Spesso un’ottima idea si risolve in danno per le modalità con le quali viene applicata: ed è esperienza comune che quanto piú laborioso sia il cammino previsto dall’idea tanto piú penoso sarà percorrerlo se qualcosa vada diversamente da ciò che fosse nelle sane intenzioni originali; gli esempî piú calzanti si hanno (ahimé) in casi di grandi opere pubbliche e nei rallentamenti grotteschi che una burocrazia nata da pregevoli intenti impone alle nostre vite.
E un altro esempio è la lettura di “I Promessi Sposi” a scuola: l’encomiabile idea di far accostare i ragazzi delle Superiori a un tale capolavoro letterario si risolve spesso in un esito disastroso, perché è facile per un professore poco appassionato o poco comunicativo far venire in odio l’imposizione della lettura di un testo che può – se mal affrontato – risultare lezioso e antiquato; mentre si tratta in verità di un romanzo di grande pregnanza e di grande fascino, come può confermare chiunque l’abbia letto con sufficiente apertura mentale (magari – perché no? – proprio a scuola guidato da un professore illuminato, ché ce ne sono). Io personalmente devo esser grato a una coppia di zii, che me ne regalò una bella edizione quando avevo quattordici anni; cosicché io ho letto il romanzo prima che mi venisse imposto a scuola, e ho potuto godermelo come si fa con una sana lettura estiva: e “I Promessi Sposi” si presta anche alla lettura d’ombrellone, perché – oltre a molto altro – ha una bella trama avvincente fatta di amori e rapimenti e di colpi di scena e vecchi castelli.
Il guaio è che, una volta che il danno sia fatto, è difficile che si torni a leggere il romanzo in età piú adulta: anche perché a questo rimarrà sempre legata l’immagine formatasi a scuola di un incontro spiacevole. Un’idea può esser quella di ripartire dal doppio del romanzo, il saggio “Storia della Colonna Infame”.
Scritto originariamente come parte del romanzo stesso e poi espunto perché troppo lungo e slegato dal resto, “Storia della Colonna Infame” è un ragguaglio storico che viene fornito al lettore circa la peste del 1630.
Mentre la popolazione veniva decimata dalla pestilenza, avvenne che la superstizione popolare e la follia dei poteri costituiti incolpassero del contagio le fantomatiche figure degli “Untori”: uomini che erano sospettati di spargere particolari unguenti in punti strategici, affinché i buoni cittadini vi entrassero in contatto e contraessero il morbo ferale. Come in una sorta di caccia alle streghe, le autorità spagnole catturarono e processarono diversi malcapitati accusati di decimare la popolazione per inimicizia al Regno.
Il saggio di Manzoni ripercorre le vicende che portarono all’esecuzione capitale di due Untori; la casa-bottega di uno di questi fu rasa al suolo e sostituita dalla Colonna Infame del titolo a monito della sua colpa, e la Colonna Infame sarebbe poi rimasta (a monito della colpa dei suoi giudici) per oltre un secolo in quel punto.
La prosa di Manzoni, alta e ampia in “I Promessi Sposi”, è qui asciutta e corrusca con picchi scultorei di potenza espressiva grandissima: la lettura è intensamente emozionante, ed è una riflessione sulla follia del Popolo e del Potere e sui danni di una Giustizia esaltata.
Attraverso la prosa secca di questo breve testo d’impegno etico, si tornerà piú consapevoli e bendisposti al lungo affresco storico e sentimentale del romanzo. La cui protagonista, sia qui chiarito, è senza dubbio la Provvidenza.
Il delirio dell’Uomo e la sopraffazione dell’iniquo potente, descritta senza sbavature in “Storia della Colonna Infame”, sono presenti nel sistema stesso che regge il Mondo descritto in “I Promessi Sposi”.
La salvezza sta nelle anime miti e nella Provvidenza che le conosce e le protegge.
Nel saggio questa grande protagonista non prende la scena: lí non c’è spazio perché il tema del Male nell’Ordine sfumi nella speranza o perché l’accanirsi dello squallore della crudeltà mostri il contrappunto con un Significato piú grande. Ma, leggendo il saggio come l’appendice al romanzo che è (o addirittura come la digressione interna al romanzo che è stato), si vedrà che sono due modi di parlare della stessa cosa: la desertificazione umana dell’ignoranza e del terrore scolpita in “Storia della Colonna Infame” e la complessità umana affrescata in tutti i diversi personaggi di “I Promessi Sposi” costruiscono insieme un atto letterario di profondità e bellezza tali che non bisognerebbe consentirsi di perderlo per qualche ora di noia ai tempi della Scuola.