Domenica sera è calato il sipario sulla seconda edizione di ALEcomics. Un radioso successo per personaggi di carta, mostri della fantasia, immagini animate, tutti usciti di scena a testa alta. Non ci resta che aspettare il prossimo festival. E nel frattempo augurare lunga vita a questo brillante evento dedicato al fumetto e al suo contorno di disegnatori, autori, figuranti, mercatino, conferenze, videogames. Non secondaria, un’invidiabile presenza di pubblico per un appuntamento che ha saputo declinare l’interesse per il comics coinvolgendo appassionati di ogni sesso ed età. In più, capace di attrarre anche semplici curiosi, famiglie e perditempo domenicali in cerca di un’occasione per uscire di casa.
La scenografia della Cittadella e i suoi spazi espositivi interni hanno fatto il resto.
Quindi, tanto di cappello a organizzatori, protagonisti e pubblico.
Una critica però è d’obbligo. Altrimenti non sono del tutto soddisfatto. Le regole, queste benedette regole, le vogliamo rispettare? Soprattutto nei momenti in cui ci si trova a fare i conti con la “folla”?
Primo, la pista ciclabile si è trasformata in un posteggio abusivo. Secondo, l’unico accesso alla Cittadella per chi arrivava dal centro a piedi, era l’attraversamento del cantiere sul ponte (oltre al divieto di transito – di per sé già un divieto e se esiste ci sarà un motivo – i pedoni dovevano usufruire di ingressi abusivi attraverso le recinzioni del cantiere, fare salti mortali tra scalini che tali non erano, ferri e spuntoni oggettivamente pericolosi per bimbi e per adulti).
Magari, una soluzione semplice, era nell’uso di navette adibite a collegare un paio di punti della città con il luogo dell’evento. In più, personalmente, non ho visto nemmeno un vigile. Solo alcuni gruppi di volontari cercavano di tenere a bada la situazione nei momenti più difficili.
Non sono un patito delle regole ad ogni costo anche se il destino mi ha fatto indossare (in termini professionali) l’abito dei controlli che l’Ufficio delle Dogane svolge a tutela degli interessi dell’erario (e quindi della collettività). Ma credo che a tutto ci sia un limite. E il limite mi pare abbondantemente superato, soprattutto se consideriamo che il mancato rispetto delle regole in occasione dell’ALEcomics non è un fatto occasionale (e quindi, con una certa elasticità mentale, anche giustificabile).
Purtroppo però il mancato rispetto delle regole è una logica imperante nel quotidiano della nostra città. Forse il problema numero uno di cui soffre Alessandria. Una città che si fa sempre più faticosa da sopportare. Una miscela esplosiva di furbizia, menefreghismo, arroganza e incompetenza tale da dare la sensazione di vivere sotto il peso di chi possiede forza e strumenti per prevaricare il prossimo (spesso costituito dai più deboli).
E’ sufficiente muoversi nel traffico da pedoni, vivere l’estenuante esperienza del continuo zig zag tra autisti di veicoli pubblici e privati, conducenti di moto e biciclette, e pure tra gli escrementi di animali domestici. E se, nel passeggiare, si volta la testa, per non farsi prendere da rabbia e sconforto, la vista è quella della sporcizia dilagante, del verde abbandonato, dei lavori vantati ma non fatti, non conclusi o peggio fatti male per essere rifatti.
Se poi aggiungiamo anche una diffusa criminalità (ovvero quella condizione per cui le regole vengono decisamente infrante) consumata alla luce del sole quanto al chiaro di luna, posso concludere che il quadro è completo.
Ma pare che a fare da contraltare a queste mie considerazioni ci sia la negazione. Se il problema fosse realmente sentito da parte di chi governa il bene pubblico, probabilmente si sarebbero già trovate le soluzioni.
Invece, a sentire i nostri amministratori, tutto va bene, anzi, per il meglio e per il giusto. E la loro certezza è tale che spesso mi viene il dubbio: non è che magari questa città, per come la vedo e la critico, non sia solo una proiezione della mia vena di scrittore un po’ noir e un po’ horror? Non mi sarò costruito un mondo immaginario che mi fa confondere Malessandria con una futuribile e border line Sin City?