Alluvione, 22 anni dopo ancora troppi punti interrogativi. Mentre la biblioteca Calvo va in malora [Le pagelle di GZL]

Alluvione 1994di Graziella Zaccone Languzzi

 

 

1) 6 novembre 1994 – 6 novembre 2016: ieri 6 novembre è ricorso il ventiduesimo anniversario della tragica alluvione che ha colpito la nostra regione e città. Era domenica anche allora e niente presagiva ciò che sarebbe accaduto. Nei ventidue anni con fatica si è fatto molto, mancano ancora all’appello le casse di laminazione ma la “novità” è: non ci sono i soldi. Le ferite inferte alla città e le ferite psicofisiche, sanitarie, economiche subite dai cittadini e dalle nostre piccole e medie imprese hanno lasciato in questi ventidue anni segni indelebili. Posso permettermi di fare tale dichiarazione proprio per la mia storia personale di impegno a costo zero per tutta la comunità non solo alessandrina, ma regionale laddove la tragedia ha colpito. Ho cercato di pretendere ed ottenere soluzioni legislative, avendo conosciuto soprattutto il dramma di molti piccoli imprenditori, delle rispettive famiglie, dei loro dipendenti, strangolati da un articolo di Legge assurdo e dal non rispetto dettato dalla garanzia dello Stato agli istituti di credito. Come in ogni tragedia sono nate tante forme di puro volontariato e generosità, nel contempo purtroppo sono spuntati i “professionisti delle disgrazie” che hanno annusano il business. Il disastro ’94 nel Piemonte ha fatto sì che fosse potenziata ai livelli che oggi conosciamo la Protezione Civile come primo intervento, ma c’è sempre il nulla nella seconda fase utile per ripartire. In effetti dal ’94 ad oggi, lo Stato non è ancora riuscito a creare una struttura con fondi adeguati all’unico scopo di mettere i territori in sicurezza, semmai sono anni che, governo dopo governo, tentano di proporre solo “polizze anticalamità obbligatorie” trascurando manutenzione e prevenzione. Dopo il ’94 “guarda caso” lo Stato mise attenzione sul settore dighe/invasi che sono sui vari bacini, settore che andava normato, e fu istituito il RID (Regolamento Italiano Dighe). Da allora vi furono negli anni diverse disposizioni legislative aggiuntive ed urgenti in materia di sicurezza su grandi dighe, e l’ultima Direttiva è a firma Matteo Renzi nel novembre 2014. Il premier ha ritenuto di sottolineare un punto interessante, l’Art.2. che riguarda “Il Documento di Protezione Civile: “procedure tecnico-amministrative da attuare durante eventi atmosferici, temuti o in atto, nel caso di attivazione degli scarichi della diga stessa con portate per l’alveo di valle che possono comportare fenomeni di onda di piena e rischio idraulico di esondazione ai territori”. Vi è ancora un settore che Renzi dovrebbe verificare dando regole precise: i Consorzi di Bonifica che hanno compiti nella difesa del suolo.
Voto: 5

 

2) (in)Sicurezza urbana: voglio ritornare sulla “insicurezza” urbana non percepitaPolizia 2 ma subìta. Mesi fa quando la sindaca di Alessandria Rita Rossa chiese l’esercito per ripristinare una minima forma di sicurezza urbana in questa città, fu derisa da molti. Nel contempo tale richiesta non fu gradita dai preposti a tale sicurezza, quindi posso “immaginare” (immaginare e pensare male non è reato) che nelle stanze del potere governativo del territorio fu pure “bacchettata” per l’eccesso della richiesta, e gli articoli usciti subito dopo sui giornali cartacei lo avevano dimostrato, con dichiarazioni di percentuali rassicuranti, come per dire che la città poteva stare tranquilla etc. Io, cittadina sempre critica nei confronti dell’amministrazione, avevo ritenuto la richiesta della sindaca più che legittima, e penso che l’esercito avrebbe potuto scoraggiare bande non solo di casa nostra ma di varie etnie, specializzate nelle varie forme delinquenziali. Se i dati si basano solo su fatti eclatanti di sangue, non considerando furti in casa dove non vi sono feriti, che razza di dati sono? Sempre reato è, e lascia pure un segno di sconforto, rabbia e ulteriore paura. Questa pagella nasce dalla mia esperienza famigliare: in tre mesi tre intrusioni in casa di parenti stretti. Zona Cristo: nel quartiere si mormora che vi sia una banda di rom ben organizzata. A fine luglio il primo furto di notte, utilizzando i balconi per l’intrusione, danneggiamenti e furto. Il secondo a metà ottobre: alle cinque del pomeriggio sempre tramite balconi, furto più danneggio. La polizia e i carabinieri hanno ritenuto fortunati i derubati perchè in casa durante le intrusioni non c’era nessuno, quindi solo danni economici, senza violenze o ferite. Il 31 ottobre il terzo furto: ore 19,30 tramite balcone, i proprietari erano in cucina essendo ora di cena. Spavaldamente consapevole che in casa c’era qualcuno il ladro ha rubato quello che ha trovato sull’immediato, poi scoperto ha urlato contro i due malcapitati per spaventarli e con balzo atletico è saltato da una finestra. In questo caso i carabinieri hanno risposto che potevano fare poco. e i malcapitati hanno anche rinunciato a sporgere denuncia. Quanti ormai rinunciano? Non pochi, credetemi. Quindi quanto possono essere attendibili le percentuali? E’ inutile raccontarci palle, in Italia il furto è legalizzato, raramente i ladri vengono arrestati e quando capita ci pensano i tribunali a rimetterli in circolazione in breve tempo. Per legge, chi è vittima deve prendersele o rimetterci la vita ma mai reagire, perché sempre per legge al delinquente non deve essere torto un capello. Per legge la vittima che si è difesa va in galera e deve risarcire i danni al delinquente. Vergogna di Stato.
Voto: 2

 
Biblioteca civica Alessandria3) Sullo stato di deterioramento della biblioteca comunale “Francesca Calvo”. Leggendo le mie pagelle alcune volte c’è chi si arrabbia perché mi permetto di criticare e assegnare minimi voti laddove c’è degrado, disinteresse totale nonostante copiose segnalazioni e denunce. Un’amministrazione che dopo aver fatto il massimo per ridurre al minimo servizi, strade, cimitero, verde, sicurezza in città e nei sobborghi, ora conclude il suo ciclo tra un trullallero trullallà concentrando il massimo impegno sul nuovo ponte, con “feste culturali” a base di manicaretti. Anche i manicaretti sono cultura e tradizione, ma la cultura è soprattutto altro e sta di casa anche nella Biblioteca pubblica. Ammettiamo pure per onestà che in pochi mesi si sono mosse anche asfaltature, una rotonda, il laghetto ai giardini, ma già si sapeva che quando ci si avvicina una scadenza elettorale la macchina sonnolente di alcune amministrazioni si mette in moto, sperando che l’elettore abbia la memoria corta e sia benevolo. Speriamo tra l’altro che certi lavori realizzati in gran fretta siano ‘a regola d’arte’, ben sapendo che “la gatta frettolosa fece i gattini ciechi”. Non aggiungerò nulla sull’ennesima denuncia pubblicata dai media in merito a ciò che accade alla nostra Biblioteca: ecco il link di un articolo pubblicato il 29 ottobre per chi vuole conoscere i particolari. Mi soffermo però su una domanda cattiva o maliziosa (a scelta): se la biblioteca portasse il nome di un personaggio di sinistra (comunista, socialista, rifondarolo o verde/ambientale del passato), magari un egregio personaggio della cultura alessandrina, questa amministrazione avrebbe la stessa mancanza di riguardo per la struttura? A pensar male a volte ci si azzecca!
Voto: 2