5 Stelle: 4…3…2…

Patrucco Giancarlodi Giancarlo Patrucco
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Ho resistito alla tentazione. Capirete, questa storia dei 5 Stelle a Roma faceva il solletico un po’ a tutti quelli che sul fenomeno partorito da Grillo-Casaleggio avevano sempre espresso riserve. E, infatti, molti ci si sono messi di buzzo buono (compresi alcuni giornali che invece li avevano sempre sponsorizzati) per girarla – visto che si parla di Roma – in caciara.

Già, che dire della sindaca Raggi, che ancora ieri guardava nel video come se volesse incenerire gli eventuali detrattori dall’altra parte? Visto che Roma non ha un inceneritore, forse potrebbero provare a sbarazzarsi della monnezza con gli occhi fiammeggianti della sua prima cittadina. Che dire del povero Di Maio, già in pole position per diventare Primo Ministro, tanto preso dall’impegno politico-salottiero da non capir bene il contenuto di una semplicissima mai? Che dire del facondo Di Battista, impegnato nel suo tour in motoretta tanto da sudare sotto i riflettori piuttosto che togliersi la felpa del “no referendum”? E, infine, che dire di Beppe Grillo, uno dei geniali inventori di questa macchina da voti, sgambettato proprio sulle scale del Campidoglio?

Ma ho resistito alla tentazione di sparare nel mucchio, per alcune serissime ragioni.

Prima: Roma è la capitale d’Italia. Checché io possa pensare dei 5 Stelle, negli ultimi anni mi sono sempre augurato che in Campidoglio arrivasse qualcuno veramente intenzionato a ripulirla e a ridarle quella dignità di città eterna che le compete. Ero cosciente delle difficoltà e anche intimamente convinto che la Raggi non fosse all’altezza di quel compito, ma speravo che il movimento, il direttorio, la piazza sostenessero lo sforzo, circondando la Raggi di gente in gamba, che potesse aiutarla in quella sfida tanto superiore alle sue forze. Invece, tra un dispettuccio e l’altro, tra una dimenticanza e l’altra, tra una sottovalutazione e l’altra, già con le nomine i 5 Stelle hanno cominciato a tracimare a valanga. Figuriamoci il resto.

Seconda: ho sempre pensato che questo Paese avesse bisogno di una maggioranza solida e con le idee chiare, così come di un’opposizione capace di presentare proposte alternative e coerenti. Purtroppo, la maggioranza sta perdendo man mano la freschezza che ha animato Renzi appena insediatosi al governo, mentre l’opposizione – o, meglio, le opposizioni – si dimostrano di una vaghezza imbarazzante. Nei momenti difficili e turbolenti che viviamo, resta difficile accontentarsi dei dispettucci politici, degli anatemi pubblici, delle battutine di Brunetta. Ma resta anche difficile giustificare le continue provocazioni dei 5 Stelle, quel loro agitare di cartelli in aula e quello strepito incessante dentro e fuori il Parlamento.

Terza: ho sempre sperato che Grillo e i suoi si rendessero conto del grave torto che stavano facendo a chi non la pensava come loro, tirando una riga tra buoni e cattivi che di fatto separava il movimento degli onesti dai partiti dei disonesti e lasciava ai loro elettori la miserevole scelta se definirsi corrotti pure loro o, al minimo, ingenuotti.

Io non mi sono mai fatto corrompere da nessuno e non sono un ingenuo. Quanto ai 5 Stelle, di loro trovo insopportabili il vittimismo e il chiamarsi fuori con un’ostentazione che rasenta il ridicolo. Sì, perché ormai i fatti di Roma hanno dimostrato che non sono migliori di noi altri.