Da pochi giorni ha lasciato Alessandria il circo che vanta al suo seguito il più grande zoo viaggiante d’Europa. Non mi soffermo sull’ormai noto messaggio diseducativo che può portare, soprattutto ai bambini, una simile attrazione ma vorrei evidenziare come con l’arrivo del circo si sia potuta constatare la netta discesa della cultura animalista nella nostra città ormai da anni priva di un’ordinanza che regoli gli attendamenti.
Le attività circensi sono riconosciute e tutelate da ferree leggi nazionali purtroppo datate e forse non al pari con i tempi ma comunque vigenti; i comuni sono tenuti a rispettarle ma comunque hanno facoltà, sul proprio territorio, di dettare delle regole. Anche il Comune di Alessandria in passato aveva emanato un’ordinanza in merito ma non in sintonia con la legge nazionale tanto che i circensi, ricorrendo al TAR, ne hanno ottenuto la bocciatura e da allora nessun atto è stato adottato in merito, contrariamente a quanto si sta verificando in parecchi Comuni italiani che dettano regole precise da far rispettare sul proprio territorio.
Auspico anche il Comune di Alessandria possa colmare questo vuoto prima possibile.
Sicuramente la locale decadenza della cultura animalista, oltre che da un rilassamento istituzionale, è stata favorita anche da quello che una volta era l’attivismo per gli animali e che oggi quasi non c’è più; molte di quelle che una volta erano associazioni o gruppi animalisti oggi sono “aziende” attente alla propria immagine con strategie di marketing mirate più imporre le proprie campagne, i propri gadget, il proprio manifesto o la propria tessera, senza dubbio importanti, ma raramente in sintonia con le reali emergenze del territorio. Mai come in questi ultimi mesi la nostra provincia è balzata agli onori della cronaca per la scoperta di numerosi lager con animali detenuti in condizioni orrende o addirittura moribondi, commerci di animali mal gestiti, sfruttamenti, maltrattamenti e purtroppo tanto altro: segnale che dimostra un calo della sensibilità verso la sofferenza degli animali e di interesse nella risoluzione dei problemi.
In questo quadro desolante non mancano le eccezioni positive come per esempio rifugi per animali gestiti da associazioni o privati in maniera egregia, tante singole persone che si adoperano segnalando irregolarità e quando possono intervengono, qualche volta rischiando anche la propria incolumità, e le forze dell’ordine sempre più spesso costrette a intervenire per far rispettare le leggi sovente trovandosi ad affrontare situazioni critiche ma riuscendo sempre a trovare una soluzione. A tutti loro va un dovuto ringraziamento.
Sperando che l’ingiusta prigionia degli animali del circo che ha sostato in Alessandria abbia scosso le coscienze di molti, invito tutti ad accantonare la propria bandiera e unire le forze per far rinascere la cultura del rispetto per tutti gli esseri viventi e a farla crescere come Alessandria si meriterebbe.
Giancarlo Vescovi