di Enrico Sozzetti
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A volte ti domandi dove vivono gli amministratori. Quelli alessandrini, per esempio, si sono accorti all’improvviso che gli autobus sono vecchi, pochi, malandati. Ma prima dove erano? Forse impegnati per un giorno a distribuire generi di conforto ai dipendenti di Palazzo Rosso che vanno a lavorare con le due ruote (ma perché solo a loro, poi…) e fra un #alessandriasimuove e un convegno, sempre sulle bici, a proclamare che Alessandria è meglio dell’Olanda per chi usa questo mezzo.
Eppure quello del trasporto è un servizio pubblico essenziale. Quello su cui investire in modo strutturale. Tutto il rispetto per i ciclisti veri (non quelli scalmanati senza rispetto delle regole e dell’educazione civica, altro che Olanda!) che hanno diritto a piste e infrastrutture dedicate, però la maggioranza dei cittadini chiede mezzi di trasporto e un servizio decente. Chiede puntualità e autisti che non parlano al telefono senza auricolari, scrivono sms e magari ogni tanto saltano una fermata (non succede certo sempre, però ogni tanto si vedono ancora comportarsi così). Chiede orari coerenti con i ritmi lavorativi e l’attività scolastica.
È vero, fare tutto questo in un colpo solo è impossibile. Invertire la rotta sarà lungo e complicato. Però almeno evitare di cadere dal pero non sarebbe male.
“La situazione di crisi che da tempo sta vivendo l’azienda concessionaria del trasporto pubblico alessandrino, Amag Mobilità, ha spinto l’amministrazione comunale a decidere un ulteriore stanziamento straordinario di risorse (in aggiunta ai 600 mila euro già stanziati in passato), che consenta di rispettare il contratto di servizio evitando disservizi e disagi all’utenza. Per questo è convocata per martedì 20 settembre, una Giunta straordinaria in cui verrà stanziata una somma di 80 – 100 mila euro per il potenziamento del parco autoveicoli, indispensabile per il rispetto degli orari invernali”.
Il comunicato dell’amministrazione comunale alessandrina mette un po’ di tristezza. Non per il palliativo che annuncia. Bensì perché, invece, rilancia la domanda iniziale. La crisi, il rispetto del contratto di servizio per evitare disservizi e disagi, le scuole che hanno aperto… tutti problemi cronici (aggravati di legislatura in legislatura) e scadenze che arrivano puntuali ogni anno e sempre nello stesso momento.
Pensarci per tempo no?