Stesso ristorante e stessi commensali (tranne Massimo Berutti, trattenuto a Torino da un impegno istituzionale) del pranzo ‘vegetariano’ di fine luglio, che raccontammo in esclusiva.
Menù più autunnale però, e ‘patto della dieta’, come suggerisce uno dei partecipanti all’incontro, “per arrivare in forma all’appuntamento con le urne, dopo il disastro dell’amministrazione Rossa“.
Ieri i vertici alessandrini dei partiti del centro destra, dopo l’appuntamento mattutino con i giornalisti per il lancio della campagna referendaria (tutti compatti sul fronte del No alle ‘pasticciata’ proposta di riforma targata Renzi, “perché non si cambia la Costituzione con un colpo di mano di una finta maggioranza”), si sono incontrati per la seconda volta con Antonio Maconi, vice presidente della Fondazione CrAl, il cui nome da mesi circola in città come potenziale candidato sindaco unitario del centro destra, o meglio di una potenziale coalizione civica ‘allargata’.
Al tavolo, oltre allo stesso Maconi, c’erano Riccardo Molinari per la Lega Nord, Ugo Cavallera per Forza Italia, Federico Riboldi di Fratelli d’Italia e Gianni Barosini dell’Udc. Molinari e Barosini sono responsabili regionali dei rispettivi partiti, ma ovviamente il focus ieri è stato tutto alessandrino, e i riflettori erano puntati su Palazzo Rosso.
Per decidere cosa? Sono emerse, rispetto a fine luglio, sostanziali novità?
Bocche cucine da parte di tutti, almeno ufficialmente. Ma l’impressione, da mezze frasi e battute che si riescono a raccogliere, è che passi avanti non ce ne siano stati, anche se forse neppure indietro. Di lato semmai: nel senso che Maconi rimane un’opzione in campo, ma è il primo a non volere personalizzazioni, e a ribadire “prima un programma, idee forti, risorse concrete e gambe su cui portarle avanti”.
D’altro canto i partiti della coalizione si guardano attorno, riservandosi di valutare anche altre opzioni, senza fretta. E lasciando aperta la porta a tutte le soluzioni. Del resto alle elezioni alessandrine mancano ancora almeno 6/7 mesi, e nel corso del tragitto occorrerà anche confrontarsi con un referendum, fissato per il 4 dicembre, il cui esito qualche elemento di novità potrebbe generarlo, anche su scala locale. Si pensi solo all’eventualità, che ad oggi non si può certo escludere, di elezioni politiche anticipate, con tutte le conseguenze ‘a cascata’, anche a casa nostra.
Calma e gesso, dunque. Anche se, alla sola idea di un forfait da parte di Maconi, all’interno del centro destra c’è già chi, come Gianni Barosini ed Emanuele Locci, pensa ad una consultazione pre elettorale della base: che sia un sondaggio, o che siano primarie, l’importante è che gli alessandrini di centro destra possano dire la loro. Sarà così? E in caso contrario, si potrebbe arrivare alle urne ‘in ordine sparso’? La situazione è fluida, e l’impressione è che il candidato ufficiale del centro destra alessandrino potrebbe materializzarsi anche a ridosso delle scadenze ufficiali di legge. Così, del resto, è successo la scorsa primavera a Savona e Novara, dove il centro destra alla fine ha vinto la partita. Che decidere all’ultimo porti bene?
E. G.
Grazie alla redazione di Radiogold per la foto di apertura.