“Sono cattivi Edwin, hanno repulsione per l’imperfezione” Jack Lucas
Jack Lucas è un celebre dj radiofonico di New York, sfrontato e seguito da molti ammiratori che lo chiamano per esprimergli affetto o per avere dei pareri spesso drastici e sarcastici su vari argomenti. Fra i suoi ascoltatori abituali vi è un giovane si rivolge a lui per ricevere consigli sui propri rapporti sentimentali, piuttosto strani e frutto di fantasie infondate che hanno come oggetto sconosciute incontrate per strada.
Un giorno, dopo aver ascoltato un discorso di Lukas contro gli yuppie, colmo di disprezzo verso il loro stile di vita, il giovane entra in un locale armato di fucile e fa una strage.
Dopo tre anni Jack è ancora sconvolto dall’accaduto, chiuso in se stesso e tormentato dai sensi di colpa. L’ex dj vive in bilico fra la voglia di riprendere a vivere intensamente e il rammarico per aver istigato un tizio mentalmente fragile a commettere un massacro. Confuso e depresso, ha una storia d’amore discontinua con Anne, la proprietaria di un negozio di videocassette, donna verace e forte che vorrebbe spronarlo senza però riuscirci. Una notte, in preda ai rimorsi, l’uomo esce di casa e cerca di uccidersi gettandosi nelle acque dell’East River, ma finisce nelle mani di alcuni ragazzi che scambiandolo per un barbone vorrebbero seviziarlo.
In suo aiuto arriva Parry, un clochard che apparentemente sembra non avere molto in comune con Lucas, salvo poi scoprirsi legato a lui da un destino beffardo. Sarà l’inizio di avventura nuova per Jack, in cui troverà l’occasione per far pace con i fantasmi del proprio passato, scoprendo come in fondo ognuno di noi ne abbia qualcuno.
Dall’atmosfera quasi fiabesca e allo stesso tempo molto reale e concreta, questa commedia a tratti drammatica di Terry Gilliam del 1991 è in grado di far riflettere lo spettatore su temi come l’amicizia, l’influenza dei mass media e l’amore, usando come metafore personaggi e simboli leggendari, primo fra tutti il Santo Graal.
Si segue con interesse la storia di un individuo affascinante e sfacciato, reso celebre e allo stesso tempo disperato dal proprio ego, che incrocia la sua esistenza con quella di uomo dal passato drammatico, sconfortato al punto di aver dimenticato la propria identità, vivendo quasi in un mondo parallelo fatto di fantasmi e cavalieri.
Robin Williams in uno dei suoi ruoli migliori, quello del romantico e spontaneo Parry, signore dall’animo nobile e dai modi spontanei, intimamente ferito da una perdita che non riesce ad elaborare, pronto forse ad amare di nuovo ma ancora fragile e vulnerabile. Jeff Bridges presta con successo il suo volto al personaggio di Jack Lucas, arrogante e superficiale dj convinto di poter proferire sempre l’ultima parola su tutto, non curandosi delle conseguenze che qualche sua uscita provocatoria potrebbe avere.
Una lode speciale va inoltre all’attrice Mercedes Ruehl che per il ruolo di Anne, la compagna di Jack, vinse un oscar. Credibile e naturale nelle vesti di una donna dal carattere forte e passionale, innamorata di Lucas e decisa a rendere concreto il suo sogno d’amore, accettando i difetti del suo uomo e amandolo profondamente per quello che è, sperando in cuor suo che anche lui faccia lo stesso.
Amanda Plummer appare deliziosa nei panni di Lydia, una giovane dall’aspetto non troppo avvenente, dai modi goffi e timidi, sorpresa ed incredula quando si ritrova ad essere l’oggetto di attenzioni da parte di un uomo, convinta fino a quel momento di essere quasi invisibile.
La pellicola offre una buona sceneggiatura curata da Richard La Gravenese e una colonna sonora decisamente riuscita firmata da George Fenton, elementi che la rendono scorrevole e, nonostante i temi trattati, persino comica in alcune scene. E così, con un po’di fantasia, anche lo spettatore che di solito cammina a testa bassa e crede che il mondo sia un posto ostile e cinico, dopo aver visto il nastro potrà forse ritrovare il senso della vita nelle piccole cose, usando magari l’immaginazione per migliorare ciò che lo circonda.
Proprio come Parry, quando incurante della monotonia di una stazione della metropolitana affollata, la raffigura invece piena di persone che danzano in armonia, mentre fra la folla scorge teneramente la donna dei suoi sogni, inconsapevole di essere la principessa di un ballo dedicato solo a lei.