“Ripartire dal territorio seguendo il discorso di filiera dove la qualità deve fare la differenza. Sarà importante anche affinare le tecniche colturali in funzione di caratteristiche specifiche e del prodotto finale richiesto”.
Non ha dubbi Roberto Paravidino, presidente del Consorzio Agrario del Piemonte Orientale e di Coldiretti Alessandria, su quale sia la strada da seguire per valorizzare il comparto cerealicolo alessandrino.
L’occasione è stato un convegno tenutosi alla Camera di Commercio di Alessandria lunedì mattina, “Aggiornamenti sulla filiera del frumento tenero”, moderato da Andrea Villani dell’Ager di Bologna ed organizzato dal Consorzio Agrario del Piemonte Orientale e da CadirLab che hanno fornito un’ampia panoramica della situazione del comparto suddetto a tutti i livelli, partendo da quello provinciale.
Nel corso dell’incontro è stato fatto il punto sulla campagna 2015-2016 e tracciato un primo bilancio dell’accordo di filiera cerealicolo del Grano Buono “Harmony” con la Saiwa-Mondelez, una multinazionale, quest’ultima, che si è dimostrata, secondo quanto spiegato dai relatori, esempio importante e pragmatico su come si possano trovare sul territorio forme di collaborazione con i produttori locali e promuovere il prodotto in un’ottica ad ampio raggio.
Un accordo che, secondo i dati forniti, appare in continua crescita: ad oggi sono 400 gli ettari sotto contratto per una stima di prodotto da conferire pari a circa 20mila quintali, ma si parla di quantità quasi raddoppiate e una continua richiesta da parte della multinazionale.
“Siamo soddisfatti dell’andamento della campagna 2015/2016” ha proseguito Paravidino “la filiera del grano buono “Harmony sta offrendo ai produttori che hanno intrapreso questa sfida i risultati auspicati. Siamo consapevoli di essere solo all’inizio di un cammino che però ha tutte le carte in regola per garantire nuove opportunità di reddito alle aziende e più visibilità sul mercato”.
Ripartire dal territorio, dunque. Quello alessandrino, in particolare, è considerato uno dei principali “granai d’Italia”, assieme a Bologna, con un indotto da svariati milioni di euro.
“Ecco il perché delle nostre mobilitazioni, partite da Alessandria ed arrivate sino a Bari, in difesa del prezzo del grano” ha continuato il presidente del Consorzio Agrario del Piemonte Orientale “che hanno voluto richiamare l’attenzione su questa problematica e per chiedere all’UE di accogliere le nostre proposte. Le rassicurazione arrivate dal Ministro Martina non ci bastano: il consumatore deve essere consapevole di ciò che acquista e porta in tavola”.
I lavori, che si sono aperti con il benvenuto di Gianpaolo Coscia, presidente della Camera di Commercio di Alessandria, sono iniziati con la presentazione dei risultati della sperimentazione varietale svolta in tutta la provincia e del monitoraggio della qualità delle produzioni di tutti gli areali della provincia. La presentazione è stata ad opera di Alessandro Costanzo e Paolo Rendina, di CadirLab.
A seguire si è tenuto un approfondimento su “Il mercato del frumento tenero: evoluzioni e previsioni a breve/medio termine” a cura di Mauro Bruni del Team Aretè di Bologna e successivamente “La filiera Harmony – Aspetti qualitativi per la campagna 2015-2016” a cura di Mondelez-Nova spa e nel corso della quale è stato presentato un filmato promozionale.
Infine Roberto Paravidino ha esposto iniziative ed infrastrutture a supporto della filiera del frumento.
“Quali la parole chiave da seguire per evitare acquisti speculativi di grano spacciato come “Made in Italy”? Territorialità, qualità e rintracciabilità” ha dichiarato ancora il presidente Coldiretti Alessandria “Coldiretti, Consorzio Agrario del Piemonte Orientale, CadirLab, molino Nova di Felizzano e Mondelez-Saiwa dovranno fare lavoro di squadra, condizione fondamentale per ottenere un prodotto uguale per tutti che segua anche la stessa strada di commercializzazione per arrivare sul mercato con una consistente quantità di prodotto. In tutto questo i Consorzi hanno un ruolo di primo piano per il progetto di valorizzazione dell’origine del Made in Italy dal campo alla tavola. Obiettivi che stiamo raggiungendo grazie ai contratti di filiera per contrastare un sistema agroindustriale tradizionale poco lungimirante che non ha colto il valore economico e strategico del legame con il territorio. Il progetto di filiera del ‘grano buono’ con Saiwa ne è un esempio concreto e importante. Inoltre, grazie all’accordo con SIS, la Società Italiana Sementi, si può contare su un prodotto di alta qualità rigorosamente no Ogm.“
Nel corso del convegno, nel cortile della Camera di Commercio, alcune ditte hanno presentato, in appositi stand, le loro proposte per la filiera.
Roberto Cavallero