Si vede che l’estate gli ha fatto bene, e uscire dai Moderati anche: Cesare Miraglia è carico e motivato più che mai, e se ti invita una mattina di inizio settembre a prendere un caffè sulla terrazza del circolo Canottieri non è certo per ‘pettinare le bambole’, come direbbe quel politico piddino un po’ stempiato. “Più cercano di farmi tacere, e più io rilancio, per dar voce ai tanti alessandrini che mi dicono di non mollare”. Ma per andare dove? Lasciati i Moderati che aveva di fatto fondato ad Alessandria e ‘radicato’ in tutta la provincia (e oggi a casa nostra il movimento di Mimmo Portas appare francamente privo di leadership e riferimenti), Miraglia a Palazzo Rosso è confluito nel gruppo misto, e davvero non sembra un politico a fine percorso, tutt’altro. “Innanzitutto non sono mai stato iscritto ad un partito, vorrei segnalarlo a chi cerca di accomunarmi a figure con cui non ho mai avuto nulla da spartire: da Mara per la nostra città ai Moderati, mi sono sempre mosso in una dimensione civica, da cittadino appassionato di politica: e, al contrario di altri, tutti gli incarichi che ho ricoperto sono scaturiti dai voti degli elettori: anche se oggi, da Renzi in giù, la moda è decisamente un’altra”. Proviamo allora a capire cosa Miraglia ‘salva’ di questo centrosinistra alessandrino, e cosa proprio non gli va giù. E quali sono i suoi progetti per il 2017.
Consigliere Miraglia, come si sta nel gruppo misto?
Ma cosa vuole che le risponda? Questa consiliatura è morta da tempo, il consiglio comunale viene completamente bypassato, e come sia ridotta Alessandria lo constatano tutti, basta ascoltare cosa dice la gente….
Ma come? Non sa che è tutto un ‘fiorire’ di cantieri per il rilancio, e di progetti milionari: dai 34 milioni per la Cittadella ai 18 richiesti per rilanciare l’area di Spinetta Marengo…..
Tutte bufale pre elettorali: sia per la Cittadella che per Spinetta ad oggi le risorse reali sono zero, esattamente come zero è stato fatto in questi quattro anni e mezzo. La gente non è stupida, e queste cose le sa benissimo: anche se avere il controllo quasi assoluto dei media aiuta. Renzi docet: lo fischiano ogni volta che mette il naso fuori dal Palazzo, ma quasi nessuno lo mostra, o lo scrive.
A noi non ci censura nessuno Miraglia, e non ci autocensuriamo: ma lei non è stato in maggioranza con Rita Rossa fino a prima dell’estate?
Per quattro anni (e basta rileggersi le mie dichiarazioni, anche su CorriereAl, per verificarlo) ho cercato di tener fede al mandato elettorale: gli alessandrini che mi hanno votato lo hanno fatto all’interno del progetto di centro sinistra. Tra l’altro, segnalo che senza i Moderati anche diversi altri sindaci di centro sinistra dei centri zona non sarebbero lì: ma rimaniamo su Alessandria. Qui fin da subito ho segnalato tutto quel che non andava: e via via che la giunta Rossa accumulava errori ad errori, allontanandosi sempre più dal volere dei cittadini, ho continuato a farmi sentire, sia pur sempre più solo in maggioranza. Ad un certo punto uscire è stato inevitabile.
L’errore più grande del centro sinistra in questi anni, secondo lei?
Sono stati due: dichiarare il dissesto, o meglio non aver cercato di prendere tempo (e si sarebbe potuto), e poi soprattutto la distruzione sistematica del lavoro: e non intendo solo quello pubblico. Penso ai fornitori rovinati dal dissesto, ai giovani che da questa città sono costretti a scappare, ad artigiani e commercianti in ginocchio, scoraggiati. Mi creda, con le mie attività ne incontro tanti, e altri mi vengono a cercare: e tutti raccontano la stessa storia….
L’obiezione però la conosce Miraglia: un sindaco non può creare lavoro, a meno di non puntare su clientele. Come noto roba di altri tempi, e altri partiti: non certo il PD…
Non faccia ironie, non abbocco. Che un sindaco non possa creare lavoro sono balle. Esistono strumenti normativi che consentono di de-tassare, di agevolare nuovi insediamenti produttivi e artigianali, di rendere il proprio territorio attrattivo per le imprese. Certo, bisogna saperlo fare, e avere voglia di farlo. In questi anni sono mancate tutte e due le condizioni.
A proposito di lavoro: la città è piena di cantieri, e il ponte Meier dopo diverse false inaugurazioni pare possa aprire davvero a fine mese. Insoddisfatto anche di questo?
Vada a vedere chi sta lavorando, in questi cantieri: possibile che non ci siano imprese alessandrine all’altezza, e che si debba ricorrere sempre ad una serie di subappalti, affidati a chissà chi? Intanto le nostre imprese edili arrancano, o falliscono…..
Capitolo partecipate Miraglia: lei ha contestato a lungo le scelte dell’amministrazione. Praticamente dall’inizio: la multiutility però ora c’è. Che fare da adesso in avanti?
Sia Atm che Amiu potevano essere salvate, prima di tutto, anziché farle naufragare come è successo, per precisa scelta politica. Ovviamente la colpa non è solo della giunta Rossa, ma in questi ultimi anni si è scelta la scorciatoia più comoda, per preparare un pacco regalo da destinare agli amici. Lo sanno tutti che è così, e non va bene. Però il diavolo fa le pentole e non i coperchi: la sconfitta di Fassino a Torino (inaspettata solo per questi qui che vivono barricati dentro il Palazzo, e non parlano con la gente) potrebbe complicare certi progetti, se la Appendino saprà fare la sua parte. La multiutility oggi c’è, è vero: ma non si capisce perché debba essere gestita da un management perlopiù di forestieri, tutti di stretta osservanza PD. Se poi c’è bisogno di capitali per crescere, che si dialoghi prima di tutto con imprese alessandrine, che hanno a cuore il territorio: non commettiamo l’errore di svendere tutto ai soliti noti, sarebbe un disastro.
Ormai lei parla da oppositore tenace, Miraglia….
Parlo da alessandrino, stanco di vedere questa città calpestata, e colonizzata. Sa quanti la pensano come me? Ne incontro ogni giorno, di ex elettori di centro sinistra insoddisfatti. Del resto questa era una città che solo poco più di 10 anni fa aveva progetti, e cercava di realizzarli: oggi cosa resta, dopo un decennio di gestione sciagurata? Non abbiamo neanche più una banca: vada a vedere se ad Alba, Asti, Cuneo sono messi così male. Neanche per idea!
Miraglia, lei si sta preparando a scendere in campo, dica la verità. Ma con chi?
(sorride, ndr) Non certo con chi ha ridotto la città in questo stato. Io sto in primo luogo con i giovani, e per fortuna in gamba ne conosco tanti, e una comunità che voglia avere un futuro non può che puntare su di loro. Ma soprattutto è inaccettabile che lavoratori autonomi, artigiani, commercianti oggi ad Alessandria siano costretti a tirare i remi in barca, perché c’è una classe amministrava locale incapace di ascoltarli, e anzi sempre pronta a vessarli. Ma mi pare che sia forte anche l’insoddisfazione dei dipendenti di comune, partecipate e provincia. Nelle prossime settimane cominceremo con una campagna di manifesti per le vie della città e nei negozi, per denunciare le tante cose che non funzionano, e dare voce alla grande maggioranza di alessandrini insoddisfatti. Da lì in avanti, vedremo: di sicuro nel 2017 non starò a guardare, mentre Alessandria precipita.
E. G.