti sotto il profilo fisico e psicologico perché il “taglio” avviene su bambine di età compresa tra i 4 e gli 8 anni.
Secondo i dati dell’OMS, più di 125 milioni di ragazze e donne, nel mondo, sono state vittime di mutilazioni genitali: una violenza troppo spesso aggravata da una sorta di resa collettiva o, comunque, da una passiva accettazione. Formalmente questo rituale, che prevede la rimozione parziale o totale dei genitali esterni femminili è stato bandito nel 2012 dalle Nazioni Unite.
A partire dalle ore 17 la staffetta “Relay for Women” partirà da sotto il Municipio della Città di Alessandria, attraverserà il centro storico, i ponti sul Tanaro per rientrare in città e raggiungere piazzetta della Lega dove, alle ore 18, si terrà il momento di informazione rivolto alla popolazione. Interverranno: il sindaco Maria Rita Rossa, la presidente dell’Associazione Stella Bianca Monica Gasparini e il fondatore Luigi Sartore, la responsabile advocacy di Zonta Club Alessandria Nadia Biancato e la presidente della Consulta Pari Opportunità Marzia Maso.
E’ importante conoscere questa forma di violenza per fermarla: con l’immigrazione questa pratica è entrata nel nostro Paese dove spesso è praticata in modo clandestino. Ma occorre anche sapere che non si fugge dall’Africa solo per guerra e fame, si fugge anche per evitare alle proprie figlie di essere “tagliate” con conseguenze devastanti.
L’infibulazione non ha nulla a che vedere con la religione, ma con consuetudini da eradicare attraverso l’istruzione, con il coinvolgimento delle istituzioni (scuola, sanità).