Oltre il ponte [Controvento]

Ponte Meier 1di Ettore Grassano

 
Incrociamo le dita, e diciamolo a bassa voce: forse stiamo per lasciarsi alle spalle l’epopea del nuovo ponte (Meier? Sul nome definitivo si attendono conferme), diventato, negli ultimi anni di reiterate finte inaugurazioni, autentico tormentone.

 

Niente Renzi domenica, ed era immaginabile, ma c’era la bella e brava arossa-inaugurazione-meierttrice alessandrina Marta Gastini, recente protagonista sulla Rai della fiction Catturandi, e ormai professionista di respiro anche internazionale. E c’era pure il maltempo, che però non ha frenato l’entusiasmo della sindaca e del suo entourage, e neanche di un buon numero di cittadini alessandrini, che peraltro hanno giustamente giocato d’anticipo, festeggiando il sabato con musica e street food.

 

 

 

carrozzine-meierDomenica mattina in prossimità del nuovo ponte c’erano anche diverse persone in carrozzina, a ‘testare’ per la prima volta il ‘grado di accessibilità’ della struttura: risultato pare complessivamente positivo, anche se alcuni piccoli accorgimenti saranno senz’altro graditi.  In ogni caso, che ci sia stato anche su questo fronte un deficit di ‘condivisione’ pare evidente. Alcuni ‘tester’ li citiamo volentieri: ieri sul ponte c’erano Patrizia Astore, Armando Bocchio, Grazia Galasso, Alba Parinello, Fabrizio Mariscotti, Eleonora Bovone, Palmina Ottonelli, Giovanna Ferro, Francesco Verri, Jessica Gabellotti.

Assente illustre invece, oltre al premier, anche il progettista del ponte, Richard Meier. meierL’archistar non risulta aver risposto alla lettera inviatagli la settimana scorsa dal consigliere comunale Cesare Miraglia: in compenso ha scritto alla sindaca Rossa parole di circostanza, aggiungendo che “forse un giorno qualcuno si vorrà sposare sul ponte”. Ma anche no, o perchè no: ognuno scelga di sposarsi dove gli pare.

Qualche mugugno, infine, anche tra le autorità, per inviti distribuiti pare ‘a singhiozzo’: dalle parti di Forza Italia pare che personalità di primo livello come il segretario provinciale Ugo Cavallera e il consigliere regionale Massimo Berutti, ad esempio, non abbiano ricevuto nessuna comunicazione ufficiale: semplice dimenticanza? Intanto su facebook Davide Buzzi Langhi (consigliere comunale di Forza Italia) ricordava, con legittimo orgoglio di figlio, che  idea e progetto del ponte partirono, nel lontanissimo 1997, proprio dall’allora sindaco leghista Francesca Calvo. Trait d’union ventennale, aggiungiamo noi, l’ingegner Marco Neri, dirigente comunale e vero ‘papà tecnico’ del ponte Meier.

Ma cosa c’è oltre il ponte? Questo oggi ci pare il punto vero.

Cittadella nuovaOltre il ponte, da un lato, c’è la Cittadella: che un tempo dava il nome alla stessa struttura di attraversamento sul fiume, e che oggi giace lì, gigante semi abbandonato e fatiscente, in attesa di capire se gli annunciati 34 (25+9) milioni di euro da qualche parte ci sono davvero, e soprattutto se saranno concretamente utilizzati, e come.

Un paio di anni fa la Cittadella sembrava ‘lì lì’ per attrarre investitori privati con un grande progetto musicale di respiro internazionale, ricordate? Non se ne è fatto e saputo più nulla, e ci piacerebbe anche capire se quel progetto è tramontato davvero, e per decisione di chi. Ci torniamo di sicuro.

Dall’altra parte del ponte, invece, c’è Alessandria. Una città che definire Alessandria dall'altoaffaticata è eufemistico, e che davvero ci piacerebbe immaginare diversa. L’ottimismo ad ogni costo, che fa a pugni con la realtà, è roba da imbecilli, o da propaganda elettorale. Noi, che non saremo candidati da nessuna parte, in questi mesi che ci separano dalle urne ci permettiamo e permetteremo di continuare ad osservare e dire la nostra.

E cosa vediamo, là fuori? Una città ancora assolutamente benestante, ma ‘ferma’ e satura di anziani, perchè i giovani (già non numerosi) se la danno gambe in spalle, se hanno voglia di combinare davvero qualcosa nella vita. Ad Alessandria non mancano i soldi: manca la fiducia invece, e quindi la volontà di investirli in impresa. Meglio vivere di rendita, e attendere. Ma attendere cosa?

E’ tutta l’italia ad essere messa così, si risponde in questi casi, e forse l’intera Europa. Ma sono balle. E’ un modo elegante ed educato per evitare di affrontare questioni specifiche, e locali.

Comune Alessandria basso altoA noi pare che in questi anni, alla classe dirigente alessandrina (non solo politica, ma anche) siano mancati coraggio e visione per andare oltre il risanamento dei conti, e la salvaguardia dei lavoratori dell’ente locale, e delle sue partecipate. Questioni sacrosante, sia chiaro: però una città capoluogo ha bisogno anche di altro, e di più. Deve saper essere ‘attrattiva’, sia rispetto al resto della sua provincia, sia verso altri territori. Quante sono, in particolare, le imprese che in questi ultimi anni hanno scelto casa nostra per aprire nuovi insediamenti, o per potenziare quelli esistenti? Poche, pochissime. Ma il futuro lo costruisci così: non soltanto consolidando il tuo recinto di elettori fra pensionati e dipendenti pubblici. Categorie rispettabilissime, ma che presto saranno esse stesse a rischio, qui come altrove, senza veri motori economici e produttivi.

Insomma, basta con la logica dei ponti (che più che belli devono essere utili, e collocati dove servono davvero. Vedasi fiume Bormida), delle rotonde, delle piste ciclabili. Puntiamo su produzione, commercio, servizi innovativi, o soldi non ne ‘gireranno’ e occupazione neppure. E si rimarrà al palo, o si andrà ancora più a fondo di così.

Vorremmo che i prossimi candidati e candidate sindaco da qui partissero, e ci chiarissero se e come pensano di creare ad Alessandria le condizioni per uno sviluppo reale, concreto, che coinvolga davvero chi nel mercato del lavoro si muove in maniera sempre più precaria, o neppure riesce ad entrarci.

A tal proposito, guardiamo con curiosità, questo venerdì, all’incontro promosso da Confesercenti in Camera di Commercio alle 14,30: Alessandria che verrà, se vive il centro storico vive tutta la città. Ci saremo, e speriamo di ascoltare progetti concreti e numeri, finalizzati al reperimento di risorse e alla creazione di valore. Perchè si riparte solo così.