Legambiente Val Lemme e Ovadese: “Terzo Valico: sessanta milioni di…marchette?”

Terzo Valico lavoriNon saranno certo i 60 milioni di euro a dare un senso al Terzo Valico.

Come Legambiente Val Lemme e Legambiente Ovadese manifestiamo il nostro assoluto rigetto nei confronti dell’iniziativa del 29 ottobre 2016 ad Alessandria intitolata “60 milioni di opportunità” in merito al Terzo Valico dei Giovi.

Esprimiamo un totale dissenso rispetto alla gestione dei soldi pubblici per iniziative che hanno l’esclusivo intento di creare consenso in merito all’ennesima grande e inutile opera che sta stravolgendo il nostro territorio.

Sottolineiamo la grave disinformazione che accompagna questa manifestazione, promossa da un sito che propaganda il Terzo Valico come “linea ferroviaria veloce per il trasporto di merci e passeggeri, nata per connettere i porti liguri con il nord Europa».

Ricordiamo che tale infrastruttura

1) collega semplicemente il porto di Genova a Rivalta Scrivia

2) non è il terzo bensì il sesto valico ferroviario che collega la Liguria alla pianura padana

3) non ha mai avuto un’analisi costi-benefici degna di tale nome

4) è stata giustificata dagli stessi sostenitori come linea per il trasporto merci per cui nessun passeggero userà quella linea.

In compenso tutti i cittadini dovranno accollarsi un debito di 6 Terzo valico camionMILIARDI E 200 MILIONI di Euro per la sua realizzazione, sempre che il costo rimanga tale, vista la componente di costo non preventivata (!) dello smaltimento dello smarino contenente amianto, a cui si vanno ad aggiungere gli assegni staccati con estrema facilità dal Ministro Del Rio, che ha ritenuto opportuno elargire al buio 60 MILIONI di euro di denaro pubblico ai Comuni interessati dalla linea ferroviaria.

Peggio ancora, le scelte su come spendere 60 MILIONI di euro vengono rimesse a 300 persone scelte da chi? Con quali metodi? Con quali qualifiche?

Riteniamo che nel momento in cui la classe politica sceglie di mettere i soldi in determinati Capitoli di bilancio (grandi opere), togliendoli ad altri (Sanità, Istruzione, Cultura, Politiche Sociali, Trasporti pubblici) se ne deve assumere la piena responsabilità, senza cercare l’avallo dei cittadini con manovre populiste.

E questo vale anche per le Amministrazioni comunali che, accettando supinamente queste iniziative, si rendono complici di questo mercato.

Non ci stancheremo mai di richiedere il dirottamento dei fondi stanziati per le cosiddette grandi opere verso le vere priorità del Paese: per il dissesto idrogeologico, per le moltissime opere di messa in sicurezza contro il rischio sismico degli edifici pubblici e per il sostegno finanziario agli incentivi per gli interventi di prevenzione sugli edifici privati.

E ribadiamo in questa occasione quanto richiesto a marzo 2015:

– Fermare immediatamente i progetti e i cantieri delle grandi opere inutili come il Terzo Valico del Giovi e l’alta velocità Torino Lione, perché ogni giorno che passa e ogni metro in più costruito sono soldi sottratti alle vere priorità d’investimento. Da fermare anche i finanziamenti pubblici alle autostrade, a maggior ragione dopo il fallimento annunciato della BreBeMi, e da cancellare le proroghe per le concessioni autostradali: un autentico regalo ai gestori fatto alle spese della collettività.

In particolare, per quanto riguarda il Terzo Valico, procedere rapidamente a decommissionare l’opera e ad avviare la risistemazione del territorio e la chiusura definitiva dei cantieri.

Come già suggerito da chi in questi anni si è sempre opposto a questa grande opera, chiediamo che i denari già stanziati siano dirottati al riassetto del Territorio e al sostegno delle economie locali, con la messa in pratica di politiche di sviluppo di attività sostenibili (agricoltura bio, artigianato, turismo verde ecc.), per permettere ai residenti di restare sul territorio (in particolare per coloro che vivono e lavorano in zone rurali) e di poter svolgere un lavoro “buono” , lontano dalle infiltrazioni mafiose e dalle logiche di consumo del suolo.

– Fermare i tagli indiscriminati e tornare a investire sul trasporto ferroviario pendolare, ponendosi l’obiettivo di arrivare a 5 milioni di cittadini trasportati nel 2020 (dagli attuali 2,842 milioni – Fonte Pendolaria 2015)

– Ridurre del 20% la quota di trasporto merci che viaggia su gomma, intervenendo in Parlamento con leggi apposite, per mettere ordine dentro il grande calderone delle accise nei trasporti (dove solo le agevolazioni per autotrasporto, aerei e navi, valgono oltre 5,6 miliardi di Euro ogni anno) e investendo seriamente nella logistica e nell’offerta di servizi efficienti, concorrenziali e integrati, avendo il coraggio di tagliare opere che non hanno senso e puntare su progetti, magari più piccoli, ma integrati, che risolvano problemi di congestione e di connessione.

Concentrare Fondi Fas, finanziamenti europei e regionali e responsabilizzare gli Enti Locali su questo.

– Intensificare i controlli sui cantieri delle opere pubbliche, cancellare il general contractor e vietare i subappalti nei cantieri. Costituire commissioni di controllo specifiche che siano in grado e che abbiano i poteri per vigilare sulla gestione degli appalti e sulla realizzazione dei lavori, affinché non si ripetano più le tristi vicende, che occupano ormai buona parte della cronaca giudiziaria quotidiana.

La democrazia è impegno e sacrificio e non voto di scambio!

 
Circolo Legambiente Val Lemme
Circolo Legambiente Ovadese e Valle Stura