L’atmosfera a Palazzo Borsalino è quella ‘elettrizzante’ di inizio anno accademico, con tanti volti sorridenti di matricole all’ingresso, nel foyer, sulle scale e al primo piano. E il professor Salvatore Rizzello, direttore del Digspes (Dipartimento di Giurisprudenza e Scienze Politiche, Economiche e Sociali) non nasconde un certo ottimismo: “i dati in nostro possesso sono al momento provvisori, e di tipo aggregato, e le iscrizioni aperte fino a fine mese: ma ci sono tutti i presupposti per ipotizzare che la capacità attrattiva del nostro ateneo continui a manifestarsi forte”.
Da diversi anni l’Università ‘tripolare’ del Piemonte Orientale va in controtendenza, rispetto al significativo (e preoccupante, ma per tanti versi anche logico e prevedibile) calo di iscritti complessivi delle Università italiane. Alessandria, in particolare, ha chiuso lo scorso anno accademico con oltre 3 mila iscritti complessivi, “e non solo provenienti da Alessandria e provincia, ma un po’ da tutto il Paese, soprattutto per le lauree magistrali: il che è sinonimo di qualità dell’offerta, e di crescente ‘appeal’ del nostro ateneo”. A Palazzo Borsalino, in particolare, anche quest’anno le novità non mancano: dal secondo anno di Lettere, alla laurea magistrale EMI (Economia, Management, Istituzioni), ad alcuni percorsi post lauream di forte specializzazione. E poi ci sono all’orizzonte, finalmente, le attese migliorìe strutturali, legate allo spostamento del Museo del Cappello, e alla realizzazione di nuove auli e spazi per gli studenti. Ma con il professor Rizzello, come ormai abitudine per i lettori di CorriereAl, parliamo anche delle potenzialità ‘culturali’ ancora in parte inespresse del nostro territorio, e dell’Università come ‘lievito’naturale che può e deve supportare la crescita e il rilancio di Alessandria.
Professor Rizzello, nei corridoi c’è un bel fermento: l’anno parte bene?
L’entusiasmo degli studenti lo percepisco anch’io, ed è un elemento fondamentale. Questi sono i primi giorni, e ques’anno siamo partiti con una serie di incontri di ‘accoglienza’ per le matricole, che mi pare siano stati molto apprezzati. Abbiamo anche fatto incontrare i nuovi iscritti con alcuni neo laureati, perché non c’è niente di meglio che un confronto diretto con chi ha appena vissuto la stessa esperienza.
L’offerta formativa si consolida?
Si consolida, e cresce. Penso al secondo anno di Lettera, ma soprattutto alla nuova laurea magistrale in Economia, Management, Istituzioni: con un acronimo, EMI. E’ un percorso se non unico in Italia, comunque davvero innovativo. Ci abbiamo lavorato due anni prima di partire, e siamo certi di offrire un percorso di vera eccellenza: del resto, oramai gli studenti nel biennio di specialistica si spostano, cercano il meglio, e ciò che più li stimola. E qui a Palazzo Borsalino non solo non perdiamo iscritti rispetto al triennio ‘base’, ma siamo fortemente attrattivi. Non è un dato da sottovalutare: economia, in particolare, è l’area trainante di questi anni, e completando la triennale di Economia Aziendale era per noi un obiettivo prioritario poter proporre, a quegli studenti come ad altri che arrivano da altre università, un percorso fortemente qualificante e qualitativo.
Altro punto di forza, le vostre proposte di specializzazione post laurea: non solo il dottorato..
Esattamente: dottorato e Scuola Forense (altamente specializzata) rimangono fiori all’occhiello, ma c’è molto altro. Cito il master in Sviluppo Locale (nella sede di Asti), ma anche 2 corsi di alta formazione in import/export, con iscritti in arrivo da tutta Italia. In collaborazione con l’Università di Torino proponiamo inoltre due master in finance e diritto del lavoro. Poi c’è il nuovo master in Innovazione Turistica, che merita un’attenzione particolare: un nuovo progetto, sviluppato in forte sinergia con il territorio (e con il fondamentale contributo di Alexala, in termini di competenze e di risorse), con l’ambizione di costruire una figura professionale davvero nuova e orientata al futuro. Ossia manager del turismo e dell’accoglienza, capaci di lavorare sia nel privato che nel pubblico, e di proporsi con un bagaglio di competenze davvero ampio: che verranno costruire in aula, ma in gran parte anche sul campo, con stage altamente qualificanti, in Italia e all’estero. Il tema dell’internalizzazione del resto è determinante per il nostro ateneo a tutti i livelli: come mobilità di studenti, di docenti, di esperienze e opportunità con cui fare rete, e sistema.
Passiamo al tasto da sempre più dolente professor Rizzello: le infrastrutture. Da anni ci raccontiamo le stesse cose: ci sono novità?
(sorride, ndr) Qualcosa di concreto per fortuna c’è. Ai primi di ottobre dovrebbero partire finalmente i lavori per lo spostamento del Museo del Cappello al pianterreno, e conseguentemente si libereranno spazi, in cui potremo ricavare le auspicate e fondamentali nuove aule. Senza dimenticare il nuovo open space a disposizione degli studenti che sarà realizzato fra il primo e il secondo piano. Abbiamo già anche avvisato gli studenti che nei prossimi mesi ci vorrà un po’ di pazienza, e bisognerà sopportare gli inevitabili disagi da ‘lavori in corso’: questo sarà l’anno di transizione, per poi avere da settembre del prossimo anno un Palazzo Borsalino davvero al top, dal punto di vista dell’ottimizzazione degli spazi.
Il che significa che è tramontata qualsiasi ipotesi di sede alternativa?
Bisogna essere realisti, e fare i conti con le risorse. La nostra Università, come tutte le altre del resto, ha subìto in questi anni enormi tagli, e pensare in questo momento a grandi investimenti infrastrutturali mi pare davvero impossibile. Questo però non significa che non permanga la forte necessità di una struttura dove gli studenti si possano aggregare, per fare cultura ma anche per stare insieme, dopo le 18 e nel week end, quando Palazzo Borsalino e il Disit sono chiusi. Insomma, Alessandria deve ancora fare passi in avanti sul fronte dell’accoglienza dei tanti studenti che arrivano dal resto della provincia, del Piemonte e d’Italia. Sul tema in queste settimane è in corso un confronto importante e costruttivo, che coinvolge sia il nuovo assessore all’Università Ferralasco, che l’Edisu. Mi pare che da parte di tutti i soggetti coinvolti ci sia la volontà di procedere in maniera costruttiva. Se poi ci fosse anche un progetto di foresteria per il corpo docente, diciamo che male non farebbe….
Parliamone, di questo corpo docente che spesso è costretto al pendolarismo: anche per carenza di offerta culturale in loco, diciamocelo….
Purtroppo è così: mentre ‘radicare’ cervelli in città, anche al di là delle ore di lavoro, è fondamentale. Parlo per Palazzo Borsalino, che conosco bene: oggi il corpo docente è di circa 90 persone, di cui 50 a tempo indeterminato, tra ordinari, associati e ricercatori, e una quarantina di docenti ‘a contratto’, con le formule più svariate: dal docente senior in pensione che ci offre le sue qualificate competenze a giovani (talora anche quarantenni e oltre) ricercatori che lavorano con contratti annuali rinnovati. Nel complesso, un piccolo esercito di cervelli che per Alessandria può e deve essere una risorsa per crescere. Ci sono progetti importanti in corso, ad esempio sul fronte della collaborazione con il Conservatorio: qualche esempio emerge anche in queste settimane, e ad altri di maggior respiro stiamo lavorando. Sempre, naturalmente, confrontandoci con il tema delle risorse: la Fondazione CrAl fa già moltissimo, ma è evidente che non si può pretendere che da sola si faccia carico di tutto. (Per cui se ci sono altri soggetti interessati, si facciano avanti e saranno i benvenuti, par di capire, ndr).
Ettore Grassano