Borgoglio: “Il futuro di Alessandria dipende dalla volontà e capacità di innovazione”. Intanto continua il toto sindaco: in corsa anche Patuano?

Borgoglio nuovaMiracoli della rete. La sua intervista di un anno fa, con cui chiedeva meno scrivanie e più servizi per Palazzo Rosso, è tornata ad essere fortemente condivisa sui social nei giorni scorsi, segno che i temi affrontati sono rimasti di forte attualità. Anche questa volta la chiacchierata con l’onorevole Felice Borgoglio la facciamo al bar, tra un saluto ad un vecchio amico che passa di lì, e le telefonate per gli appuntamenti del giorno dopo (“alle 8,30 da te va benissimo, mi sveglio comunque sempre presto”). Cercando di capire cosa c’è di vero sui nomi dei candidati sindaco che circolano in questo settembre, e a che punto solo le manovre per ipotetiche alleanze civiche e trasversali. Ma soprattutto parlando di progetti e punti qualificanti per lo sviluppo di Alessandria: “questa città nei prossimi 10 anni deve rinascere: chiunque ci stia, e abbia idee serie e realizzabili, è il benvenuto, almeno per un confronto”.

 
On. Borgoglio, lei è certamente un ‘osservatore partecipante’ della vitaComune Alessandria basso alto cittadina, e anche una delle voci più critiche nei confronti dell’attuale amministrazione alessandrina di centro sinistra. A 6-7 mesi dal voto, però, mancano ancora i candidati sindaco….
(riflette, ndr) E’ presto: al di là del gossip e delle chiacchiere, sono convinto che nessuno deciderà nulla prima del referendum: anche perché, in caso di elezioni politiche anticipate alla primavera 2017, c’è chi potrebbe decidere di provare a percorrere la strada per Roma.

Lei voterà no?
Certamente, e con convinzione. Sono convinto che il fronte del no, per quanto variegato e mosso da motivazioni anche molto diverse, sia maggioranza nel paese reale, e possa vincere, se gli italiani parteciperanno alla consultazione referendaria. E per Renzi perdere il referendum sarebbe paragonabile alla sconfitta di Cameron sulla Brexit: difficile non trarne conseguenze politiche. Anche se in Italia nessuno si ritira mai davvero, lo sappiamo: un passo indietro però dovrebbe farlo per forza.

 

Bruno 2Le nostre comunali sono quindi una derivata secondaria, dato lo scenario. Però ci appassionano già: lei come Psi ha incontrato ufficialmente gli esponenti del Pd in queste settimane?
Io no, lo ha fatto il nostro segretario provinciale Gianluca Bruno, come è corretto che avvenga. In questa fase ci si confronta con tutti, cercando di ragionare sui temi però, più che su alleanze e candidati.

Ma se ci fossero primarie di coalizione nel centro sinistra, come lasciato intendere anche dal segretario cittadino del Partito Democratico Daniele Coloris, i socialisti parteciperebbero?
Avrebbe senso partecipare, se fossero primarie vere, con candidati autorevoli, e progetti concreti per rilanciare Alessandria. Anche se, l’ho sempre detto, la mia cultura è lontana dall’uomo (o donna) solo al comando, e anche dall’elezione diretta del sindaco: la politica è essenzialmente percorso collettivo, non individuale. Ma chiaramente oggi le regole queste sono, e con queste si gioca.

Parliamo di queste priorità allora: da dove dovrebbe partire il nuovoPolizia municipale sindaco, o sindaca?
Primo punto, la sicurezza che oggi è elemento fondamentale per consolidare la convivenza. E qui, attenzione, bisogna saper innovare. Non serve inventare nulla, basta copiare quello che altri già fanno, all’estero come nella vicina Asti, a quanto mi dicono amici di quelle parti. Esistono ormai sistemi di illuminazione ‘intelligente’, che si accendono con sensori solo al passaggio di auto e veicoli (e questo, per un comune vasto come il nostro, comporterebbe un notevole risparmio), svolgendo al contempo funzione di videocamera. Il che significa che non ti sfuggirebbe più nulla, e che il ruolo dei vigili urbani potrebbe trasformarsi radicalmente, in una sorta di pronto intervento in caso di necessità, in sinergia con le forze dell’ordine.

 Quando si dice sicurezza, il pensiero di molti, forse di quasi tutta, scivola sui tanti stranieri…
E’ sbagliato: i delinquenti sono delinquenti, e vanno trattati con tolleranza zero, a prescindere dall’essere italiani o stranieri. Certamente però, soprattutto in determinate aree di Alessandria come il centro storico, la presenza di stranieri, migranti ormai stabili o occasionali che siano, è imponente, e occorre pensare a serie politiche di integrazione: corsi di italiano, ma anche di storia locale, di usi e costumi. Il rischio dell’isolamento, delle micro comunità chiuse, va arginato: dall’emarginazione deriva poi tutto il resto.

Parliamo della città: dopo i recenti fasti delle iniziative serali, dal Corso Roma vuotoCapodanno alessandrino a Aperto per Cultura, si torna insistentemente a parlare di rilancio del centro cittadino. Da dove partire?
C’è una sola strada: il centro di Alessandria va chiuso completamente al traffico, e deve diventare un outlet naturale, fortemente attrattivo. Per riuscirci ci vuole un serio investimento dell’amministrazione, 5 milioni di euro nei primi due anni di mandato, per cambiare completamente il volto alla città: a partire da parcheggi gratuiti attorno agli spalti, e piccoli autobus elettrici gratuiti e frequenti.

 

Amag gruppoE le partecipate? Il percorso della multiutility la convince?
Il contenitore c’è: ora bisogna riempirlo di contenuti, puntando su forti sinergie tra i diversi settori. Mi pare interessante l’idea di offrire parcheggi gratuiti a chi è cliente sia gas che elettricità. Dal punto di vista organizzativo, francamente mi pare che basterebbe un unico cda, con un solo presidente, e direttori generali responsabili ognuno del proprio settore. Mentre sul fronte operativo credo che molto ci sia da fare, sia sul fronte trasporti che rifiuti. Esistono cassonetti ‘intelligenti’, ad esempio, che possono essere controllati a distanza, inviando il personale a svuotarli quando sono pieni. Così come il mercato propone ormai impianti di smaltimento non invasivi dal punto di vista ambientale, che trasformano i rifiuti in metano: basta documentarsi, e copiare bene, senza inventarsi nulla.

La vicenda del teleriscaldamento come finirà?Teleriscaldamento lavori quartiere Cristo
Non si può impedire ad un’azienda privata di investire in questo settore, ma ad Alessandria non c’è spazio per due soggetti forti sul fronte calore. Quindi deve essere chiaro che o vince Egea a danno di Amag, o viceversa. In realtà basta guardare i dati per capire che il metano è più conveniente del teleriscaldamento quasi ovunque, a meno che non si parli di aree con fonti di calore già esistente: dalle terme naturali, ai grandi impianti industriali. Il teleriscaldamento ha invece un senso là dove il metano non arriva, e ancora si ricorre al gasolio.

Lei dice out out: o Amag, o Egea. Ma i due gruppi non sono partner nel nuovo progetto?
(sorride, ndr) Sì, va beh: se vendere il metano che serve per far funzionare una centrale vuol dire essere partner…il gas lo si compra sul mercato, alle migliori condizioni esistenti. Punto.

Patuano MarcoTorniamo alle prossime elezioni onorevole Borgoglio, e al balletto di nomi che circolano in queste settimane: c sarà o no un candidato della sinistra laica, contrapposto al PD? Si parla di Gianni Ivaldi, Giorgio Barberis, ultimamente circola persino il nome di Marco Patuano, fino a pochi mesi fa amministratore delegato di Telecom. Per non dire di Felice Borgoglio….
Per quanto mi riguarda, penso di essere assolutamente della partita, ma non certo come candidato: anche perché sono riuscito a ritagliarmi un po’ di spazio per la mia vita privata, e me lo tengo stretto. Mi interessa però molto il futuro della nostra città, e farò tutto il possibile perché passi la logica di un’Alessandria che torni a crescere puntando non sull’assistenza individuale (il fallimentare modello degli 80 euro di elemosina, alla Renzi), ma sugli investimenti collettivi, di sistema, e sull’innovazione che diventa leva di sviluppo. I nomi che lei cita sono ottimi: con Ivaldi mi confronto spesso, ed è persona validissima. Di Barberis ho molto apprezzato l’intervista di alcuni mesi fa su questo giornale, ha perfettamente ragione: poste alcune pregiudiziali di valori, non è più il tempo di ragionare per ideologie, almeno su scala cittadina. Muoviamoci su progetti concreti, con chiunque li condivida. Patuano è un sogno…ma anche i sogni servono a vivere meglio, se non altro come stimolo.

Nel prossimo week end, alla festa provinciale dell’Avanti che quest’anno si terrà a San Giuliano Nuovo, parlerete anche di questi temi?
Assolutamente sì, con dibattiti spero non noiosi, ma basati su proposte concrete, dirette, e sul confronto con tutti coloro che vorranno partecipare. Aspettiamo anche lei, e i lettori di CorriereAl.

 

Ettore Grassano